mercoledì 27 gennaio 2010

vogliamo informarvi della grave situazione che stanno vivendo in Italia i lavoratori immigrati

CGIL - CONFEDERAZIONE
GENERALE
ITALIANA
DEL LAVORO
Il SegretarioGenerale
Cod. XII/1326/183
Prot.110/2010
Roma, 18 gennaio 2010
CSI
CES
CSI-Africa
Sindacati Paesi Africani
Loro sedi
Cari amici e compagni,
vogliamo informarvi della grave situazione che stanno vivendo in Italia i lavoratori immigrati a
causa della politica del Governo Berlusconi che nega i loro diritti fondamentali, sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla stessa Costituzione italiana. Inoltre alcune forze politiche della destra stanno conducendo una campagna xenofoba nei confronti degli immigrati con l’intento di sollevare l’opinione pubblica contro di loro.
Si sta determinando in Italia una situazione insostenibile che crea condizioni di tensione sociale
molto gravi e provoca fatti allarmanti ed inaccettabili come quelli avvenuti nelle scorse settimane a Rosarno in Calabria e che hanno visto fenomeni di sciovinismo e di violenza contro gli immigrati impegnati nella raccolta di prodotti agricoli. La risposta del Governo è stata il trasferimento forzato di lavoratori immigrati in altre zone d’Italia e la rinuncia da parte dello Stato a difendere la legalità ed i diritti di tutti. Contro questi
fatti la Cgil si è immediatamente schierata a tutela dei lavoratori immigrati impegnati a Rosarno, contro la violenza organizzata dalle famiglie mafiose della zona, che dopo averli a lungo sfruttati selvaggiamente, ha creato le condizioni per respingerli quando il loro lavoro non è stato più necessario.

Violenze xenofobe si sono già verificate anche in altre zone d’Italia nel recente passato nei confronti di altre comunità di immigrati.
La Cgil e i suoi attivisti hanno ripetutamente denunciato queste condizioni inaccettabili, subendo
spesso anche intimidazioni e pressioni inaccettabili da parte di imprenditori senza scrupoli e da parte della criminalità organizzata che gestisce il caporalato.
Le violazioni dei diritti degli immigrati assumono in Italia molteplici aspetti che vanno dai ritardi
ingiustificabili nella concessione del permesso di soggiorno o del suo rinnovo , per tutti quelli che sono entrati legalmente ed hanno un regolare contratto di lavoro fino alla detenzione temporanea in centri di internamento per coloro che non risultano in regola, in attesa di accertamenti che, nella maggioranza dei casi si concludono con la loro espulsione. L’introduzione del reato di clandestinità nella legislazione italiana ha ulteriormente aggravato la situazione.
Inoltre il Governo italiano ha messo in pratica una politica di respingimento di quanti tentano di
entrare via mare in Italia,senza nessuna valutazione delle diverse situazioni, compreso l’accertamento dell’eventuale condizione di richiedenti l’asilo politico e/o umanitario. Gli immigrati respinti vengono scortati nei presunti paesi di partenza, fra i quali la Libia, senza nessuna garanzia che in quei paesi vengano rispettati i loro diritti umani.

Questa politica cieca e crudele, che spinge ai margini della società e nell’illegalità un gran numero di immigrati, provoca di fatto una condizione che mette nelle mani della malavita organizzata e di imprenditori senza scrupoli manodopera senza diritti e tutele, da utilizzare in condizioni disumane e con retribuzioni da fame. In particolare nell’edilizia e nell’agricoltura il fenomeno assume le caratteristiche di una vera e propria emergenza umanitaria e danneggia gravemente anche le aziende che praticano una politica retributiva e di assunzioni rispettosa della legge e delle regole sindacali. L’effetto di questa politica si traduce anche nella sostanziale violazione dei diritti generali dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione per i lavoratori non in regola e per i loro figli.
La volontà del Governo di mostrarsi cattivo contro l’immigrazione provoca una totale indifferenza nei confronti di una politica di accoglienza , concreta ed organizzata , e costringe gli immigrati regolari e non i regola a vivere in condizioni disumane, soprattutto dal punto di vista delle condizioni abitative.
La Cgil, memore anche del trattamento dell’emigrazione italiana all’estero nei decenni passati,
contrasta con forza la politica del Governo italiano ed ha provveduto , assieme a Cisl ed Uil, a denunciarla nella Commissione per l’applicazione delle regole dell’Oil, in occasione dell’Assemblea annuale del Giugno 2009. Inoltre la Cgil è fortemente impegnata ad organizzare sindacalmente i lavoratori immigrati per garantire una parità di trattamento economico e di diritti con i lavoratori italiani e nello stesso tempo favorire una giusta soluzione ai loro specifici problemi. Molti sono i lavoratori immigrati iscritti alla nostra organizzazione e numerosi di loro hanno incarichi di direzione ai diversi livelli provinciale,regionale e nazionale. Inoltre la Cgil si adopera per favorire l’integrazione dei migranti nella società d’accoglienza, con pienezza di diritti e doveri,ivi compreso il diritto di voto nelle elezioni amministrative. Naturalmente una effettiva integrazione deve riconoscere ed accettare come una ricchezza per tutti le differenze culturali, religiose e di tradizioni come un contributo alla nascita di una società pluralista e multiculturale, necessaria in una realtà nella quale gli immigrati regolari sono oltre quattro milioni ed oltre un milione sono quelli in attesa di regolarizzazione.
In questa battaglia di civiltà è impegnata, assieme al sindacato, anche gran parte della società civile, le organizzazioni ecclesiastiche ed il mondo della cultura.
In un momento così difficile Vi chiediamo di affrancarci in questa battaglia, sostenendo assieme a noi presso il Governo Italiano, l’Unione Europea e le Istituzioni Internazionali la richiesta del rispetto dei diritti umani, di cittadinanza e sindacali per tutti i lavoratori migranti.
Guglielmo Epifani
Corso d’Italia, 25 - 00198 Roma Affiliata alla Confederazione
Telefono06/84761- Fax06/8845683 Europea dei Sindacati (CES -ETUC)
E-mail: info@cgil.it e alla Confederazione Sindacale Internazionale
Web: www.cgil.it (CSI -ITUC)

