CISL, IL 22 DICEMBRE SIT IN DAVANTI PARLAMENTO
Roma, 17 dic. - Il 22 dicembre, dalle ore 9.00, si terrà un 'sit in' organiozzato dalla Cisl davanti al Parlamento per dire 'nò alla proposta di legge sul riconoscimento del diritto di cittadinanza agli immigrati in discussione in aula proprio a partira dal 22. Lo annuncia in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale della Cisl. «La proposta di legge presentata, come, per altro, quella attualmente in vigore- spiega Ocmin- non piacciono alla Cisl, perchè non tengono conto della presenza dei 700.000 bambini e ragazzi, le così dette 'seconde generazionì di immigrati, la maggioranza dei quali sono nati sul territorio, parlano italiano, frequentano le nostre scuole e guardano al Paese come loro propria patria». «La riforma- continua il Segretario confederale- esclude questi minori dal riconoscimento dello 'ius solì, infrangendo, così, da una parte, i loro sogni e le loro speranze, dall'altra, rallentando considerevolmente i processi di integrazione e di concreta e definitiva interazione». «La Cisl- sottolinea Ocmin- ribadisce l'importanza di onorare le aspettative di questi 'nuovì cittadini che purtroppo oggi vivono una condizione di discriminazione e di privazione delle pari opportunità, nonostante essi si sentano italiani a tutti gli effetti. C'è bisogno di una legislazione attenta alle nuove esigenze derivanti da una presenza sempre più elevata di questi nuovi cittadini; occorre una misura che prevenga lo scontro culturale ed un inutile e deleterio rancore». «Ci appelliamo- conclude Ocmin- al senso di responsabilità delle Istituzioni affinchè si trovino soluzioni concrete per risolvere la delicata questione». (Vgr/Ct/Adnkronos)
sabato 19 dicembre 2009
sabato 31 ottobre 2009
Cacciari: Niente diritto di voto?
Cacciari: «Niente diritto di voto?
Allora gli immigrati rifiutino di pagare le tasse»
Il sindaco di Venezia: «Chi lavora e fa il suo dovere con il fisco deve anche poter eleggere i propri rappresentanti»
VENEZIA (19 ottobre) - Fino a quando gli immigrati non avranno diritto di voto in Italia «dovrebbero rifiutarsi dipagare le tasse». Lo ha sostenuto il sindaco di Venezia,Massimo Cacciari, in occasione della manifestazione “Mestrini nel mondo”. «Chi lavora e paga le tasse - ha aggiunto - deve anche eleggere i propri rappresentanti: è un problema che qualunque governo serio si dovrebbe porre».«Niente tasse senza rappresentanza - ha detto poi il sindaco della città lagunare - qualsiasi liberale in questo Paese deve fare proprio questo slogan». Cacciari si è dichiarato d'accordo con la proposta del presidente della Camera Gianfranco Fini di concedere la cittadinanza agli immigrati in tempi più brevi degli attuali, rilevando che la questione, «pur non riguardando l'ente locale», deve essere appoggiata da tutti in maniera trasversale.Per favorire l'integrazione, secondo il sindaco, è indispensabile «puntare sulla scuola, finendola con le riforme di piccola ingegneria».
Vedi>>>
Allora gli immigrati rifiutino di pagare le tasse»
Il sindaco di Venezia: «Chi lavora e fa il suo dovere con il fisco deve anche poter eleggere i propri rappresentanti»
VENEZIA (19 ottobre) - Fino a quando gli immigrati non avranno diritto di voto in Italia «dovrebbero rifiutarsi dipagare le tasse». Lo ha sostenuto il sindaco di Venezia,Massimo Cacciari, in occasione della manifestazione “Mestrini nel mondo”. «Chi lavora e paga le tasse - ha aggiunto - deve anche eleggere i propri rappresentanti: è un problema che qualunque governo serio si dovrebbe porre».«Niente tasse senza rappresentanza - ha detto poi il sindaco della città lagunare - qualsiasi liberale in questo Paese deve fare proprio questo slogan». Cacciari si è dichiarato d'accordo con la proposta del presidente della Camera Gianfranco Fini di concedere la cittadinanza agli immigrati in tempi più brevi degli attuali, rilevando che la questione, «pur non riguardando l'ente locale», deve essere appoggiata da tutti in maniera trasversale.Per favorire l'integrazione, secondo il sindaco, è indispensabile «puntare sulla scuola, finendola con le riforme di piccola ingegneria».
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lunedì 26 ottobre 2009
venerdì 23 ottobre 2009
Menschenkette für mehr Tolleranz/Catena umana per piú tolleranza e contro la xenofobia!
Menschenkette für mehr Tolleranz/Catena umana per piú tolleranza e contro la xenofobia!
Für einen Gebetsraum in der Trientstraße/per uno spazio di preghiera in
Viale Trento Da Piazza Mazzini - Ponte Talvera... - Museumsstraße - Walterplatz ->
Organisiert von / organizzato da Rete dei diritti dei senza voce!
Wir laden Euch alle ein, mitzumachen! - Vi invitiamo caldamente a partecipare!
Verdi Grüne Verc
Via Bottai 5 Bindergasse
I-39100 Bolzano Bozen
Tel: 0471 976299
Fax: 0471 980009
info@verdi.bz.it; info@gruene.bz.it
www.verdi.bz.it; www.gruene.bz.it
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Viale Trento Da Piazza Mazzini - Ponte Talvera... - Museumsstraße - Walterplatz ->
Organisiert von / organizzato da Rete dei diritti dei senza voce!
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Verdi Grüne Verc
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Fax: 0471 980009
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www.verdi.bz.it; www.gruene.bz.it
Contro il Razzismo e la cultura della paura
Contro il Razzismo e la cultura della paura per l'integrazione e una vera sicurezza Sabato 24 ottobre Sinistra Democratica sarà a fianco dei migranti della Rete per i Diritti dei senza voce, dell'ANPI e delle altre forza politiche e sociali, in rappresentanza di un'altra Bolzano ben diversa da quella che dei lugubri slogan della Lega, di Unitalia di tutte le destre xenofobe. La vera sicurezza nasce da una vera integrazione con politiche adeguate e non discriminatorie sulla casa, sul lavoro sulla scuole e dal rispetto delle libertà dei diritti di tutti, in particolare, di quelli sanciti dalla Costituzione. In questi giorni si è cercato di strumentalizzare la protesta di alcuni cittadini contro il degrado del loro quartiere. Questa manifestazione non è contro i loro bisogni, ma propone l'unica strada per risolvere i loro problemi.
