Care/i,
come sapete, la legge n. 94/2009 (c.d. "pacchetto sicurezza") prevede una norma che, se interpretata restrittivamente, potrebbe impedire la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari. L'A.S.G.I. intende dunque chiedere al Governo e alle Regioni di emanare disposizioni attuative al fine di chiarire che l'obbligo di esibizione del permesso di soggiorno previsto da tale norma non si applica alla dichiarazione di nascita ed al riconoscimento del figlio naturale, in quanto tra le possibili interpretazioni della legge, questa è la sola conforme alla Costituzione e agli obblighi internazionali. Vi inviamo in allegato le due lettere, indirizzate rispettivamente al Governo e alle Regioni (si differenziano solo nella parte finale relativa alle richieste). Preghiamo tutte le organizzazioni che volessero aderire, di far pervenire l'adesione a info@asgi.it
href="http://it.mc285.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@asgi.it" ymailto="mailto:info@asgi.it">info@asgi.it> entro lunedì 3 agosto, indicando il nome dell'organizzazione e (se attiva solo a livello locale) la città. Vi preghiamo inoltre di diffondere questo messaggio a tutti coloro che potrebbero essere interessati. Invitiamo, infine, a segnalarci qualsiasi caso in cui venga richiesto il permesso di soggiorno per effettuare la registrazione alla nascita. Grazie e a presto, Elena Rozzi (A.S.G.I.)
mercoledì 29 luglio 2009
lunedì 6 luglio 2009
Il Movimento cattolico internazionale Pax Christi
[Pax Christi• 05.07.09] Il Movimento cattolico internazionale per la Pace ha redatto un documento, rivolto a tutti, che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito. «Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti»...
«Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento (Ddl Sicurezza, ndr) varato il 2 luglio 2009 dal Senato sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civiltà del diritto espressa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (la dignità della persona umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle Nazioni Unite il cui spirito è presente nella Dottrina Sociale della Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che è il bene di tutti e di ciascuno, sintesi di libertà e giustizia. Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace" pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che nessuno straniero sia di per sè un delinquente. Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo «Ero straniero e mi avete accolto» (Matteo 25)?»
Il Movimento cattolico internazionale per la pace Pax Christi ha redatto un documento che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito:
LA GLORIA DI DIO RISPLENDE SUL VOLTO DI OGNI PERSONA DOLORE E ORRORE PERCHÈ IL RAZZISMO È ORMAI «A NORMA DI LEGGE» «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35). La Parola di Cristo porta a compimento la logica della Scrittura dal Levitico 19,33-34 – «Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso», al Deutoronomio 10,19 – «Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto», alla Lettera agli Ebrei 13,2 – «Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli». Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti. La legge «porterà solo dolore», osserva Agostino Marchetto del Pontificio Consiglio dei Migranti. Il dolore nasce dall'orrore giuridico e civile del «reato di clandestinità», dall'idea del povero come delinquente e della povertà come reato. La legge votata non è solo contraria alla nostra Costituzione ma a tutta la civiltà del Diritto. Punisce una condizione di nascita, l'essere straniero, invece che la commissione di un reato. Dichiara reato una condizione anagrafica. Infermieri, domestiche, badanti, lavoratori (vittime spesso di morti nei cantieri) o persone in cerca di lavoro e di dignità diventano delinquenti. A questo punto, quanti stranieri frequenteranno un servizio sociale o si rivolgeranno, se vittime della "tratta", ad associazioni volontarie o istituzionali, forze di Polizia comprese, oggi messe in un angolo dalla diffusione delle cosiddette "ronde"? Quanti