martedì 26 gennaio 2010

La Consulta incontra il Questore e l'Ufficio stranieri

La Consulta incontra il Questore e l'Ufficio stranieri
Scopo: proseguire nella profiqua collaborazione

Venerdì scorso, il presidente della consulta Immigrati Artan Mullaymeri ha incontrato il Questore di Bolzano Dario Rotondi e il dirigente Robustelli dell'Ufficio stranieri. La Consulta si ripropone come intelocutore istituzionale per tutte le questioni che riguardano gli immigarti a Bolzano. Incontri di questo tipo avverranno con regolarità nel corso dell'anno, proprio per definire insieme comuni linee di azione.


Cordiali saluti

Presidente Consulta Immigrati
Artan Mullaymeri

V/Presidente Consulta Immigrati
Begum Rukshana

tel. + 39 - 0471 997595
consulta.immigrati@comune.bolzano.it
fax + 39 - 0471 997603

lunedì 25 gennaio 2010

Verbale del riunione 21.01.10 per la costituzione del Comitato provinciale per la organizzare la manifestazione del Primo Marzo 2010 - "24h sans nous"


Rete dei diritti dei senza voce
VERBALE DEL 21.01.20010
>
> Franco illustra ai presenti quali sono le direttive generali del comitato di
> Roma per la giornata del I marzo:
> 1)l'uso del colore giallo
> 2)la creazione di un gruppo su facebook
> 3)la creazione di una e-mail
> 4)una carta di adesione che ne contenga i principi di base.
> Una delegazione da Roma verrà a Bolzano nei prossimi giorni.
> Si è discusso inoltre del fatto che la situazione degli immigrati in Italia è
> molto diversa da quella francese e che uno sciopero solo di lavoratori
> immigrati comporterebbe una serie di difficoltà. Si intende pertanto fare una
> dimostrazione contro ogni forma di razzismo e discriminazione aperta a tutti.
> Si è cercato inoltre di trovare forme alternative allo sciopero capaci di dare
> la dimensione del lavoro degli stranieri, come ad es.: chiedere alle badanti di
> fare la passeggiata nel luogo della manifestazione anche per pochi minuti,
> appendere fiocchetti gialli alle porte degli edifici in cui lavorano degli
> immigrati. Elisa propone anche uno sciopero degli acquisti ed in alternativa di
> rivolgersi ai negozi equo solidali/etnici.
> Per la scelta del luogo ed i permessi si è deciso di incaricare Guido
> Margheri. In ordine di preferenza:sono stati individuati: Piazza Walter/del
> Grano, oppure Il Talvera o Via Roma.
> Adesioni: la CGIL ribadisce l'impossibiltà di indire uno sciopero, in quanto
> non vi sarebbero i presupposti giuridici, ma è disponibile a partecipare come
> ad una giornata di festa e di sensibilizzazione sul tema. Artan ritiene
> possibile un'adesione del sindacato UIL.
> Si discute sull'importanza di coinvolgere gli studenti soprattutto quelli
> immigrati attraverso i referenti di scuola, ma puntando soprattutto sulle
> famiglie. Si cercherà di coinvolgere anche gli insegnati ma ed in particolare i
> mediatori culturali. Ferretti dichiara l'adesione e l'impegno dell'Istituto
> pedagogico.
> Mamadou, Renner e Karin costituiscono un gruppo per sensibilizzare i ragazzi
> delle scuole.
> Olfa della Comunità Arabo islamica si incarica di coinvolgere immigrati
> del personale socio-sanitario e i membri (le donne?) della comunità musulmana.
> Aderisce anche la consulta di bolzano che viene incaricata di coinvolgere le
> associazioni e il maggior numero di immigrati.
> Anche Don Gretter si dice d'accordo con l'iniziativa. Saltarelli considera la
> manifestazione del I marzo come la prima di una serie di azioni da svolgersi
> per tutto il mese fino alla giornata del 21 marzo...(?). Viene formato un
> gruppo con il compito di raccogliere alcune storie di discriminazioni (es.
> Géneviève, pakistano sul treno, legge sui contributi ipes ecc.) da presentare
> assieme alle associazioni dell'UNAR (gruppo di lavoro:Saltarelli, Mamadou,).
> Si forma inoltre il gruppo: Andrea, Fernando, Pedro, Amir, con l'incarico di
> preparare i volantini e curare il rapporto con i media (conferenza, comunicato
> stampa: Qui bolzano, Qui – Merano, Boomerang)
> Gruppo spettacoli e cultura e cartelloni: Isabel, Franco, Elisabeth,
> Elisa,...
> Teodora è incaricata di tenere i contatti con Roma.
> Amir suggerisce una cena etnica di autofinanziamento.
>
> Per quanto riguarda il coordinamento si raccolgono le adesioni dei presenti ma
> con il proposito di creare un gruppo più piccolo nei prossimi giorni (Olfa
> Sassi, Isabel Mendoza, Andreas Melchiori, Karin Girotto, Mamadou Gaye, Rainer
> Girardi, Salvatore Saltarelli, Pedro Rincon, Fadel Auring, Valeria Vanni, Laura
> Villalba, Don Mario Gretter, Teodora Lara, Fabio Visentin, Doriana Pavanello,
> Bassamba Diammbi, Marco Ferretti, Sabine Giunta, Elisabeth Sichel)