Sinistra Democratica Demokratische LinkeAlto Adige Südtirol
Sinistra Democratica Demokratische LinkeAlto Adige Südtirol
Piena adesione alla manifestazione indetta dalla "Rete dei diritti dei Senza Voce"
Comunicato Stampadel 23 ottobre 2009
Partito dei Comunisti italianiFederazione del Trentino Alto Adige
Oggetto: Piena adesione alla manifestazione indetta dalla "Rete dei diritti dei Senza Voce" contro l'intolleranza e la politica della paura e della ghettizzazione
Alla manifestazione indetta dalla "Rete dei diritti dei Senza Voce" contro l'intolleranza e la politica della paura e della ghettizzazione, che si svolgerà a Bolzano, sabato 24 ottobre, dalle 10.30 alle 11.30 (da piazza Mazzini a piazza Parrocchia), dà la propria piena e convinta adesione la Federazione del Trentino Alto Adige-Südtirol del Partito dei Comunisti Italiani.
Con i propri compagni la nostra Federazione sarà presente per manifestare piena solidarietà a tutti i migranti che in Alto Adige versano quotidianamente il loro sudore per garantire lo stato di benessere dell'Alto Adige. Come non riconoscere il loro essenziale ruolo nell’economia altoatesina: nella raccolta delle mele così come nelle nell’edilizia, nelle fabbriche così come negli alberghi e nei bar, nella sanità pubblica e privata così come nei servizi di assistenza, un caso per tutti, le badanti.
Sarà presente per dire basta a chi strumentalmente alimenta rozzi sentimenti di ostilità nei confronti degli immigrati, sfruttando il disagio dei quartieri periferici, abbandonati al loro destino da una giunta comunale assenteista, ma anche per dire basta al buonismo di maniera che si accontenta di richiamarsi alle tradizioni di accoglienza dell'Alto Adige e non ha il coraggio di prendere una netta posizione contro le forze politiche, come la Lega Nord, che hanno scatenato una vera e propria "caccia alle streghe" nei confronti dei migranti, dei cittadini rumeni, dei Rom, dei Sinti e di ogni altra comunità che possa apparire "diversa".
Non si può assistere silenti ad una tale ossessiva campagna che a livello nazionale, con il "pacchetto sicurezza" che è stato recentemente approvato, ha introdotto il "reato di clandestinità", in base al quale si diventa colpevoli per la sola appartenenza ad uno status sociale: la clandestinità.
Deviare dal principio che la responsabilità penale è individuale e possa invece essere attribuita a categorie collettive, per il loro semplice status, è un precedente assai pericoloso che può portare alla criminalizzazione di interi gruppi etnici o di particolari nazionalità di migranti.
A questa impostazione si deve saper opporre una efficace lotta per introdurre efficaci misure d'integrazione degli immigrati, perchè non si consolidino i ghetti, una lotta contro tutte le forme di discriminazione e di esclusione, per il rispetto delle libertà e delle pratiche religiose di tutti, per il diritto alla casa e ad un lavoro dignitoso per tutti.
Partito dei Comunisti Italiani
Federazione Trentino Alto Adige
Il segretario regionale
Carlo Carlini
Partito dei Comunisti italianiFederazione del Trentino Alto Adige
Oggetto: Piena adesione alla manifestazione indetta dalla "Rete dei diritti dei Senza Voce" contro l'intolleranza e la politica della paura e della ghettizzazione
Alla manifestazione indetta dalla "Rete dei diritti dei Senza Voce" contro l'intolleranza e la politica della paura e della ghettizzazione, che si svolgerà a Bolzano, sabato 24 ottobre, dalle 10.30 alle 11.30 (da piazza Mazzini a piazza Parrocchia), dà la propria piena e convinta adesione la Federazione del Trentino Alto Adige-Südtirol del Partito dei Comunisti Italiani.
Con i propri compagni la nostra Federazione sarà presente per manifestare piena solidarietà a tutti i migranti che in Alto Adige versano quotidianamente il loro sudore per garantire lo stato di benessere dell'Alto Adige. Come non riconoscere il loro essenziale ruolo nell’economia altoatesina: nella raccolta delle mele così come nelle nell’edilizia, nelle fabbriche così come negli alberghi e nei bar, nella sanità pubblica e privata così come nei servizi di assistenza, un caso per tutti, le badanti.
Sarà presente per dire basta a chi strumentalmente alimenta rozzi sentimenti di ostilità nei confronti degli immigrati, sfruttando il disagio dei quartieri periferici, abbandonati al loro destino da una giunta comunale assenteista, ma anche per dire basta al buonismo di maniera che si accontenta di richiamarsi alle tradizioni di accoglienza dell'Alto Adige e non ha il coraggio di prendere una netta posizione contro le forze politiche, come la Lega Nord, che hanno scatenato una vera e propria "caccia alle streghe" nei confronti dei migranti, dei cittadini rumeni, dei Rom, dei Sinti e di ogni altra comunità che possa apparire "diversa".
Non si può assistere silenti ad una tale ossessiva campagna che a livello nazionale, con il "pacchetto sicurezza" che è stato recentemente approvato, ha introdotto il "reato di clandestinità", in base al quale si diventa colpevoli per la sola appartenenza ad uno status sociale: la clandestinità.
Deviare dal principio che la responsabilità penale è individuale e possa invece essere attribuita a categorie collettive, per il loro semplice status, è un precedente assai pericoloso che può portare alla criminalizzazione di interi gruppi etnici o di particolari nazionalità di migranti.
A questa impostazione si deve saper opporre una efficace lotta per introdurre efficaci misure d'integrazione degli immigrati, perchè non si consolidino i ghetti, una lotta contro tutte le forme di discriminazione e di esclusione, per il rispetto delle libertà e delle pratiche religiose di tutti, per il diritto alla casa e ad un lavoro dignitoso per tutti.
Partito dei Comunisti Italiani
Federazione Trentino Alto Adige
Il segretario regionale
Carlo Carlini
COMUNICATO STAMPA UIL-SGK / 23 ottobre 2009
La Camera Sindacale UIL-SGK sostiene la manifestazione di sabato 24 ottobre, convocata a Bolzano, dalla Rete dei diritti dei senza voce, con questa presa di posizione.
Contro il Razzismo politiche di integrazione
La UIL-SGK è impegnata nella lotta al razzismo ed alle discriminazioni e sostiene l‟idea di una politica sull‟immigrazione ispirata ad un incontro vero tra domanda ed offerta di lavoro regolare, all‟integrazione ed all‟accoglienza.
Siamo però convinti che alla base della crescente insofferenza verso gli stranieri non ci sia solo un uso distorto delle notizie, ma piuttosto un insieme di concause che vanno capite ed affrontate se si vogliono avere risultati veri.
Se non vogliamo ricadere nel rischio di autoreferenzialità, dobbiamo andare alla radice delle cause storiche e contemporanee che sono alla base della crescente insofferenza nell‟umore pubblico verso chi consideriamo diverso da noi o appare comunque come qualcuno non pienamente appartenente alla nostra comunità.
