mercoledì 30 giugno 2010
ROMA: VIOLATI I DIRITTI DEI MINORI ROM
COMUNICATO STAMPA
ROMA: VIOLATI I DIRITTI DEI MINORI ROM
NEL CENTRO DI VIA SALARIA, 971
L’associazione 21 luglio lancia un appello al Sindaco di Roma ed al Commissario straordinario per l’emergenza nomadi
Dal 13 novembre 2009 centinaia di rom provenienti dal ex campo Casilino 700 e da altri insediamenti della capitale (Centocelle, via Labaro, via Papiria, via Naide, via De Mata, ecc…) sono stati “ospitati” nell’edificio dell’ex ente Cellulosa di Via Salaria 971, già precedentemente occupato da circa 80 nuclei familiari con minori fatti sgomberare a settembre dello stesso anno. All’interno sono attualmente presenti circa 250 persone di differenti etnie, quasi la metà minori. Nella struttura non è consentito il libero accesso e le visite sono concesse previa autorizzazione e a seguito di formale richiesta motivata. Ciò non ha impedito a rappresentanti dell’associazione “21 luglio” di raccogliere storie e testimonianze al fine di valutare le condizioni di vita dei tanti minori accolti.
Più di cento minori di diverse etnie passano le giornate in due stanzoni privi di divisori, con letti allineati senza che venga garantita l’autonomia individuale e la privacy. L’aria è insalubre per il poco ricambio di aria e la scarsa luminosità mentre grandi macchie di umidità sul soffitto testimoniano le infiltrazioni di acqua che, quando piove, allaga il pavimento. All’esterno docce e bagni: 3 ogni 100 persone. La luce a neon resta sempre accesa, anche di notte. La sicurezza della struttura è affidata a giovani dipendenti di una cooperativa specializzata in giardinaggio e cura del verde pubblico. Mancano spazi per il gioco e per le attività ludico-formative e le norme in materia di sicurezza sono totalmente violate. Non risulta che la struttura abbia messo in atto gli accorgimenti previsti dalla legge atti ad evitare il rischio di pericolo per i minori ospitati.
Per tutti i minori il processo di scolarizzazione si è praticamente interrotto con l’ingresso nella ex cartiera ed alcuni di essi passano le giornate intenti alla pulizia di cavi elettrici da cui ricavare rame da rivendere come materiale ferroso.
Secondo quanto rilevato dall’associazione “21 luglio” tale prassi rappresenta una grave violazione dei diritti dei minori ed è in contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e con la legge italiana.
La nostra riflessione parte da qui.
È possibile che esista in un paese democratico una zona di “accoglienza” e non di detenzione così limitata all’accesso esterno? Come si definisce formalmente una situazione come quella dell’ex cartiera che non risponde alle caratteristiche di una struttura d’accoglienza, e non è, di fatto una struttura di emergenza per una situazione provvisoria? Cosa ne è dei requisiti strutturali stabiliti dalla legge regionale n.41/2003 che disciplina l’ambito delle strutture di accoglienza sul territorio laziale? La struttura è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia edilizia, igienico-sanitaria e di prevenzione incendi? Dove si colloca la struttura di via Salaria all’interno del Piano Nomadi presentato dall’Amministrazione comunale?
Perché, malgrado la dichiarazione di chiusura dell’ex cartiera rilasciata sul quotidiano Il Messaggero il 13 marzo 2010 dal sindaco di Roma, la struttura non solo non si è chiusa ma è stata ampliata negli spazi?
Alla luce di ciò l’associazione “21 luglio” chiede che all’interno del Centro di Via Salaria, 971 vengano pienamente rispettati i diritti dei minori stranieri così come stabilito dalla Convenzione ONU dei diritti sull’Infanzia e Adolescenza laddove in ogni decisione che riguardi minori si debba sempre tener conto del “loro superiore interesse”, considerazione preminente ad ogni altra. (art. 3).
Sempre in riferimento alla suddetta Convenzione si fa presente che a tutti minori provenienti dal Casilino 700 e dagli altri insediamenti abusivi è stato ostacolato il diritto all’istruzione (artt. 28 e 29), nonostante fosse stata più volte promessa una navetta che permettesse loro di continuare a raggiungere la scuola frequentata precedentemente allo sgombero.
Giova a questo punto ricordare che la Convenzione dispone:
“gli Stati devono garantire il diritto alla vita alla sopravvivenza e allo sviluppo del fanciullo “ (art. 6)
“gli Stati parti devono riconoscere il diritto di ogni fanciullo a un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale (…). Gli Stati parti adottano adeguati provvedimenti, in considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e programmi di sostegno(…)( art. 27).
Di fatto le violazione dei diritti segnalate all’interno dell’ex cartiera di via Salaria contravvengono anche l’articolo 30 della Carta Sociale Europea secondo il quale "ogni persona ha diritto alla protezione dalla povertà e dall’emarginazione sociale".
Tutto ciò accade dopo le celebrazioni del ventesimo anniversario della Convenzione e al cinquantesimo anniversario della Dichiarazione ONU sui Diritti dell'Infanzia e Adolescenza che stabilisce l’assoluto diritto allo studio e soprattutto ad un alloggio.
L’associazione “21 luglio” chiede dunque al Commissario straordinario per l'emergenza nomadi a Roma dott. Giuseppe Pecoraro e al sindaco della città di Roma on. Gianni Alemanno che:
1. All’interno del Centro di Via Salaria, 971 siano pienamente rispettati i diritti dei minori rom in conformità alla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e alle altre norme internazionali e nazionali, e in particolare che in ogni provvedimento riguardante i minorenni si tenga conto del "superiore interesse del minore" come considerazione preminente rispetto ad ogni altra .
2. Siano adottate tutte le misure necessarie perché ai minori rom presenti nella struttura di via Salaria, 971 siano garantiti la stessa protezione e gli stessi diritti riconosciuti ai minori cittadini, secondo quanto stabilito dalla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (artt. 20, 22) e dalla legislazione nazionale, con riferimento all'immediato collocamento in una struttura di accoglienza adeguata, al diritto alla salute e all'istruzione, al diritto al gioco ecc., e siano predisposti adeguati spazi specificamente destinati ai minori.
Auspichiamo per la città di Roma una politica dell'accoglienza vera, una politica che rispetti i diritti dell’infanzia e renda per i minori di etnia rom l'integrazione non solo un diritto ma un dato di fatto. Tutto ciò nella consapevolezza che la civiltà di un popolo o di una cultura si misura attraverso il rispetto per i più deboli, in primo luogo i bambini.
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