venerdì 12 novembre 2010
"Siamo tutti su una gru"
"Siamo tutti su una gru"
La Rete dei Diritti dei Senza Voce, con adesione: Centro Pace e Pax Christi, CGIL/AGB, Iniziativa per più' democrazia, OEW, gruppo dialogo interculturale di Merano,Associazione Porte Aperte
, invita ad un incontro:
lunedì alle 18.00
Palazzo Altmann/ Haus Altmann: Piazza Gries – Grieser Platz 18 - 39100 Bolzano Bozen
In questi giorni si stanno registrando in tutto il paese drammatiche tensioni sociali.
In moltissime regioni del'Italia, in particolare a Brescia, gli immigrati appoggiati da molti rappresentanti della società civile, si stanno mobilitando pacificamente per contestare una vera e propria truffa che si è consumata ai loro danni. Si tratta, infatti, di persone che vivono e lavorano regolarmente, e che hanno fatto regolare domanda del permesso di soggiorno. Ma, nonostante abbiano anche pagato lautamente, si sono visti respingere la richiesta in modo assolutamente illegittimo e discriminatorio. Ora, il Governo, rispetto alle sacrosante proteste e alle richieste di una sanatoria in grado di sanare un'ingiustizia evidente sa rispondere solo con il linguaggio della forza e della repressione violenta.
Anche in Alto Adige/ Südtirol sono molti gli immigrati in questa situazione ed è necessario che vi sia un'ampia mobilitazione delle istituzioni e delle forze politiche e sociali affinchè siano ripristinati la giustizia e la certezza del diritto. La Rete dei Diritti dei Senza Voce vi invita ad un'assemblea su questo problema per costruire le necessarie iniziative e azioni e per un momento di verifica e di dialogo sul tema dell' immigrazione nella nostra terra.
Abbiamo pensato il giorno di (da decidere insieme)
Aspettiamo il vostro adesione.
Amir Sadeghi
Presidente Rete per i Diritti
In diesen Tagen erleben wir dramatische soziale Spannungen im ganzen Land.
In vielen Regionen Italiens, insbesondere in Brescia, mobilisieren sich friedlich die Einwanderer, unterstützt von vielen Vertretern der zivilen Gesellschaft, um gegen einen wahrhaften Betrug zu protestieren, dem sie ausgesetzt wurden. Es handelt sich nämlich um Personen, die hier regelmässig leben und arbeiten und die eine ordnungsmässige Anfrage für die Aufenthaltsgenehmigung eingereicht haben. Aber, obwohl sie reichhaltig dafür bezahlt haben, wurde die Anfrage auf illegaler und diskriminierender Art zurückgewiesen. Die Antwort der Regierung auf gerechtfertigten Protesten und auf der Anfrage einer Amnestie um diese klare Ungerechtigkeit zu sanieren ist nur die Sprache der Muskeln und der gewaltsamen Unterdrückung.
Auch in Südtirol / Alto Adige erleben viele Einwanderer diese Situation und deshalb ist eine umfassende Mobilisierung der Institutionen und der öffentlichen und sozialen Kräfte notwendig um die Gerechtigkeit und die Sicherheit des Rechtes wieder her zu stellen. Das Netz der Rechte der Stimmlosen lädt zu einer Versammlung ein, um über dieses Problem zu diskutieren, um die notwendigen Initiativen und Aktionen und um einen Dialog um dem Thema Einwanderung in unserem Land zu erschaffen.
Wir dachten an Freitag um ...... Uhr.
Wir erwarte euer Feedback.
Amir Sadeghi
Präsident Netz der Rechte der Stimmlosen
La Rete per i Diritti dei Senza Voce
mercoledì 7 luglio 2010
Libia: più di 200 persone di nazionalità eritrea rischiano il rimpatrio forzato
Libia: più di 200 persone di nazionalità eritrea rischiano il rimpatrio forzato
Secondo informazioni ricevute da Amnesty International, più di 200 cittadini eritrei sono stati picchiati e trasferiti con la forza dal centro di detenzione di Misratah a quello di Sabha, dove le condizioni sono di gran lunga peggiori. Rischiano il rimpatrio forzato in Eritrea, dove potrebbero subire torture.Sia il centro di detenzione di Misratah che quello di Sabha sono destinati ai "migranti irregolari", sebbene le autorità libiche facciano poco o nulla per distinguere tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti.Circa due settimane fa, gli agenti di sicurezza libici hanno fatto circolare un modulo in lingua tigrina nel centro di detenzione di Misratah, chiedendo ai detenuti eritrei di compilarlo. Circa la metà di loro si è rifiutata di farlo, temendo che le informazioni personali riportate sarebbero state trasmesse alle autorità eritree. Il 29 giugno, circa 15 detenuti hanno tentato la fuga; 13 di essi sarebbero stati catturati nei due giorni successivi.Secondo le informazioni inviate ad Amnesty International, la notte del 29 giugno, circa 100 soldati e agenti di polizia hanno circondato il centro di detenzione di Misratah. Erano armati con fucili e gas lacrimogeni. All'alba del 30 giugno hanno fatto irruzione nelle celle e hanno picchiato i detenuti con bastoni e fruste. Almeno 14 persone sarebbero state gravemente ferite e portate in ospedale. Lo stesso giorno, più di 200 detenuti eritrei sono stati caricati a forza su due container e trasportati a Sabha, sorvegliati da un convoglio di militari e poliziotti. Almeno quattro uomini sono stati separati dalle loro famiglie; 13 donne e sette bambini eritrei sono ancora nel centro di detenzione di Misratah, nessuno di loro è stato trasferito o picchiato.Gli oltre 200 eritrei si trovano ora nel centro di detenzione di Sabha, in pessime condizioni a causa della carenza di cibo e acqua, dell'inadeguatezza dei servizi igienico-sanitari e del sovraffollamento delle celle. A diversi detenuti che hanno riportato gravi ferite sono state negate le cure mediche. I detenuti temono il rimpatrio forzato nel loro paese di origine, dove sono a rischio di tortura e altri maltrattamenti, la punizione riservata a chi ha "tradito" il paese o ha disertato la leva militare. I loro timori si aggiungono alle minacce delle forze di sicurezza libiche che, mentre li picchiavano, urlavano che li avrebbero uccisi o rimpatriati.Firma all'appello di Amnesty International e scrivi alle autorità.