Questo ha a che vedere, più in generale, con l‟annosa incapacità a comprendere la complessità del fenomeno migratorio e, dunque, a non riuscire a governarlo, dando risposte semplicistiche ad un problema complesso; risposte sbagliate, spesso dettate dalla logica dall‟emergenza e dall‟emotività pubblica: umori qualche volta, sapientemente manipolati, nell‟interesse di una politica basata sulla paura e sulla chiusura ai processi di globalizzazione.
Non è un caso se il 90% dei circa 4 milioni di cittadini stranieri che oggi vivono e lavorano assieme a noi, è entrato in Italia irregolarmente e ha poi sanato la propria posizione attraverso sanatorie e decreti flussi.
Un meccanismo che ha prodotto estesi fenomeni di dumping lavorativo e sociale che non hanno giovato a migliorare il clima di convivenza tra italiani e non.
E’ da questa analisi che bisogna partire per costruire una vera politica dell’accoglienza e dell’integrazione, affrontando compiutamente i problemi del lavoro, della formazione professionale, della scuola, della casa e delle prestazioni sociali.
Il Segretario Generale UIL-SGK
Toni Serafini
Il Responsabile Servizio Immigrati UIL-SGK
Artan Mullaymery
____________________________
UIL-SGK Alto Adige - Südtirol
Toni Serafini
Segretario Generale - Generalsekretär UIL-SGK
Via Ada Buffulini Strasse, 4
39100 Bolzano - Bozen
toni.serafini@uilaltoadige.it
tel. 0471 245601/20
fax 0471 934537
cell. 349 1734253
http://www.uilsgk.it http://www.uil.it
Una finestra sulla crisi. Sito UIL:
http://www.uil.it/politiche_lavoro/default.htm
Ai Migranti della rete per i diritti dei senza voce
Avvertiamo con preoccupazione il clima di timori e rifiuti che pervade anche la nostra società locale , con sbocchi frequenti in segni di intolleranza , cavalcati spavaldamente da una destra irresponsabile.
Ne siamo ora ancora più avvertiti dal comunicato della “Rete dei diritti dei senza” voce , che avverte questo pericolo e richiama ad una manifestazione contro ogni intolleranza .
A.N.P.I. e le molte forze politiche e sociali tra i Costruttori della Consulta unitaria antifascista, portano senz’altro la loro adesione e la loro voce, perché ogni cittadino di lingua e cultura diversa sappia di poter contare, nel territorio della nostra provincia, oltre che sul necessario proprio impegno, anche sull’opera attenta e costante di molte forze democratiche orientate a vivere le regole della nostra vita, atte a difendere ogni debole, per meglio garantire ad ogni donna ed ogni uomo l’uguaglianza di quei diritti e quei valori scolpiti nella nostra Costituzione.
Per A.N.P.I. e i Costruttori della Consulta unitaria antifascista
Lionello Bertoldi
Ne siamo ora ancora più avvertiti dal comunicato della “Rete dei diritti dei senza” voce , che avverte questo pericolo e richiama ad una manifestazione contro ogni intolleranza .
A.N.P.I. e le molte forze politiche e sociali tra i Costruttori della Consulta unitaria antifascista, portano senz’altro la loro adesione e la loro voce, perché ogni cittadino di lingua e cultura diversa sappia di poter contare, nel territorio della nostra provincia, oltre che sul necessario proprio impegno, anche sull’opera attenta e costante di molte forze democratiche orientate a vivere le regole della nostra vita, atte a difendere ogni debole, per meglio garantire ad ogni donna ed ogni uomo l’uguaglianza di quei diritti e quei valori scolpiti nella nostra Costituzione.
Per A.N.P.I. e i Costruttori della Consulta unitaria antifascista
Lionello Bertoldi
sabato 10 ottobre 2009
La Rete dei Diritti dei Senza Voce si confronta con gli assessori provinciali sull’inclusione dei migranti
Sono ormai quasi 40.000 (36.284, secondo gli ultimi dati ASTAT), sono famiglie, donne, uomini, bambini, che vivono, studiano, lavorano nella nostra provincia, ma per le istituzioni sono ancora invisibili, e nella società subiscono ancora numerose discriminazioni, spesso sancite proprio da leggi e. delibere provinciali. Parliamo dei cittadini stranieri residenti in Alto Adige, per i quali dal’inizio del 2009 è attiva la Rete dei Diritti dei Senza Voce, un coordinamento di diverse realtà presenti in provincia con l’obiettivo appunto di promuoverne e difenderne i diritti. Il 3 ottobre la Rete ha tenuto un confronto pubblico a Bolzano sul Documento politico per una legge provinciale sull’integrazione elaborato il mese scorso ed inviato a tutte realtà istituzionali ed associative della provincia. Le conclusioni dei gruppi di lavoro della mattina sono state presentate nel corso di un incontro tenutosi nel pomeriggio, cui hanno partecipato il vice-presidente della giunta provinciale Tommasini, l’assessora provinciale Barbara Repetto, il vice- presidente del Consiglio provinciale Mauro Minniti, l’assessore comunale Luigi Gallo e consigliere comunale Guido Margheri. A Barbara Repetto, che, come riportato dalla stampa la settimana scorsa, ha presentato un disegno di legge sull’integrazione in giunta provinciale, la Rete ha chiesto di divulgarne il testo e di aprire un confronto pubblico sul tema. La partecipazione è infatti condizione imprescindibile per arrivare ad un testo che sia capace di mettere in moto un reale processo di inclusione socio-economica dei migranti nella nostra provincia. Barbara Repetto ha confermato di aver depositato in giunta il testo già elaborato a suo tempo dal gruppo di lavoro ad hoc nella passata legislatura, ma ha assicurato che la strada per un confronto pubblico è ancora tutta aperta. Il problema -così Repetto- potrebbe essere invece quello relativo alle discriminazioni esistenti nell’ assegnazione di alloggi sociali, di borse di studio e del’assistenza economica e sociale. A questo proposito, l’assessora saluta con soddisfazione la recente sentenza che chiede di far cessare le discriminazioni sul diritto allo studio, auspicando la “via giudiziale” anche per quelle riguardanti l’assegnazione degli alloggi IPES. Una legge sull’immigrazione va bene, ma non qualunque legge, aggiunge Luigi Gallo. Se le leggi fotografano i rapporti di forza politici, ora sicuramente non siamo nel clima politico migliore per produrre una buona legge. Gallo lancia una provocazione, dicendo che forse, ora come ora, sarebbe meglio affidarsi alla buona volontà di qualche funzionario, piuttosto che ad una legge ora come ora.E poi, conclude Gallo, c’è il silenzio assordante dei media, che, con un trattamento devastante delle notizie sull’immigrazione, si assumono pesanti responsabilità nel creare un clima di odio sociale.Alla preoccupazione espressa da Rainer Girardi rispetto ai tempi necessari per completare il percorso partecipativo del progetto di legge, Repetto ribatte che, se si rimane a discutere per un anno, la legge non si farà in questa legislatura. Quindi bisogna trovare il modo di andare avanti, accelerando però i tempi del confronto. Non si può rischiare ancora di rimandare i tempi della legge - conclude Repetto - perché a soffrirne sarebbero in primo luogo proprio i migranti.