interessante iniziativa del comitato di Bologna

Segnalo a tutti questa interessante iniziativa del comitato di Bologna, che vuole estendersi a tutta l'Emilia Romagna.
Nella comunicazione precedente ho dimenticato di dirvi che c'è stata l'adesione ufficiale del Pd (attraverso Livia Turco) e del senatore Marino. Prc ha aderito nei giorni scorsi, specificando di non volere in alcun modo "mettere il cappello sopra" ma di desiderare un rapporto paritario. Come si è detto mille volte - ma giova ripeterlo - i partiti possono aderire ma non impossessarsi del movimento Primo marzo 2010, che rimane espressione della società civile.

stefania



L'Emilia Romagna si propone di continuare un percorso di valorizzazione delle culture "TRA DI NOI" attraverso il progetto " a different eye". Riscoprire lo "straniero" che non è più estraneo, ma familiare, pur conservando le forme e le caratteristiche della propria cultura, capire il suo punto di vista sulle città, scoprire alcuni lati delle sue tradizioni, porta ad abbattere le barriere di paura e intolleranza. Un percorso nelle città e per le città che vuole rendere evidenti i segnali di integrazione che sono presenti in Emilia Romagna. Lo sviluppo dell'integrazione e l'attuale situazione sociale, ci impongono di raccontare storie nuove. Le storie di chi nel nostro paese è giunto, anche sì con un carico di difficoltà e dolori, ma si è integrato, ha trovato un lavoro, ha costruito o ricostruito il suo nucleo familiare, e vive, pur essendo legato alle proprie culture e tradizioni del paese di origine, "tra di noi", rispettando e condividendo i modi di vita e gli ideali della nostra nazione. Sono molte queste persone, che da sempre offrono lavoro e quindi possibilità di sostentamento, e legalità, quindi possibilità di uscire dalla clandestinità. Questo lavoro vuol essere un contributo alla conoscenza delle realtà positive dell'immigrazione in Italia, nonché stimolare alla conoscenza reciproca tra le diverse culture, e alla creazione di una società in cui si conoscano e si rispettino le stesse.
A different eye ci propone una vista differente della situazione dello straniero, quindi chiediamo a tutti i partecipanti alla manifestazione, e ai migranti in generale, di inviarci una foto di loro al lavoro. Vorremmo costruire un muro di foto; un muro che non separa ma che unisce attraverso l'immagine del lavoro, patrimonio di tutta l'umanità
L'Emilia Romagna intende vivere così la giornata del primo marzo, attraverso le fotografie realizzate dai migranti.
Gli iscritti al gruppo del 1 marzo Bologna continuano a crescere.Stiamo lavorando ad allargare il comitato coinvolgendo cittadini italiani e migranti, chi voglia partecipare attivamente ai lavori del comitato può scriverlo alla mail ufficiale del comitato bolognese:

Per Bologna indirizzo email: primomarzo2010bologna@gmail.com


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Un chiarimento sulle parole

Un chiarimento sulle parole. Lo abbiamo detto in più occasioni ma giova ripeterlo. La parola “sciopero” non vuol dire solo astensione dal lavoro, ma può riferirsi ad altre forme di astensione. Ed è proprio per questa ricchezza di sfumature e per la sua capacità di coprire molte possibilità che abbiamo scelto di utilizzarla. Lo sciopero in tutte le sue declinazioni non è comunque per noi un obiettivo ma solo uno strumento. L’obiettivo è mandare un segnale politico e culturale forte sulla necessità di reimpostare su nuove basi il discorso sull’immigrazione e sulle trasformazioni sociali in Italia e in Europa. Lo sciopero (dal lavoro, dei consumi, della lingua etc.) è uno degli strumenti possibili.

Altro chiarimento linguistico: abbiamo scelto di usare la parola stranieri perché rimanda al concetto di estraneità e può riunire al suo interno tutti quelli che si sentono estranei al clima di razzismo che ammorba l’Italia.

Su un punto è necessario fare chiarezza: Primo marzo 2010 non ha mai proposto uno sciopero etnico né intende farlo. Sarebbe, d’altra parte in palese contraddizione con uno dei punti cardine del nostro movimento. Lo abbiamo scritto nel manifesto programmatico e ribadito in tutte le occasioni possibili: la contrapposizione tra “noi” e “loro”, italiani e stranieri, è strumentale e astorica, ed è superata nei fatti dal carattere meticcio che ha assunto ormai anche la società italiana. A portare avanti Primo marzo 2010 non sono italiani illuminati e buoni o stranieri determinati a difendersi, ma persone che, a prescindere dal passaporto che tengono in tasca o dal colore della pelle, vivono insieme e si sentono parte dell’Italia di oggi. Non avrebbe senso né forse sarebbe possibile scomporre etnicamente questo nuovo soggetto sociale e politico.

“Che cosa accadrebbe se 4 milioni di immigrati che vivono e lavorano in Italia incrociassero le braccia per un giorno?” non è un’indicazione programmatica ma un interrogativo provocatorio, volto a indurre una riflessione collettiva.

