Sono ormai quasi 40.000 (36.284, secondo gli ultimi dati ASTAT), sono famiglie, donne, uomini, bambini, che vivono, studiano, lavorano nella nostra provincia, ma per le istituzioni sono ancora invisibili, e nella società subiscono ancora numerose discriminazioni, spesso sancite proprio da leggi e. delibere provinciali. Parliamo dei cittadini stranieri residenti in Alto Adige, per i quali dal’inizio del 2009 è attiva la Rete dei Diritti dei Senza Voce, un coordinamento di diverse realtà presenti in provincia con l’obiettivo appunto di promuoverne e difenderne i diritti. Il 3 ottobre la Rete ha tenuto un confronto pubblico a Bolzano sul Documento politico per una legge provinciale sull’integrazione elaborato il mese scorso ed inviato a tutte realtà istituzionali ed associative della provincia. Le conclusioni dei gruppi di lavoro della mattina sono state presentate nel corso di un incontro tenutosi nel pomeriggio, cui hanno partecipato il vice-presidente della giunta provinciale Tommasini, l’assessora provinciale Barbara Repetto, il vice- presidente del Consiglio provinciale Mauro Minniti, l’assessore comunale Luigi Gallo e consigliere comunale Guido Margheri. A Barbara Repetto, che, come riportato dalla stampa la settimana scorsa, ha presentato un disegno di legge sull’integrazione in giunta provinciale, la Rete ha chiesto di divulgarne il testo e di aprire un confronto pubblico sul tema. La partecipazione è infatti condizione imprescindibile per arrivare ad un testo che sia capace di mettere in moto un reale processo di inclusione socio-economica dei migranti nella nostra provincia. Barbara Repetto ha confermato di aver depositato in giunta il testo già elaborato a suo tempo dal gruppo di lavoro ad hoc nella passata legislatura, ma ha assicurato che la strada per un confronto pubblico è ancora tutta aperta. Il problema -così Repetto- potrebbe essere invece quello relativo alle discriminazioni esistenti nell’ assegnazione di alloggi sociali, di borse di studio e del’assistenza economica e sociale. A questo proposito, l’assessora saluta con soddisfazione la recente sentenza che chiede di far cessare le discriminazioni sul diritto allo studio, auspicando la “via giudiziale” anche per quelle riguardanti l’assegnazione degli alloggi IPES. Una legge sull’immigrazione va bene, ma non qualunque legge, aggiunge Luigi Gallo. Se le leggi fotografano i rapporti di forza politici, ora sicuramente non siamo nel clima politico migliore per produrre una buona legge. Gallo lancia una provocazione, dicendo che forse, ora come ora, sarebbe meglio affidarsi alla buona volontà di qualche funzionario, piuttosto che ad una legge ora come ora.E poi, conclude Gallo, c’è il silenzio assordante dei media, che, con un trattamento devastante delle notizie sull’immigrazione, si assumono pesanti responsabilità nel creare un clima di odio sociale.Alla preoccupazione espressa da Rainer Girardi rispetto ai tempi necessari per completare il percorso partecipativo del progetto di legge, Repetto ribatte che, se si rimane a discutere per un anno, la legge non si farà in questa legislatura. Quindi bisogna trovare il modo di andare avanti, accelerando però i tempi del confronto. Non si può rischiare ancora di rimandare i tempi della legge - conclude Repetto - perché a soffrirne sarebbero in primo luogo proprio i migranti.
Riguardo allo scottante tema della libertà di culto, il vice-presidente Minniti ha assicurato di aver rivisto le proprie posizioni di alcuni anni fa, quando era contrario all’edificazione di moschee, mentre invece ora non vedrebbe alcun impedimento, ed anzi considera “una sciocchezza” l’eventualità, sollevata in passato dalla Lega Nord, di pronunciare i sermoni in italiano (o, eventualmente in tedesco). Per Margheri, all’ordine del giorno dovrebbe essere messa invece la realizzazione di una vera e propria moschea, per evitare di costringere i musulmani ad adattarsi in appartamenti comuni. La negazione del diritto di culto, così Margheri, dovrebbe provocare prima di tutto la “rivolta” dei cittadini italiani, ancora prima che dei migranti.Tommasini: è complesso in questo momento affrontare il tema della legge sull’immigrazione, ma è anche importante farlo, perché può significare un momento di crescita per il dibattito generale, e sconfiggere i pregiudizi secondo i quali gli immigrati sottraggono lavoro e alloggi ai cittadini autoctoni.Repetto esprime ottimismo riguardo alla possibilità di approvare la legge, soprattutto in quanto , l’esigenza è stata espressa dal presidente stesso della Giunta.
Riguardo allo scottante tema della libertà di culto, il vice-presidente Minniti ha assicurato di aver rivisto le proprie posizioni di alcuni anni fa, quando era contrario all’edificazione di moschee, mentre invece ora non vedrebbe alcun impedimento, ed anzi considera “una sciocchezza” l’eventualità, sollevata in passato dalla Lega Nord, di pronunciare i sermoni in italiano (o, eventualmente in tedesco). Per Margheri, all’ordine del giorno dovrebbe essere messa invece la realizzazione di una vera e propria moschea, per evitare di costringere i musulmani ad adattarsi in appartamenti comuni. La negazione del diritto di culto, così Margheri, dovrebbe provocare prima di tutto la “rivolta” dei cittadini italiani, ancora prima che dei migranti.Tommasini: è complesso in questo momento affrontare il tema della legge sull’immigrazione, ma è anche importante farlo, perché può significare un momento di crescita per il dibattito generale, e sconfiggere i pregiudizi secondo i quali gli immigrati sottraggono lavoro e alloggi ai cittadini autoctoni.Repetto esprime ottimismo riguardo alla possibilità di approvare la legge, soprattutto in quanto , l’esigenza è stata espressa dal presidente stesso della Giunta.
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