Riguardo allo scottante tema della libertà di culto, il vice-presidente Minniti ha assicurato di aver rivisto le proprie posizioni di alcuni anni fa, quando era contrario all’edificazione di moschee, mentre invece ora non vedrebbe alcun impedimento, ed anzi considera “una sciocchezza” l’eventualità, sollevata in passato dalla Lega Nord, di pronunciare i sermoni in italiano (o, eventualmente in tedesco). Per Margheri, all’ordine del giorno dovrebbe essere messa invece la realizzazione di una vera e propria moschea, per evitare di costringere i musulmani ad adattarsi in appartamenti comuni. La negazione del diritto di culto, così Margheri, dovrebbe provocare prima di tutto la “rivolta” dei cittadini italiani, ancora prima che dei migranti.Tommasini: è complesso in questo momento affrontare il tema della legge sull’immigrazione, ma è anche importante farlo, perché può significare un momento di crescita per il dibattito generale, e sconfiggere i pregiudizi secondo i quali gli immigrati sottraggono lavoro e alloggi ai cittadini autoctoni.Repetto esprime ottimismo riguardo alla possibilità di approvare la legge, soprattutto in quanto , l’esigenza è stata espressa dal presidente stesso della Giunta.
Riguardo allo scottante tema della libertà di culto, il vice-presidente Minniti ha assicurato di aver rivisto le proprie posizioni di alcuni anni fa, quando era contrario all’edificazione di moschee, mentre invece ora non vedrebbe alcun impedimento, ed anzi considera “una sciocchezza” l’eventualità, sollevata in passato dalla Lega Nord, di pronunciare i sermoni in italiano (o, eventualmente in tedesco). Per Margheri, all’ordine del giorno dovrebbe essere messa invece la realizzazione di una vera e propria moschea, per evitare di costringere i musulmani ad adattarsi in appartamenti comuni. La negazione del diritto di culto, così Margheri, dovrebbe provocare prima di tutto la “rivolta” dei cittadini italiani, ancora prima che dei migranti.Tommasini: è complesso in questo momento affrontare il tema della legge sull’immigrazione, ma è anche importante farlo, perché può significare un momento di crescita per il dibattito generale, e sconfiggere i pregiudizi secondo i quali gli immigrati sottraggono lavoro e alloggi ai cittadini autoctoni.Repetto esprime ottimismo riguardo alla possibilità di approvare la legge, soprattutto in quanto , l’esigenza è stata espressa dal presidente stesso della Giunta.
venerdì 2 ottobre 2009
La Provincia Autonoma di Bolzano condannata dal Tribunale
Bolzano, 1. ottobre 2009
La Provincia Autonoma di Bolzano condannata dal Tribunale: grazie a
un’ordinanza anche i cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo hanno pieno accesso alle borse di studio.
un’ordinanza anche i cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo hanno pieno accesso alle borse di studio.
Conferenza stampa in proposito l’8 ottobre 2009 alle ore 15.30
Le scriventi associazioni rendono noto, con grande soddisfazione, il positivo esito di un ricorso giudiziario al Tribunale Civile di Bolzano, con il patrocinio dell’ Avvocato W. Wielander, da parte di una cittadina canadese, residente in Provincia di Bolzano da oltre 5 anni e pertanto definita nelle norme europee “soggiornante di lungo periodo”. Il ricorso era stato intentato, grazie al sostegno e intervento in giudizio della onlus Human Rights International, coadiuvata dall’ Avv. A. Stacul di Bolzano, per il riconoscimento a favore dell’interessata e di tutti i residenti soggiornanti di lungo periodo, anche se provenienti da paesi non appartenenti all’Unione europea, del diritto alle sovvenzioni per l’apprendimento all’ estero della seconda lingua (italiano/tedesco) che la Provincia di Bolzano usualmente riconosce.
Trattasi infatti di un diritto sancito e riconosciuto da tempo da direttive comunitarie, leggi nazionali e convenzioni internazionali ratificate dal Parlamento italiano, al fine di consentire una effettiva integrazione nel tessuto sociale locale da parte di chi vi abita e vi lavora. Il Tribunale, con ordinanza depositata e comunicata in data 11 giugno 2009 (RG 379/2009) ha accertato e dichiarato “..che la mancata equiparazione dei cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo ai cittadini comunitari nei bandi di concorso ovvero sovvenzioni provinciali indetti dalla Provincia autonoma di Bolzano relativi all’istruzione ed alla formazione professionale, compresi assegni scolastici e borse di studio, assume carattere discriminatorio” e ha ORDINATO alla Provincia stessa di “uniformarsi per il futuro al principio sopra affermato”, con condanna al risarcimento del danno e alle spese giudiziarie.
Si è ora in attesa che la Provincia adegui in tal senso i nuovi bandi per le sovvenzioni agli interessati ai soggiorni studio all’estero per l’apprendimento della seconda lingua e delle lingue straniere, riformulando i requisiti previsti dalle leggi provinciali in vigore (L.P. n. 18/1988 e 5/1987), attraverso l’estensione del diritto ai cittadini non appartenenti all’UE al fine anche di prevenire ulteriori ricorsi. In una società multilingue come quella della Provincia di Bolzano, la conoscenza delle lingue è uno strumento indispensabile di integrazione e di coesione sociale e non può subire limitazioni e discriminazioni.
Un’informativa in argomento è stata trasmessa anche al neo costituito Ufficio del Garante per
l’infanzia e l’adolescenza presso il Consiglio Provinciale, alla Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali di Vienna e al Consiglio d’Europa. L’azione è svolta nell’ambito del progetto (finanziato dal FSE e di recente approvato dalla Giunta provinciale di Bolzano) di osservazione, informazione, mediazione, assistenza alle vittime di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, per disabilità, età, convinzioni personali e orientamento sessuale che è stato avviato nell’agosto u.s. dalle Associazioni di volontariato Human Rights International, Volontarius, Porte Aperte e dalla Fondazione Langer.
Le Associazioni hanno indetto una conferenza stampa per il giorno giovedì 08 ottobre 2009 alle
ore 15.30 presso il Kolpinghaus di Bolzano, Via Largo Adolph Kolping 3 (ex Via Ospedale) al fine di illustrare i dettagli e i contenuti del loro programmi in corso. Sarà presente la ricorrente.