A oggi la realtà è che: la CGIL ha dichiarato ufficialmente di appoggiare il movimento ma non indice lo sciopero generale il primo marzo; la Cisl ci appoggia come Cisl Lombardia ma per il resto non si è ancora sbottonata. Dall’Uil nessuna notizia, L’Ugl ha manifestato interesse ma è contraria allo sciopero etnico (che come abbiamo visto non è in programma). I Cobas hanno dichiarato anche loro contrarietà sullo sciopero etnico. La Fiom ci ha dato il suo appoggio pieno.

Che cosa accadrà il primo marzo o, meglio: cosa potrebbe accadere. Il condizionale è d’obbligo perché la definizione del programma non viene imposta dall’alto ma va concordata con i comitati. L’idea di massima è che il primo marzo sia dappertutto una giornata di non acquisto e di non consumo. In particolare quel giorno bisognerebbe evitare di telefonare e mandare denaro all’estero e potrebbe essere utile disertare fast food e supermercati.

Laddove sia possibile (cioè nelle realtà più industrializzate) potrebbero esserci astensioni dal lavoro indette dalle singole RSU. Tutti i sindacati però potrebbero organizzare delle assemblee nei luoghi di lavoro.

A una certa ora del giorno (per esempio in pausa pranzo) ci si potrebbe incontrare in luoghi simbolo della città, indossando tutti il fiocchetto giallo (simbolo della giornata) e lanciando in cielo tutti insieme una marea di palloncini gialli (abbiamo trovato quelli ecologici). Questa è certo un’iniziativa più di forma che di sostanza ma avrebbe un forte impatto visivo e mediatico.

La sera, nelle diverse città, ci potrebbe essere un momento aggregativo e sociale: festa, concerto o altro. Chi va al lavoro potrebbe comunque indossare un segno distintivo, volto al richiamare l’attenzione sul fatto che sì, si sta lavorando, ma si sarebbe potuti benissimo essere altrove.

Alcuni lavoratori autonomi hanno detto che quel giorno loro non lavoreranno ma andranno a esercitare la propria professionalità gratuitamente in luoghi specifici. Per esempio, un senegalese che fa il cuoco a domicilio, ci ha detto di avere già preso accordi col carcere della sua città e il Primo marzo andrà a cucinare gratuitamente per i detenuti.

Poi ci sono altre piccole cose che potrebbero avere un grosso impatto. Abbiamo avuto, per esempio, la disponibilità di alcune case editrici (specializzate nella pubblicazione di autori stranieri che scrivono in italiano) che distribuirebbero gratuitamente parte dei loro libri in alcune città.

La domenica precedente Legambiente organizzerebbe in alcune città italiane un’edizione speciale di Puliamo il mondo, che riunirebbe italiani e stranieri.

C’è stato anche chi ha pensato di organizzare un piccolo corteo di badanti con la loro signora o il loro signore da accudire al seguito.

Nelle realtà più critiche (penso a certe città del sud, dove il livello di integrazione è ancora molto basso e parlare di meticciato può sembrare quasi una beffa), anche visite guidate per scolari e curiosi nei quartieri etnici, alla scoperta dei negozi, o una semplice festa di piazza, potrebbero essere un gran risultato.

Le priorità dei comitati adesso:

1) fare una corretta informazione e cercare di chiarire i punti critici di cui sopra (sciopero/sciopero etnico), allargare la rete di adesioni coinvolgendo più soggetti possibili (migranti, mondo associativo, cattolici, anche partiti: a condizione però che nessuno pretenda di impossessarsi della manifestazione.) Nei limiti delle nostre possibilità, noi del coordinamento nazionale cercheremo di essere presenti.

2) fare promozione e autofinanziamento. Il gruppo di Genova ha prodotto delle bellissime immagini che vi allego e che possono essere utilizzate per fare cartoline da vendere (l’unica condizione è citare gli autori: cioè Luca Romeo a partire dal logo fatto per noi da Giuseppe Cassibba). Sempre Genova sta elaborando un’immagine adatta a eventuali magliette. La cosa migliore sarebbe comunque unire le forze in modo di abbattere i costi. Se tre o quattro comitati sono interessati alle magliette, per esempio, è più pratico fare un ordine solo e poi dividersi la spesa.

3) Fare iniziative culturali: vi allego la scheda di uno spettacolo teatrale elaborato da due persone che fanno parte del nascente comitato di Imola e che potrebbe essere portato in scena nelle varie città a costo ultra contenuto.

4) Avviare una riflessione (come sta facendo il gruppo di Roma) sulle priorità che andrebbero inserite nella piattaforma politica che il nostro movimento deve preparare per il dopo Primo marzo. Mi spiego meglio: noi adesso dobbiamo soprattutto far vedere e capire che siamo tanti e determinati. Una volta che la nostra forza sia stata evidenziata possiamo cominciare ad avanzare richieste specifiche, mirate e concrete per correggere le storture del nostro sistema legislativo. Non dobbiamo puntare a interventi massimalisti ma a richieste precise ed ineludibili. Faccio degli esempi che però non sono in alcun modo vincolanti: pretendere che siano rispettati i tempi previsti dalla legge per la consegna dei permessi di soggiorno o estendere l’articolo 18 (che tutela le vittime della tratta che denunciano i propri sfruttatori) anche a chi è costretto a lavorare in nero:

5) Organizzare, come sta cercando di fare Palermo, delle giornate “con gli immigrati” che precedano la “giornata senza di noi”.
Situazione internazionale. Noi siamo gemellati dall’inizio con la Francia. Adesso siamo in contatto anche con Spagna e Grecia e sembra che qualcosa si stia muovendo anche in Germania e Belgio. Se qualcuno avesse altre notizie in questo senso è pregato di farsi avanti.