Aggiornamenti sul sito http://fortresseurope.blogspot.com/ e http://habeshia.blogspot.com/ .
L'appello de l'Unità: adottiamo un profugo
Il comunicato ASGI del 1° luglio 2010
Secondo informazioni ricevute da Amnesty International, più di 200 cittadini eritrei sono stati picchiati e trasferiti con la forza dal centro di detenzione di Misratah a quello di Sabha, dove le condizioni sono di gran lunga peggiori. Rischiano il rimpatrio forzato in Eritrea, dove potrebbero subire torture.Sia il centro di detenzione di Misratah che quello di Sabha sono destinati ai "migranti irregolari", sebbene le autorità libiche facciano poco o nulla per distinguere tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti.Circa due settimane fa, gli agenti di sicurezza libici hanno fatto circolare un modulo in lingua tigrina nel centro di detenzione di Misratah, chiedendo ai detenuti eritrei di compilarlo. Circa la metà di loro si è rifiutata di farlo, temendo che le informazioni personali riportate sarebbero state trasmesse alle autorità eritree. Il 29 giugno, circa 15 detenuti hanno tentato la fuga; 13 di essi sarebbero stati catturati nei due giorni successivi.Secondo le informazioni inviate ad Amnesty International, la notte del 29 giugno, circa 100 soldati e agenti di polizia hanno circondato il centro di detenzione di Misratah. Erano armati con fucili e gas lacrimogeni. All'alba del 30 giugno hanno fatto irruzione nelle celle e hanno picchiato i detenuti con bastoni e fruste. Almeno 14 persone sarebbero state gravemente ferite e portate in ospedale. Lo stesso giorno, più di 200 detenuti eritrei sono stati caricati a forza su due container e trasportati a Sabha, sorvegliati da un convoglio di militari e poliziotti. Almeno quattro uomini sono stati separati dalle loro famiglie; 13 donne e sette bambini eritrei sono ancora nel centro di detenzione di Misratah, nessuno di loro è stato trasferito o picchiato.Gli oltre 200 eritrei si trovano ora nel centro di detenzione di Sabha, in pessime condizioni a causa della carenza di cibo e acqua, dell'inadeguatezza dei servizi igienico-sanitari e del sovraffollamento delle celle. A diversi detenuti che hanno riportato gravi ferite sono state negate le cure mediche. I detenuti temono il rimpatrio forzato nel loro paese di origine, dove sono a rischio di tortura e altri maltrattamenti, la punizione riservata a chi ha "tradito" il paese o ha disertato la leva militare. I loro timori si aggiungono alle minacce delle forze di sicurezza libiche che, mentre li picchiavano, urlavano che li avrebbero uccisi o rimpatriati.Firma all'appello di Amnesty International e scrivi alle autorità.
Aggiornamenti sul sito http://fortresseurope.blogspot.com/ e http://habeshia.blogspot.com/ .
L'appello de l'Unità: adottiamo un profugo
Il comunicato ASGI del 1° luglio 2010
mercoledì 30 giugno 2010
ROMA: VIOLATI I DIRITTI DEI MINORI ROM
COMUNICATO STAMPA
ROMA: VIOLATI I DIRITTI DEI MINORI ROM
NEL CENTRO DI VIA SALARIA, 971
L’associazione 21 luglio lancia un appello al Sindaco di Roma ed al Commissario straordinario per l’emergenza nomadi
Dal 13 novembre 2009 centinaia di rom provenienti dal ex campo Casilino 700 e da altri insediamenti della capitale (Centocelle, via Labaro, via Papiria, via Naide, via De Mata, ecc…) sono stati “ospitati” nell’edificio dell’ex ente Cellulosa di Via Salaria 971, già precedentemente occupato da circa 80 nuclei familiari con minori fatti sgomberare a settembre dello stesso anno. All’interno sono attualmente presenti circa 250 persone di differenti etnie, quasi la metà minori. Nella struttura non è consentito il libero accesso e le visite sono concesse previa autorizzazione e a seguito di formale richiesta motivata. Ciò non ha impedito a rappresentanti dell’associazione “21 luglio” di raccogliere storie e testimonianze al fine di valutare le condizioni di vita dei tanti minori accolti.