HUMAN RIGHTS INTERNATIONAL – onlus PORTE APERTE - OFFENE TÜREN
Maurizio Alemi
Mamadou Gaye
FONDAZIONE ALEXANDER LANGER
STIFTUNG VOLONTARIUS ONLUS
Rainer Girardi
Walter Petrone
Associazione Capofila del progetto FSE:
Associazione Porte Aperte,
tel 0471-281190, fax 0471-281190, e-mail: info@mediatoriculturali.bz.it,
Mamadou Gaye: cell. 3396009426
mercoledì 30 settembre 2009
FORUM DELL’INTEGRAZIONE
INVITA
IL 3 OTTOBRE 2009
a partire dalle ore 9.30
AL CAFFE' PLURAL – BOLZANO- piazza dei Cappuccini
“FORUM DELL’INTEGRAZIONE”
La giornata si concluderà con una
TAVOLA ROTONDA a partire dalle ore 16.00
Programma Sabato 3 ottobre 2009
Ore 9.30
Breve illustrazione della proposta di legge
Gruppi di lavoro:
Breve illustrazione della proposta di legge
Gruppi di lavoro:
• accesso all’alloggio ed assistenza socio–sanitaria
• giovani, scuola e formazione professionale
• politiche di inclusione sociale e diritti di
rappresentanza politica
Ore 14.30
Relazione dei gruppi di lavoro in plenaria
Ore 16.00-18.00
Dibattito e confronto con i rappresentanti politico-istituzionali sulle conclusioni dei gruppi di lavoro
• Assessora al Lavoro, Innovazione
Barbara Repetto
• Assessore alla Cultura
Christian Tommasini
• Segretario generale UIL - Provincia di Bolzano
Toni Serafini
• Vice-Presidente del Consiglio Provinciale
• Vice-Presidente del Consiglio Provinciale
Mauro Minniti
Samstag 3. Oktober 2009
9.30 Uhr
Café Plural - Bozen
Grußworte
Kurze Einführung in den Gesetzesvorschlag
Arbeitsgruppen
• Zugang zur Wohnung und sozio-sanitäre Betreuung
9.30 Uhr
Café Plural - Bozen
Grußworte
Kurze Einführung in den Gesetzesvorschlag
Arbeitsgruppen
• Zugang zur Wohnung und sozio-sanitäre Betreuung
• Jugend, Schule und Berufsbildung
• Politische Maßnahmen der sozialen Eingliederung und Recht auf politische Vertretung
14.30 Uhr
Präsentation der Ergebnisse der Arbeitsgruppen in der Plenarversammlung
16.00 Uhr
Diskussion und Austausch mit den politischen und institutionellen VertreterInnen über die Ergebnisse der Arbeitsgruppen
• Landesrätin für Arbeit und Innovation
Barbara Repetto
• Kulturlandesrat
Christian Tommasini
• Toni Serafini, Generalsekretär UIL-SGK
• Vizepräsident des Südtiroler Landtages
Mauro Minniti
IMMIGRAZIONE - Nei Cie sono rimasti solo gli "italiani"
IMMIGRAZIONE - Nei Cie sono rimasti solo gli "italiani"
DOSSIER. Crollati gli sbarchi, nei Centri di identificazione e espulsione (oltre ai detenuti trasferiti direttamente dal carcere), ormai sono rimasti gli "italiani": immigrati che non hanno la cittadinanza, ma vivono in Italia da 15-20 anni e fuori hanno moglie e figli. Il loro permesso è scaduto, spesso per motivi burocratici. E ora l’Italia li rimpatria. Dalla voce degli interessati, nel Cie di Ponte Galeria a Roma, il più grande d'Italia, abbiamo raccolto le loro incredibili storie.
- Camerunese da 29 anni in Italia, vive a Roma con il figlio di 10 anni, rischia l'espulsione.
- Massaggiatrici da spiaggia e madri di famiglia. Le donne cinesi nel Cie.
- Miguel, da 19 anni in Italia: dalle ville dai ricchi a Ponte Galeria.
- Mohamed, entrato col decreto flussi nel 2007, due anni dopo rischia il rimpatrio.
- Sedicenne detenuta, non ha i documenti per dimostrare la minore età.
- Ragazza albanese di 27 anni, in Italia da quando ne aveva 13: anche per lei c'è l'espulsione. Segue>>>
DOSSIER. Crollati gli sbarchi, nei Centri di identificazione e espulsione (oltre ai detenuti trasferiti direttamente dal carcere), ormai sono rimasti gli "italiani": immigrati che non hanno la cittadinanza, ma vivono in Italia da 15-20 anni e fuori hanno moglie e figli. Il loro permesso è scaduto, spesso per motivi burocratici. E ora l’Italia li rimpatria. Dalla voce degli interessati, nel Cie di Ponte Galeria a Roma, il più grande d'Italia, abbiamo raccolto le loro incredibili storie.
- Camerunese da 29 anni in Italia, vive a Roma con il figlio di 10 anni, rischia l'espulsione.
- Massaggiatrici da spiaggia e madri di famiglia. Le donne cinesi nel Cie.
- Miguel, da 19 anni in Italia: dalle ville dai ricchi a Ponte Galeria.
- Mohamed, entrato col decreto flussi nel 2007, due anni dopo rischia il rimpatrio.
- Sedicenne detenuta, non ha i documenti per dimostrare la minore età.
- Ragazza albanese di 27 anni, in Italia da quando ne aveva 13: anche per lei c'è l'espulsione. Segue>>>
mercoledì 29 luglio 2009
appello registrazione alla nascita figli di cittadini stranieri
Care/i,
come sapete, la legge n. 94/2009 (c.d. "pacchetto sicurezza") prevede una norma che, se interpretata restrittivamente, potrebbe impedire la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari. L'A.S.G.I. intende dunque chiedere al Governo e alle Regioni di emanare disposizioni attuative al fine di chiarire che l'obbligo di esibizione del permesso di soggiorno previsto da tale norma non si applica alla dichiarazione di nascita ed al riconoscimento del figlio naturale, in quanto tra le possibili interpretazioni della legge, questa è la sola conforme alla Costituzione e agli obblighi internazionali. Vi inviamo in allegato le due lettere, indirizzate rispettivamente al Governo e alle Regioni (si differenziano solo nella parte finale relativa alle richieste). Preghiamo tutte le organizzazioni che volessero aderire, di far pervenire l'adesione a info@asgi.it
href="http://it.mc285.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@asgi.it" ymailto="mailto:info@asgi.it">info@asgi.it> entro lunedì 3 agosto, indicando il nome dell'organizzazione e (se attiva solo a livello locale) la città. Vi preghiamo inoltre di diffondere questo messaggio a tutti coloro che potrebbero essere interessati. Invitiamo, infine, a segnalarci qualsiasi caso in cui venga richiesto il permesso di soggiorno per effettuare la registrazione alla nascita. Grazie e a presto, Elena Rozzi (A.S.G.I.)