Gestione dei comitati: dal momento che l’Italia è grande e i comuni sono tantissimi, stiamo pensando di individuare per ciascuna regione dei referenti d’area, che supervisionino il funzionamento dei singoli comitati. nelle città più grandi (vedi Roma e Milano) può essere opportuno creare delle sezioni distaccate (che rispondono però sempre al comitato cittadino).

Contatti con gli altri comitati: sulla mappa inserita nel nostro blog trovate gli indirizzi email e i gruppi FaceBook dei comitati ufficialmente costituiti. Fateci presente se incontraste degli intoppi nella comunicazione.
In arrivo: sto preparando un elenco completo dei gruppi, con numeri di telefono di riferimento e gruppi in fieri e anche una carta (ispirata a quella francese) che contiene i principi generali a cui attenersi nella conduzione di un gruppo.
Per il momento è tutto. A risentirci presto



Stefania

martedì 19 gennaio 2010

sensibilizzare la comunità straniera sui rischi provocati dal non corretto funzionamento degli impianti..



In collaborazione con vigili del fuoco e polizia municipale

Il mal funzionamento di una stufa per il riscaldamento domestico provocò nel dicembre scorso un incendio in un appartamento di via Rosmini a Bolzano occupato da cittadini stranieri. A fronte di questo episodio risoltosi fortunatamente senza gravi conseguenze per le persone coinvolte, la Consulta Immigrati del Comune di Bolzano attraverso il suo presidente Artan Mullaymeri ha promosso un incontro con i rappresentanti del corpo permanente dei vigili del fuoco e della polizia municipale del capoluogo allo scopo di individuare alcune modalità d'intervento per sensibilizzare la comunità straniera sui rischi provocati dal non corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento o l'uso improprio di bombole di gas. Il presidente della Consulta ha così concordato di promuovere adeguata attività di sensibilizzazione in questo senso innanzittutto presso le varie associazioni di cittadini stranieri con materiale informativo già messo a disposizione dai vigili del fuoco. Saranno inoltre organizzati con gli stessi vigili del fuoco e rappresentanti della polizia municipale, alcuni specifici incontri informativi sul tema nei quartieri rivolti in particolare ai cittadini stranieri.

In allegato foto del incontro.


Cordiali saluti

Presidente Consulta Immigrati V/Presidente Consulta Immigrati
Artan Mullaymeri Begum Rukshana


tel. + 39 - 0471 997595
consulta.immigrati@comune.bolzano.it
fax + 39 - 0471 997603

Il coordinamento nazionale degli immigrati della Flai

ORDINE DEL GIORNO
COORDINAMENTO IMMIGRATI
14 gennaio 2010


Il coordinamento nazionale degli immigrati della Flai, riunitosi a Roma il 14-1-2010, esprime piena solidarietà a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori vittime del lavoro nero e dello sfruttamento selvaggio che padroni senza scrupolo praticano nei loro confronti.

La Flai da sempre, e giornalmente, denuncia che in tutta Italia, e particolarmente nel centro sud, centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori si trovano di fronte alla drammatica scelta di lavorare in nero o di non lavorare.

Dallo sfruttamento alla schiavitù il passo è breve, e ad essere vittime di tali brutali azioni sono in modo particolare le lavoratrici ed i lavoratori non italiani.

Più questi esseri umani sono ricattabili (mancanza del permesso di soggiorno, famiglie numerose, assenza di risorse economiche, malati) più sono vittime di caporali (italiani e non) e di padroni (quasi sempre italiani) che fanno la scelta economica e produttiva di praticare lo sfruttamento e lo schiavismo.

La Flai ha da sempre accompagnato alla costante azione di denuncia, un’azione giornaliera fatta di vertenze sindacali individuali e collettive nei confronti delle cattive aziende e nei confronti delle istituzioni (comuni, province, regioni, Stato, associazioni datariali).

Da nostre stime, su dati ufficiali, il lavoro nero nelle campagne italiane si assesta mediamente per il 40% nel sud, per il 30% nel centro e per il 20% nel nord Italia.

Le lavoratrici e i lavoratori non italiani indipendentemente al loro status legale, essendo soggetti più deboli del mercato del lavoro, oltre a lavorare in nero sono costretti a lavorare con bassissimi salari e pertanto a vivere una esistenza disumana.

La Flai, nel ricordare che i braccianti italiani sono circa 1.000.000 e i braccianti non italiani sono circa 300.000, ritiene che tutte queste lavoratrici e tutti questi lavoratori debbano e possano lavorare nel pieno rispetto delle leggi e di contratti e che nessuna azienda può decidere quando e a chi applicare leggi e contratti.

I fatti dei giorni scorsi di Rosarno sono solo la punta di un iceberg che rischia di esplodere in tutto il Paese. Gli schiavi e gli sfruttati prima o poi si ribellano e se alle azioni delle cattive aziende si sommano le cattive azioni dei governi, la miscela avrà un forte impatto sociale.

La Flai chiede al governo ed alle forze politiche nazionali di fare uscire dalla clandestinità, attraverso la modifica dell’attuale legislazione, centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori.

Il coordinamento nazionale immigrati della Flai invita tutte le strutture territoriali ad incrementare l’attività sindacale con e tra le lavoratrici ed i lavoratori non italiani e fa un appello a tutte le strutture Flai che stanno portando avanti la fase congressuale di dare ampia visibilità sia ai temi dell’immigrazione sia alla presenza degli immigrati tra i delegati e negli organismi direttivi.