stranieri andranno a far registrare una nascita, si presenteranno in ospedale per farsi curare? Quali gravi conseguenze questo potrà produrre sulla salute di tutti i cittadini è già stato evidenziato da moltissime associazioni di medici. Siamo il paese di Caino? Abbiamo una legge cattiva che ostacola i matrimoni, rompe l'unità delle famiglie. Si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati che diverranno "figli di nessuno", potranno essere sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo, hanno rilevato alcuni scrittori, si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali del 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. La legge è pericolosa perché accrescerà la clandestinità che dice di combattere, favorirà il "si salvi chi può", darà spazio alla criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza di tutti. Non c’è futuro senza solidarietà. La legge, tra l'altro, è inutilmente crudele, ricorda don Ciotti. Ci fa tornare ai tempi della discriminazione razziale. É una forma di accanimento contro i poveri anche se la povertà più grande, oggi, è la nostra: povertà di coraggio, di umanità, di capacità di scommettere sugli altri, di costruire insieme una sicurezza comune. La sicurezza basata sulla paura sta diventando un alibi per norme ingiuste e dannose, per scaricare il malessere di molti italiani sugli immigrati, capro espiatorio della crisi, bersaglio facile su cui sfoghiamo il tramonto di ogni etica condivisa e della testimonianza cristiana. La tutela della vita e della dignità umana va assunta nella sua interezza per tutti e in ogni momento dell'esistenza. «Non c'è futuro senza solidarietà» scrive il cardinal Tettamanzi. Non c'è sicurezza senza l'aiuto reciproco, senza l'esercizio dei diritti e dei doveri dentro un'azione comune per il bene comune. Costruire comunità e città conviviali. Benedetto XVI da tempo ci invita come comunità ecclesiale a diventare «casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l'intera famiglia umana». Per il Papa ogni comunità cristiana deve «aiutare la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione [...]. Solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera» (Angelus 17 agosto 2008). Invitiamo, quindi, le comunità cristiane e tutti gli operatori di pace a mobilitarsi per costruire la pace nella vita quotidiana spesso prigioniera di solitudini, governata dalla paura e coinvolta in progetti tribali e autoritari. La gloria di Dio. Nessuno ci è straniero anche perché la distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi stessi e la nostra responsabilità di fronte a lui è quella che abbiamo verso la famiglia umana amata da Dio, verso di noi, pronti a testimoniare la profezia del Risorto che annuncia la pace. «Dio non fa preferenze di persone» (Atti 10,34, Romani 2,11 e 10,12; Galati 2,6 e 3,28; Efesini 6,9; 1 Corinti 12,13; Colossesi 3,11) poiché tutti gli uomini hanno la stessa dignità di creature a Sua immagine e somiglianza. Poiché sul volto di ogni uomo risplende qualcosa della gloria di Dio, la dignità di ogni uomo davanti a Dio sta a fondamento della dignità dell’uomo davanti agli altri uomini (Compendio della dottrina sociale n. 144). Questi nostri giorni sono difficili ed oscuri. É stata oscurata la gloria di Dio.
Pax Christi, Domenica 5 luglio 2009
«Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento (Ddl Sicurezza, ndr) varato il 2 luglio 2009 dal Senato sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civiltà del diritto espressa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (la dignità della persona umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle Nazioni Unite il cui spirito è presente nella Dottrina Sociale della Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che è il bene di tutti e di ciascuno, sintesi di libertà e giustizia. Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace" pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che nessuno straniero sia di per sè un delinquente. Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo «Ero straniero e mi avete accolto» (Matteo 25)?»