come sapete, la legge n. 94/2009 (c.d. "pacchetto sicurezza") prevede una norma che, se interpretata restrittivamente, potrebbe impedire la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari. L'A.S.G.I. intende dunque chiedere al Governo e alle Regioni di emanare disposizioni attuative al fine di chiarire che l'obbligo di esibizione del permesso di soggiorno previsto da tale norma non si applica alla dichiarazione di nascita ed al riconoscimento del figlio naturale, in quanto tra le possibili interpretazioni della legge, questa è la sola conforme alla Costituzione e agli obblighi internazionali. Vi inviamo in allegato le due lettere, indirizzate rispettivamente al Governo e alle Regioni (si differenziano solo nella parte finale relativa alle richieste). Preghiamo tutte le organizzazioni che volessero aderire, di far pervenire l'adesione a info@asgi.it
href="http://it.mc285.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@asgi.it" ymailto="mailto:info@asgi.it">info@asgi.it> entro lunedì 3 agosto, indicando il nome dell'organizzazione e (se attiva solo a livello locale) la città. Vi preghiamo inoltre di diffondere questo messaggio a tutti coloro che potrebbero essere interessati. Invitiamo, infine, a segnalarci qualsiasi caso in cui venga richiesto il permesso di soggiorno per effettuare la registrazione alla nascita. Grazie e a presto, Elena Rozzi (A.S.G.I.)
lunedì 6 luglio 2009
Il Movimento cattolico internazionale Pax Christi
[Pax Christi• 05.07.09] Il Movimento cattolico internazionale per la Pace ha redatto un documento, rivolto a tutti, che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito. «Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti»...
«Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento (Ddl Sicurezza, ndr) varato il 2 luglio 2009 dal Senato sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civiltà del diritto espressa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (la dignità della persona umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle Nazioni Unite il cui spirito è presente nella Dottrina Sociale della Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che è il bene di tutti e di ciascuno, sintesi di libertà e giustizia. Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace" pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che nessuno straniero sia di per sè un delinquente. Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo «Ero straniero e mi avete accolto» (Matteo 25)?»
Il Movimento cattolico internazionale per la pace Pax Christi ha redatto un documento che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito:
LA GLORIA DI DIO RISPLENDE SUL VOLTO DI OGNI PERSONA DOLORE E ORRORE PERCHÈ IL RAZZISMO È ORMAI «A NORMA DI LEGGE» «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35). La Parola di Cristo porta a compimento la logica della Scrittura dal Levitico 19,33-34 – «Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso», al Deutoronomio 10,19 – «Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto», alla Lettera agli Ebrei 13,2 – «Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli». Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti. La legge «porterà solo dolore», osserva Agostino Marchetto del Pontificio Consiglio dei Migranti. Il dolore nasce dall'orrore giuridico e civile del «reato di clandestinità», dall'idea del povero come delinquente e della povertà come reato. La legge votata non è solo contraria alla nostra Costituzione ma a tutta la civiltà del Diritto. Punisce una condizione di nascita, l'essere straniero, invece che la commissione di un reato. Dichiara reato una condizione anagrafica. Infermieri, domestiche, badanti, lavoratori (vittime spesso di morti nei cantieri) o persone in cerca di lavoro e di dignità diventano delinquenti. A questo punto, quanti stranieri frequenteranno un servizio sociale o si rivolgeranno, se vittime della "tratta", ad associazioni volontarie o istituzionali, forze di Polizia comprese, oggi messe in un angolo dalla diffusione delle cosiddette "ronde"? Quanti stranieri andranno a far registrare una nascita, si presenteranno in ospedale per farsi curare? Quali gravi conseguenze questo potrà produrre sulla salute di tutti i cittadini è già stato evidenziato da moltissime associazioni di medici. Siamo il paese di Caino? Abbiamo una legge cattiva che ostacola i matrimoni, rompe l'unità delle famiglie. Si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati che diverranno "figli di nessuno", potranno essere sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo, hanno rilevato alcuni scrittori, si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali del 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. La legge è pericolosa perché accrescerà la clandestinità che dice di combattere, favorirà il "si salvi chi può", darà spazio alla criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza di tutti. Non c’è futuro senza solidarietà. La legge, tra l'altro, è inutilmente crudele, ricorda don Ciotti. Ci fa tornare ai tempi della discriminazione razziale. É una forma di accanimento contro i poveri anche se la povertà più grande, oggi, è la nostra: povertà di coraggio, di umanità, di capacità di scommettere sugli altri, di costruire insieme una sicurezza comune. La sicurezza basata sulla paura sta diventando un alibi per norme ingiuste e dannose, per scaricare il malessere di molti italiani sugli immigrati, capro espiatorio della crisi, bersaglio facile su cui sfoghiamo il tramonto di ogni etica condivisa e della testimonianza cristiana. La tutela della vita e della dignità umana va assunta nella sua interezza per tutti e in ogni momento dell'esistenza. «Non c'è futuro senza solidarietà» scrive il cardinal Tettamanzi. Non c'è sicurezza senza l'aiuto reciproco, senza l'esercizio dei diritti e dei doveri dentro un'azione comune per il bene comune. Costruire comunità e città conviviali. Benedetto XVI da tempo ci invita come comunità ecclesiale a diventare «casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l'intera famiglia umana». Per il Papa ogni comunità cristiana deve «aiutare la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione [...]. Solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera» (Angelus 17 agosto 2008). Invitiamo, quindi, le comunità cristiane e tutti gli operatori di pace a mobilitarsi per costruire la pace nella vita quotidiana spesso prigioniera di solitudini, governata dalla paura e coinvolta in progetti tribali e autoritari. La gloria di Dio. Nessuno ci è straniero anche perché la distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi stessi e la nostra responsabilità di fronte a lui è quella che abbiamo verso la famiglia umana amata da Dio, verso di noi, pronti a testimoniare la profezia del Risorto che annuncia la pace. «Dio non fa preferenze di persone» (Atti 10,34, Romani 2,11 e 10,12; Galati 2,6 e 3,28; Efesini 6,9; 1 Corinti 12,13; Colossesi 3,11) poiché tutti gli uomini hanno la stessa dignità di creature a Sua immagine e somiglianza. Poiché sul volto di ogni uomo risplende qualcosa della gloria di Dio, la dignità di ogni uomo davanti a Dio sta a fondamento della dignità dell’uomo davanti agli altri uomini (Compendio della dottrina sociale n. 144). Questi nostri giorni sono difficili ed oscuri. É stata oscurata la gloria di Dio.
Pax Christi, Domenica 5 luglio 2009
«Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento (Ddl Sicurezza, ndr) varato il 2 luglio 2009 dal Senato sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civiltà del diritto espressa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (la dignità della persona umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle Nazioni Unite il cui spirito è presente nella Dottrina Sociale della Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che è il bene di tutti e di ciascuno, sintesi di libertà e giustizia. Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace" pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che nessuno straniero sia di per sè un delinquente. Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo «Ero straniero e mi avete accolto» (Matteo 25)?»