La Segreteria della Flai ufficializzerà nei prossimi giorni un programma straordinario di attività sindacale per il 2010 da realizzarsi in tutto il territorio nazionale che si aggiungerà alla già intensa attività che migliaia di delegati, attivisti e dirigenti sindacali svolgono ogni giorno

lunedì 18 gennaio 2010

nostra prossima riunione


Rete per i diritti dei senza voce

Invitiamo le associazioni sindacali/interculturali/di migranti sensibili, partiti e istituzioni democratici, singoli cittadini a dare la loro adesione alla giornata del PRIMO MARZO 2010 partecipando alla nostra prossima riunione che si terrà

giovedì 21 gennaio 2010, ore 19,00 presso la sala "G.Di Vittorio" - sindacato CGIL v. Roma - Bolzano
Per cortesia date la vostra disponibilità entro mercoledì 20 gennaio.

Aspettiamo vostre idee e proposte in merito!

contact: 328 1803659

Grazie!


Bando di gara europeo in scadenza il 3 marzo 2010.

Karin scrive:

Bando di gara europeo in scadenza il 3 marzo 2010.
karin.girotto@provinz.bz.it

EU funding
Call for proposals: European Fund for the integration of third-country nationals
18.01.2010
Deadline
03.03.2010
Budget line / available budget
The total indicative available amount will be EUR 4 580 000.
Objectives and supported actions in the field of ENAR's work
The European Commission is providing through the Community Actions of the European Fund for Integration for third-country nationals financial support for actions promoting the integration in the EU Member States of people who are not citizens of the EU.
On the basis of the policy context and general objectives described in the annual work programme of the Community actions 2009, the following three priorities and relative specific objectives will be pursued in 2009.
Priority 1: Gather public and migrant perceptions and develop a more comprehensive understanding of the integration processes
Priority 2: Promote integration measures targeting young population and addressing specific gender issues
Priority 3: Promote the role of civil society organisations and the local authorities in shaping integration strategies
Selected proposals must have foreseen and described expected results that could fall within one of the following categories:
Knowledge and understanding of contributions that migrants make to European societies and the benefits of legal migration promoted.
Capacity of media to reflect the increasing diversity in the European societies fostered.
Participation of third-country nationals, including in particular women, increased.
Training programmes developed.
Immigrant children and young generations of third-country nationals' integration improved.
Immigrants' integration indicators developed and improved.
Databases created.
Knowledge of specific integration related issues enhanced.
Knowledge of good practices and their transferability in other contexts improved.
Good practices, new schemes and tools on third-country nationals' integration also to be linked with the European Website on Integration tested.
Integration of third-country nationals as a dynamic, two-way process of mutual accommodation by all immigrants and citizens of Member States enhanced.
Frequent interaction between immigrants and Member States' citizens promoted.
Number and groups of immigrants involved in the formulation of integration policies and in consultative bodies or fora of participation in the local life increased.
Comparative research and studies carried out (including at regional and local level where relevant).
Number of innovative pilot projects implemented increased.
Increased number of good practices identified and shared.
New integration models identified, developed and diffused.
Trans-national networks and dialogue platforms involving immigrants and stakeholders supported.
Empowerment of immigrants promoted.
Multi-stakeholder co-operation, such as between governmental and civil society actors promoted.
Understanding of immigration and integration issues across the EU increased.
Integration of immigrant children and young generations of third-country nationals improved.
Immigrant women's integration facilitated.
Applicants
The call for proposals will be open to national, regional and local authorities, Non Governmental Organisations, public or private bodies (including university departments, research centres) registered in any of the 26 Member States participating in the European Fund for the Integration of third-country nationals (EU Member States except Denmark), as well as international organisations. The call for proposals is open to organisations working on a non profit basis and with proven experience and expertise in the fields covered, taking into account their respective competences.
Actions should be implemented through the coordination of a partnership. Since these actions are trans-national, they must include partners from at least FIVE different Member States.
Projects must be submitted by a legal person, i.e. the co-ordinator, who carries out the project with at least FOUR other distinct and independent legal persons established in different Member States.
Legal basis
The purpose of this notice is to invite proposals for Community Actions covered by the Integration Fund Work Programme 2009, which was adopted on 15 October 2009.
Community contribution
The amount of grant per project cannot exceed 80,00% of the total eligible costs. Union funding per project will not exceed 750.000 EUR nor be less than 200.000 EUR.
Publication reference
JLS/2009/EIFX/CA
Contact
JLS-INTEGRATION-FUND@ec.europa.eu
General remarks
http://ec.europa.eu/justice_home/funding/integration/funding_integration_en.htm

domenica 17 gennaio 2010

costruire un comitato di promotori anche a Bolzano per coordinare sciopero di primo marzo



Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno?

E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?



Primo marzo 2010 (http://primomarzo2010.blogspot.com) propone di organizzare una grande manifestazione a livello nazionale non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società.

Questo movimento nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli. Si collega e si ispira La journée sans immigrés: 24h sans nou, il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010.



“ Rete per i diritti dei senza voce ”




in occasione di questo importantissimo evento ha intenzione di costruire un comitato di promotori anche a Bolzano per coordinare l’intera giornata del

1 Marzo in Alto Adige.



Invitiamo perciò le associazioni sindacali/interculturali/di migranti sensibili, partiti e istituzioni democratici, singoli cittadini a dare la loro adesione partecipando alla nostra prossima riunione di cui vi saranno comunicati quanto prima luogo e orario, presumibilmente giovedì 21 gennaio 2010, ore 19,00.