Il Movimento cattolico internazionale per la pace Pax Christi ha redatto un documento che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito:
LA GLORIA DI DIO RISPLENDE SUL VOLTO DI OGNI PERSONA DOLORE E ORRORE PERCHÈ IL RAZZISMO È ORMAI «A NORMA DI LEGGE» «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35). La Parola di Cristo porta a compimento la logica della Scrittura dal Levitico 19,33-34 – «Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso», al Deutoronomio 10,19 – «Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto», alla Lettera agli Ebrei 13,2 – «Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli». Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti. La legge «porterà solo dolore», osserva Agostino Marchetto del Pontificio Consiglio dei Migranti. Il dolore nasce dall'orrore giuridico e civile del «reato di clandestinità», dall'idea del povero come delinquente e della povertà come reato. La legge votata non è solo contraria alla nostra Costituzione ma a tutta la civiltà del Diritto. Punisce una condizione di nascita, l'essere straniero, invece che la commissione di un reato. Dichiara reato una condizione anagrafica. Infermieri, domestiche, badanti, lavoratori (vittime spesso di morti nei cantieri) o persone in cerca di lavoro e di dignità diventano delinquenti. A questo punto, quanti stranieri frequenteranno un servizio sociale o si rivolgeranno, se vittime della "tratta", ad associazioni volontarie o istituzionali, forze di Polizia comprese, oggi messe in un angolo dalla diffusione delle cosiddette "ronde"? Quanti stranieri andranno a far registrare una nascita, si presenteranno in ospedale per farsi curare? Quali gravi conseguenze questo potrà produrre sulla salute di tutti i cittadini è già stato evidenziato da moltissime associazioni di medici. Siamo il paese di Caino? Abbiamo una legge cattiva che ostacola i matrimoni, rompe l'unità delle famiglie. Si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati che diverranno "figli di nessuno", potranno essere sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo, hanno rilevato alcuni scrittori, si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali del 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. La legge è pericolosa perché accrescerà la clandestinità che dice di combattere, favorirà il "si salvi chi può", darà spazio alla criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza di tutti. Non c’è futuro senza solidarietà. La legge, tra l'altro, è inutilmente crudele, ricorda don Ciotti. Ci fa tornare ai tempi della discriminazione razziale. É una forma di accanimento contro i poveri anche se la povertà più grande, oggi, è la nostra: povertà di coraggio, di umanità, di capacità di scommettere sugli altri, di costruire insieme una sicurezza comune. La sicurezza basata sulla paura sta diventando un alibi per norme ingiuste e dannose, per scaricare il malessere di molti italiani sugli immigrati, capro espiatorio della crisi, bersaglio facile su cui sfoghiamo il tramonto di ogni etica condivisa e della testimonianza cristiana. La tutela della vita e della dignità umana va assunta nella sua interezza per tutti e in ogni momento dell'esistenza. «Non c'è futuro senza solidarietà» scrive il cardinal Tettamanzi. Non c'è sicurezza senza l'aiuto reciproco, senza l'esercizio dei diritti e dei doveri dentro un'azione comune per il bene comune. Costruire comunità e città conviviali. Benedetto XVI da tempo ci invita come comunità ecclesiale a diventare «casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l'intera famiglia umana». Per il Papa ogni comunità cristiana deve «aiutare la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione [...]. Solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera» (Angelus 17 agosto 2008). Invitiamo, quindi, le comunità cristiane e tutti gli operatori di pace a mobilitarsi per costruire la pace nella vita quotidiana spesso prigioniera di solitudini, governata dalla paura e coinvolta in progetti tribali e autoritari. La gloria di Dio. Nessuno ci è straniero anche perché la distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi stessi e la nostra responsabilità di fronte a lui è quella che abbiamo verso la famiglia umana amata da Dio, verso di noi, pronti a testimoniare la profezia del Risorto che annuncia la pace. «Dio non fa preferenze di persone» (Atti 10,34, Romani 2,11 e 10,12; Galati 2,6 e 3,28; Efesini 6,9; 1 Corinti 12,13; Colossesi 3,11) poiché tutti gli uomini hanno la stessa dignità di creature a Sua immagine e somiglianza. Poiché sul volto di ogni uomo risplende qualcosa della gloria di Dio, la dignità di ogni uomo davanti a Dio sta a fondamento della dignità dell’uomo davanti agli altri uomini (Compendio della dottrina sociale n. 144). Questi nostri giorni sono difficili ed oscuri. É stata oscurata la gloria di Dio.
Pax Christi, Domenica 5 luglio 2009
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