Il Movimento cattolico internazionale per la pace Pax Christi ha redatto un documento che a partire da oggi, domenica 5 luglio, verrà distribuito nelle parrocchie e ovunque sarà possibile. Ve lo proponiamo di seguito:
LA GLORIA DI DIO RISPLENDE SUL VOLTO DI OGNI PERSONA DOLORE E ORRORE PERCHÈ IL RAZZISMO È ORMAI «A NORMA DI LEGGE» «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35). La Parola di Cristo porta a compimento la logica della Scrittura dal Levitico 19,33-34 – «Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso», al Deutoronomio 10,19 – «Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto», alla Lettera agli Ebrei 13,2 – «Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli». Dolore e orrore. Il 2 luglio 2009 è stata votata una legge che rompe l'unità della famiglia umana e ne offende la dignità, prende piede l'idea che esistano esseri umani di seconda e terza categoria , un popolo di «nonpersone», di esseri umani, uomini e donne invisibili. É una perdita totale di senso morale e di sentimento dell'umano; questo accade, nel nostro paese che ha prodotto milioni di emigranti. La legge «porterà solo dolore», osserva Agostino Marchetto del Pontificio Consiglio dei Migranti. Il dolore nasce dall'orrore giuridico e civile del «reato di clandestinità», dall'idea del povero come delinquente e della povertà come reato. La legge votata non è solo contraria alla nostra Costituzione ma a tutta la civiltà del Diritto. Punisce una condizione di nascita, l'essere straniero, invece che la commissione di un reato. Dichiara reato una condizione anagrafica. Infermieri, domestiche, badanti, lavoratori (vittime spesso di morti nei cantieri) o persone in cerca di lavoro e di dignità diventano delinquenti. A questo punto, quanti stranieri frequenteranno un servizio sociale o si rivolgeranno, se vittime della "tratta", ad associazioni volontarie o istituzionali, forze di Polizia comprese, oggi messe in un angolo dalla diffusione delle cosiddette "ronde"? Quanti stranieri andranno a far registrare una nascita, si presenteranno in ospedale per farsi curare? Quali gravi conseguenze questo potrà produrre sulla salute di tutti i cittadini è già stato evidenziato da moltissime associazioni di medici. Siamo il paese di Caino? Abbiamo una legge cattiva che ostacola i matrimoni, rompe l'unità delle famiglie. Si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati che diverranno "figli di nessuno", potranno essere sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo, hanno rilevato alcuni scrittori, si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali del 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. La legge è pericolosa perché accrescerà la clandestinità che dice di combattere, favorirà il "si salvi chi può", darà spazio alla criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza di tutti. Non c’è futuro senza solidarietà. La legge, tra l'altro, è inutilmente crudele, ricorda don Ciotti. Ci fa tornare ai tempi della discriminazione razziale. É una forma di accanimento contro i poveri anche se la povertà più grande, oggi, è la nostra: povertà di coraggio, di umanità, di capacità di scommettere sugli altri, di costruire insieme una sicurezza comune. La sicurezza basata sulla paura sta diventando un alibi per norme ingiuste e dannose, per scaricare il malessere di molti italiani sugli immigrati, capro espiatorio della crisi, bersaglio facile su cui sfoghiamo il tramonto di ogni etica condivisa e della testimonianza cristiana. La tutela della vita e della dignità umana va assunta nella sua interezza per tutti e in ogni momento dell'esistenza. «Non c'è futuro senza solidarietà» scrive il cardinal Tettamanzi. Non c'è sicurezza senza l'aiuto reciproco, senza l'esercizio dei diritti e dei doveri dentro un'azione comune per il bene comune. Costruire comunità e città conviviali. Benedetto XVI da tempo ci invita come comunità ecclesiale a diventare «casa ospitale per tutti, segno e strumento di comunione per l'intera famiglia umana». Per il Papa ogni comunità cristiana deve «aiutare la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione [...]. Solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera» (Angelus 17 agosto 2008). Invitiamo, quindi, le comunità cristiane e tutti gli operatori di pace a mobilitarsi per costruire la pace nella vita quotidiana spesso prigioniera di solitudini, governata dalla paura e coinvolta in progetti tribali e autoritari. La gloria di Dio. Nessuno ci è straniero anche perché la distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi stessi e la nostra responsabilità di fronte a lui è quella che abbiamo verso la famiglia umana amata da Dio, verso di noi, pronti a testimoniare la profezia del Risorto che annuncia la pace. «Dio non fa preferenze di persone» (Atti 10,34, Romani 2,11 e 10,12; Galati 2,6 e 3,28; Efesini 6,9; 1 Corinti 12,13; Colossesi 3,11) poiché tutti gli uomini hanno la stessa dignità di creature a Sua immagine e somiglianza. Poiché sul volto di ogni uomo risplende qualcosa della gloria di Dio, la dignità di ogni uomo davanti a Dio sta a fondamento della dignità dell’uomo davanti agli altri uomini (Compendio della dottrina sociale n. 144). Questi nostri giorni sono difficili ed oscuri. É stata oscurata la gloria di Dio.
Pax Christi, Domenica 5 luglio 2009
sabato 13 giugno 2009
equal rights Iran
equal rights iran
4.6.2009, Fondazione Alexander Langer Stiftung
Euromediterranea 2009 equal rights iran 2–5 July, Bolzano/Bozen (Italy) http://www.alexanderlanger.org// Avventuratevi con noi alla scoperta di un’altro Iran. Narges Mohammadi insieme agli altri ospiti ci guideranno dal impegno della premiata per i diritti fondamentali alla Persia antica fino alla letteratura classica e contemporanea iraniana. Begleiten Sie uns auf die Reise in einen anderen Iran. Wir werden das politische Engagement der Preisträgerin Narges Mohammadi im Einsatz für mehr Rechte kennen lernen und uns dem antiken Persien und der klassischen und zeitgenössischen Literatur des Landes nähern. Come along with us into another Iran. We will get to know the political engagement for human rights of Narges Mohammadi, the history of the ancient Persia and the classical and contempary iranian literature.
Euromediterranea2009program.pdf (374 KB)
4.6.2009, Fondazione Alexander Langer Stiftung
Euromediterranea 2009 equal rights iran 2–5 July, Bolzano/Bozen (Italy) http://www.alexanderlanger.org// Avventuratevi con noi alla scoperta di un’altro Iran. Narges Mohammadi insieme agli altri ospiti ci guideranno dal impegno della premiata per i diritti fondamentali alla Persia antica fino alla letteratura classica e contemporanea iraniana. Begleiten Sie uns auf die Reise in einen anderen Iran. Wir werden das politische Engagement der Preisträgerin Narges Mohammadi im Einsatz für mehr Rechte kennen lernen und uns dem antiken Persien und der klassischen und zeitgenössischen Literatur des Landes nähern. Come along with us into another Iran. We will get to know the political engagement for human rights of Narges Mohammadi, the history of the ancient Persia and the classical and contempary iranian literature.