Per cortesia date la vostra disponibilità entro mercoledì 20 gennaio.

Aspettiamo vostre idee e proposte in merito!


I commenti sull'iniziativa sciopero primo marzo

cari e care tutti

Vi ringrazio di cuore di questa iniziativa che è da tanto che lo desidero!!
Vi informo inoltre che i Verdi aderiscono all'iniziativa ed erano anche disposti ad offrire il loro ufficio per il 21.01.2010.
C'è bisogno di una adesione ufficiale tramite un documento?
Visto che la sala c'è possiamo chiederla per il prossimo incontro
un caro saluto
ana agolli


Sono personalmente contrario alle opinioni espresse da Serafini. Lo sciopero DEVE assolutamente essere un’iniziativa degli stranieri alla quale gli italiani danno sostegno e appoggio. L’emancipazione dello straniero passa attraverso la autorganizzazione e potrà essere raggiunta appieno solo se sarà lo straniero in prima persona a conquistarsela (con l’appoggio ed il sostegno laterale –semmai- degli italiani). Faccio nel particolare riferimento alle idee di Stephen Biko e di Black Cosciusness . Per quanto animate da buoni propositi le iniziative “italiane” non sono che una elemosina di libertà. Lo straniero, per essere pienamente libero deve farsi attore in prima persona della sua emancipazione passando attraverso una maggiore coscienza politica e sociale del suo ruolo storico e potendo basarsi sulle proprie conquiste sociali (ripeto: si sostenute dagli italiani). Lo sciopero DEVE essere degli stranieri al quale possano partecipare anche gli italiani. Sarebbe il caso di mettere da parte interessi di organizzazione. Chi ha dubbi si legga gli scritti di Stephen Biko. Cerchiamo di imparare dai grandi pensatori della storia e non intralciamo quelle (ahimè poche) iniziative che vanno nella direzione giusta.

Saluti
Aaron Belotti


Amir non ti ho scritto ma ci sono ovviamente.
Luigi Gallo




Cari,

sono in attesa di conoscere le modalità organizzative dello sciopero (finalmente!). Parteciperò non solo per solidarizzare ma soprattutto per rivendicare l’estensione dei diritti della cittadinanza (uguaglianza sostanziale e formale, diritto di voto,eccetera) per tutti i lavoratori\trici , cittadine\i immigrati\e. I diritti “sostanziali” non devono essere il risultato di una concessione del “Sovrano” di turno ma diventare per i migranti (e non solo) diritti naturali ed acquisiti. Lo sciopero generale di tutti i migranti è il segnale giusto e corretto: è lo strumento democratico per la difesa della democrazia dal razzismo strisciante e palese.

Antonio Testini



Vedo un grande interesse in questo del primo marzo, è già una bella cosa. Discuttiamo cosa fare il venerdì, io penso più che a una manifestazione mi piacerebbe per esempio l'organizzazione di un concerto o qualcosa del genere, beh, vediamo dopo domani.
A presto,
Teo



Ciao, Se ti serve collaborazione dalla parte mia o dalla consulta di Merano, siamo a vostra disposizione. Buona serata e tanti saluti,Elma.

Sinceramente di una iniziativa di sciopero che coinvolga solo i lavoratori immigrati mi sembra sbagliata, soprattutto dopo i fatti di Rosarno.
Credo necessiti invece una forte iniziativa sindacale e una politica che abbia il respiro lungo.
Vi allego il documento congressuale della UIL sui temi dell’immigrazione e le prese di posizione UIL sui fatti di Rosarno.
Saluti
Toni Serafini


Caro Amir, il partito farà sicuramente qualcosa a sostegno della manifestazione. Venerdì sarò a Roma ad una riunione con Bersani e cercherò di capire cosa nasce a livelo nazionale.Ciao, antonio



Mar 12/1/10, Maria Theresia Schmittner ha scritto:

Ciao Amir,nei miei limiti di tempo vorrei contribuire anch`io all`iniziativa. Dimmi cosa poso fare e come si procederá.

Cordiali saluti, Avv. Maria Theresia Schmittner


Mi fa molto piacere vedere che la vostra rete è attiva e recettiva...
Se posso esservi utile contattami pure
Ilaria



Ci sono anche io con voi!
karin




Carissimi,
sono favorevolissimo, ma credo anche che il comitato bolzanino per il primo marzo debba essere promosso dalla Rete e coinvolgere nei limiti del possibile, oltre alle associazioni di immigrati anche le Organizzazioni sindacali e l'associazionismo disponibile. Inoltre il 16 gennaio è la giornata mondiale del migrante e del rifugiato. La sera c'è l'iniziativa al CFP di Via S. Gertrude con Stella e Paolo Ciarchi. Forse si potrebbe mettere in piedi qualcosa (legato anche ai fatti di Rosarno) anche come Rete la mattina o nel pomeriggio (tipo: tutti insieme con un fiore in un luogo particolare...). Ciao.
Guido


Concordo con la proposta di Amir di creare fin da subito un gruppo di
lavoro per organizzare lo sciopero del 1 marzo. Ne parliamo venerdì alla
riunione.
a presto
Fernando

Posso scioperare anche io come italiano?
Metto a disposizione tutto quello che posso mettere a disposizione per aiutare. Ditemi solo cosa (escluso informare ed incoraggiare gli immigrati che passano da me o che conosco, che lo faccio già).
Ovviamente enmigrinta sosterrà lo sciopero!
Aaron Belotti