Euromediterranea2009program.pdf (374 KB)
Aspettando Narges
Aspettando Narges - omaggio al cinema iraniano dal 5 giugno con il Cineforum Bolzano
30.5.2009, Videodrome, via Roen 6 Bz
L’Iran è da tempo al centro dell’attenzione mediatica, concentrata in questo periodo sulle imminenti elezioni presidenziali del 12 giugno. L’Iran ha una cultura antica e una società giovane e molto viva, in particolare nella componente femminile. La qualità del suo cinema, apprezzato e premiato, sta lì a dimostrarlo, così capace di descrivere con ironia e poesia una realtà dura ma ricca di potenzialità. Il cinema iraniano, anche quello meno conosciuto, ha molto da raccontare.
Il premio internazionale Alexander Langer è stato destinato per il 2009 a Narges Mohammadi, una donna che s’impegna con coraggio e tenacia per il rispetto dei diritti fondamentali insieme alla più conosciuta Premio Nobel Shirin Ebadi. Il 7 settembre 2008 è stata eletta presidente del comitato esecutivo del Consiglio Nazionale della pace in Iran, una vasta coalizione contro lo scontro militare e di promozione dei diritti umani.
Dal 2 al 5 luglio prossimo sarà a Bolzano, all’interno dell’ormai tradizionale incontro “euromediterranea” che vedrà quel paese al centro di molteplici iniziative culturali.
Il programma dettagliato della manifestazione in http://www.alexanderlanger.org/
Questo ciclo di film, un piccolo omaggio al cinema iraniano, vuole introdurre e accompagnare questo appuntamento.
Programma dettagliato: Cineforum Bolzano – via Roen, 6 – Videodrome
Venerdì 5 giugno .- ore 21
Jafar Panahi – Il cerchio - Iran/Italia 2000 – 90’ Leone d’oro a Venezia.
Teheran. Otto storie di donne unite da un destino comune: la prigione.
A seguire:Babak Amini – Angels die in the soil – Iran 2008, 30’ sott. it
Vincitore del Festival Borderland 2008
Una ragazza kurdo-irakena, con padre malato, guadagna da vivere vendendo le ossa dei soldati iraniani uccisi durante la guerra Iran-Iraq. Un giorno s’imbatte in un soldato americano. Per aiutarlo sarà coinvolta in un episodio di terrorismo.
Venerdì 12 giugno – ore 21
Abbas Kiarostami – Dieci – Iran 2002 – 92’
Dieci incontri, senza tabù, di una donna divorziata con personaggi ai quali dà un passaggio in macchina.
A seguire:
Abdolrahman Mirani - The wodden carpet – Iran 2009 – 18’
Documentario premiato al Film Festival della montagna di Trento 2009
Donne, uomini, vecchi e bambini devono ricostruire, a mani nude, un ponte distrutto da un’alluvione, in un paese di confine a 1400 metri d’altitudine.
Venerdì 19 giugno – ore 21
Majid Madidi – Baran – Iran 2001 – 94’
Un profugo afgano in Iran lavora in nero in un cantiere edile. Non sopporta un nuovo giovane assunto, finché non fa una scoperta che gli cambia la vita.
Venerdì 26 giugno – ore 21
Jafar Panahi – Oro rosso - - Iran 2003 – 96’
Teheran. La storia tragica di un reduce di guerra che si sente accerchiato da un mondo frenetico e profondamente ingiusto.
30.5.2009, Videodrome, via Roen 6 Bz
L’Iran è da tempo al centro dell’attenzione mediatica, concentrata in questo periodo sulle imminenti elezioni presidenziali del 12 giugno. L’Iran ha una cultura antica e una società giovane e molto viva, in particolare nella componente femminile. La qualità del suo cinema, apprezzato e premiato, sta lì a dimostrarlo, così capace di descrivere con ironia e poesia una realtà dura ma ricca di potenzialità. Il cinema iraniano, anche quello meno conosciuto, ha molto da raccontare.
Il premio internazionale Alexander Langer è stato destinato per il 2009 a Narges Mohammadi, una donna che s’impegna con coraggio e tenacia per il rispetto dei diritti fondamentali insieme alla più conosciuta Premio Nobel Shirin Ebadi. Il 7 settembre 2008 è stata eletta presidente del comitato esecutivo del Consiglio Nazionale della pace in Iran, una vasta coalizione contro lo scontro militare e di promozione dei diritti umani.
Dal 2 al 5 luglio prossimo sarà a Bolzano, all’interno dell’ormai tradizionale incontro “euromediterranea” che vedrà quel paese al centro di molteplici iniziative culturali.
Il programma dettagliato della manifestazione in http://www.alexanderlanger.org/
Questo ciclo di film, un piccolo omaggio al cinema iraniano, vuole introdurre e accompagnare questo appuntamento.
Programma dettagliato: Cineforum Bolzano – via Roen, 6 – Videodrome
Venerdì 5 giugno .- ore 21
Jafar Panahi – Il cerchio - Iran/Italia 2000 – 90’ Leone d’oro a Venezia.
Teheran. Otto storie di donne unite da un destino comune: la prigione.
A seguire:Babak Amini – Angels die in the soil – Iran 2008, 30’ sott. it
Vincitore del Festival Borderland 2008
Una ragazza kurdo-irakena, con padre malato, guadagna da vivere vendendo le ossa dei soldati iraniani uccisi durante la guerra Iran-Iraq. Un giorno s’imbatte in un soldato americano. Per aiutarlo sarà coinvolta in un episodio di terrorismo.
Venerdì 12 giugno – ore 21
Abbas Kiarostami – Dieci – Iran 2002 – 92’
Dieci incontri, senza tabù, di una donna divorziata con personaggi ai quali dà un passaggio in macchina.
A seguire:
Abdolrahman Mirani - The wodden carpet – Iran 2009 – 18’
Documentario premiato al Film Festival della montagna di Trento 2009
Donne, uomini, vecchi e bambini devono ricostruire, a mani nude, un ponte distrutto da un’alluvione, in un paese di confine a 1400 metri d’altitudine.
Venerdì 19 giugno – ore 21
Majid Madidi – Baran – Iran 2001 – 94’
Un profugo afgano in Iran lavora in nero in un cantiere edile. Non sopporta un nuovo giovane assunto, finché non fa una scoperta che gli cambia la vita.
Venerdì 26 giugno – ore 21
Jafar Panahi – Oro rosso - - Iran 2003 – 96’
Teheran. La storia tragica di un reduce di guerra che si sente accerchiato da un mondo frenetico e profondamente ingiusto.
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