Sono sconvolta da i fatti di Rosarno :sono d'accordo col gruppo di lavoro per lo sciopero del I marzo e vorrei lanciare una proposta nazionale:
in tutte le città importanti, il giorno dello sciopero si faccia una marcia toccando tutti i luoghi
in cui il lavoro dei migranti è importante, magari ad ogni tappa organizzare un'azione
( canti, teatro, lettura breve,: storie di vita, atti di razzismo verso gli immigrati e verso gli emigranti italiani,elenco degli immigrati morti per razzismo, qualche evento truce del colonialismo o quanto vi viene in mente) in modo che lo sciopero abbia molta visibilità. Potremmo chiedere agli artisti di BZ una collaborazione. Potremmo fare delle riprese e diffonderle nelle scuole. Cominciamo a lavorarci subito
Elisa

Cari,
nel limite del possibile (tempo)
vorrei partecipare a questa iniziativa.
Per cortesia fammi sapere cose intendete fare qui in Provincia
e quando ci si può incontrare.
Ciao
Karl Trojer

Cari amici,
è ora di intervenire realmente, e far sentire la voce di chi lavora onestamente e viene sempre considerato criminale e ladro che vorrebbe rubare la casa o il posto di lavoro agli italiani.
Cari amici, anche se non sono tanto sicuro della partecipazione di tutti gli immigrati, in quanto tanti non ci credono realmente a questi iniziative, però suppongo che il risultato li dovrebbe cambiare le idee.
Ultimamente, sentiamo spesso parlare di scontri e di attegiamenti negativi nei confronti degli immigrati e di conseguenza ci sono alcuni risposte aggressive (sicuramente non condividibile in uno Stato del diritto), però, cosa asspettiamo cari amici, le obressioni fanno nascere un giorno o l'altro esplusioni che spesso non si possono prevedere.
Creamo sto comitato e partecipamo attivamente allo sciopero e speriamo che le cose cambieno.
Hany Abdelkarem

Concordo anch'io con la proposta. Come vi ho già comunicato non mi è possibile
venire questo venerdì. Potete comunque contare su di me ed eventualmente ci
sentiremo via e-mail/facebook o come volete voi.
ciao elisabeth

Ciao,
ti ringrazio. Forse si riesce a fare qualcosa anche a Merano. Cercherò di informarmi.
A presto,
daniela
 

disegno legge sulla cittadinanza

Comunicato stampa
"E' inaccettabile il rinvio in commissione del testo sulla cittadinanza per rimandare la discussione su un tema così importante e urgente a dopo le regionali". Così la capogruppo democratica nella commissione Affari costituzionali della Camera, Sesa Amici ha espresso in Aula la contrarietà del suo gruppo alla proposta del presidente Bruno per ‘un ulteriore approfondimento' in commissione del testo Bertolini. "E' una scelta sbagliata - conclude - i diritti civili non possono stare fuori dall'agenda politica. La verità è che la maggioranza per tatticismi e per evitare strappi al proprio interno mortifica un tema così importante. Quello della cittadinanza è un problema reale e nel Paese c'è attesa di una nuova legislazione in materia. Non è possibile - conclude - che ancora una volta tutto sia bloccato dai ‘niet' della Lega".

dichiarazione del coordinamento nazionale a proposito della presunta fusione con blacks out

Su alcuni organi di stampa è uscita oggi la notizia che il comitato Primo marzo 2010 si sarebbe unito al comitato Blacks Out all’interno di un unico coordinamento chiamato Primavera Antirazzista.

La notizia ci sorprende e ci sconcerta. In tutte le occasioni di incontro (formali ed informali) con il comitato Blacks Out, è stata ribadita da parte nostra l’intenzione di mantenere una completa autonomia di azione e di principio. Siamo pronti a collaborare lealmente con chi lealmente condivide i nostri obiettivi e cioè la difesa e la tutela dei diritti civili e sociali. e di rimanere espressione della società civile.
Il nostro solo collegamento strutturale è con la francese Journée sans immigrés e con gli altri comitati gemellati che stanno nascendo spontaneamente in Europa.
Cogliamo l’occasione pe ricordare che domani, 17 gennaio (alle ore 11,30, in via Jommelli 24 a Milano, presso lo Spazio Tadini), ci sarà la presentazione ufficiale del movimento. Nel corso di questo incontro ribadiremo i principi chiave che ci animano.

Il coordinamento nazionale Primo marzo 2010

Vi invitiamo a mandare a quest'indirizzo le vostre testimonianze

Il quotidiano on-line Peacereporter è ufficialmente nostro media partner. Peacereporter, che si occupa di esteri, diritti umani e conflitti dimenticati, ha infatti attivato nella sua home page un canale dedicato al 'Primo Marzo 2010'. Uno strumento per tenersi aggiornati sull'iniziativa, ma soprattutto per contribuire alla costruzione di un 'diario di viaggio' in vista della fatidica data. Attraverso una casella di posta elettronica primomarzo2010@peacereporter.net si potrà raccontare la propria storia, la propria esperienza e il perchè dell'adesione al 'Primo marzo 2010'.
Vi invitiamo a mandare a quest'indirizzo le vostre testimonianze. In particolare, vi chiediamo di indicare:

1) nome e cognome,
2) spiegare la vostra situazione (se siete italiani, oppure venite dall'estero, da quanto tempo siete in Italia, di cosa vi occupate...)
3) dare una valutazione sullo stato delle cose in Italia,
4) le ragioni per cui appoggiate lo sciopero degli stranieri e le vostre aspettative.

Grazie.

Seble per Primo Marzo 2010-