Più di cento minori di diverse etnie passano le giornate in due stanzoni privi di divisori, con letti allineati senza che venga garantita l’autonomia individuale e la privacy. L’aria è insalubre per il poco ricambio di aria e la scarsa luminosità mentre grandi macchie di umidità sul soffitto testimoniano le infiltrazioni di acqua che, quando piove, allaga il pavimento. All’esterno docce e bagni: 3 ogni 100 persone. La luce a neon resta sempre accesa, anche di notte. La sicurezza della struttura è affidata a giovani dipendenti di una cooperativa specializzata in giardinaggio e cura del verde pubblico. Mancano spazi per il gioco e per le attività ludico-formative e le norme in materia di sicurezza sono totalmente violate. Non risulta che la struttura abbia messo in atto gli accorgimenti previsti dalla legge atti ad evitare il rischio di pericolo per i minori ospitati.
Per tutti i minori il processo di scolarizzazione si è praticamente interrotto con l’ingresso nella ex cartiera ed alcuni di essi passano le giornate intenti alla pulizia di cavi elettrici da cui ricavare rame da rivendere come materiale ferroso.
Secondo quanto rilevato dall’associazione “21 luglio” tale prassi rappresenta una grave violazione dei diritti dei minori ed è in contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e con la legge italiana.
La nostra riflessione parte da qui.
È possibile che esista in un paese democratico una zona di “accoglienza” e non di detenzione così limitata all’accesso esterno? Come si definisce formalmente una situazione come quella dell’ex cartiera che non risponde alle caratteristiche di una struttura d’accoglienza, e non è, di fatto una struttura di emergenza per una situazione provvisoria? Cosa ne è dei requisiti strutturali stabiliti dalla legge regionale n.41/2003 che disciplina l’ambito delle strutture di accoglienza sul territorio laziale? La struttura è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia edilizia, igienico-sanitaria e di prevenzione incendi? Dove si colloca la struttura di via Salaria all’interno del Piano Nomadi presentato dall’Amministrazione comunale?
Perché, malgrado la dichiarazione di chiusura dell’ex cartiera rilasciata sul quotidiano Il Messaggero il 13 marzo 2010 dal sindaco di Roma, la struttura non solo non si è chiusa ma è stata ampliata negli spazi?
Alla luce di ciò l’associazione “21 luglio” chiede che all’interno del Centro di Via Salaria, 971 vengano pienamente rispettati i diritti dei minori stranieri così come stabilito dalla Convenzione ONU dei diritti sull’Infanzia e Adolescenza laddove in ogni decisione che riguardi minori si debba sempre tener conto del “loro superiore interesse”, considerazione preminente ad ogni altra. (art. 3).
Sempre in riferimento alla suddetta Convenzione si fa presente che a tutti minori provenienti dal Casilino 700 e dagli altri insediamenti abusivi è stato ostacolato il diritto all’istruzione (artt. 28 e 29), nonostante fosse stata più volte promessa una navetta che permettesse loro di continuare a raggiungere la scuola frequentata precedentemente allo sgombero.
Giova a questo punto ricordare che la Convenzione dispone:
“gli Stati devono garantire il diritto alla vita alla sopravvivenza e allo sviluppo del fanciullo “ (art. 6)
“gli Stati parti devono riconoscere il diritto di ogni fanciullo a un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale (…). Gli Stati parti adottano adeguati provvedimenti, in considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e programmi di sostegno(…)( art. 27).
Di fatto le violazione dei diritti segnalate all’interno dell’ex cartiera di via Salaria contravvengono anche l’articolo 30 della Carta Sociale Europea secondo il quale "ogni persona ha diritto alla protezione dalla povertà e dall’emarginazione sociale".
Tutto ciò accade dopo le celebrazioni del ventesimo anniversario della Convenzione e al cinquantesimo anniversario della Dichiarazione ONU sui Diritti dell'Infanzia e Adolescenza che stabilisce l’assoluto diritto allo studio e soprattutto ad un alloggio.
L’associazione “21 luglio” chiede dunque al Commissario straordinario per l'emergenza nomadi a Roma dott. Giuseppe Pecoraro e al sindaco della città di Roma on. Gianni Alemanno che:
1. All’interno del Centro di Via Salaria, 971 siano pienamente rispettati i diritti dei minori rom in conformità alla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e alle altre norme internazionali e nazionali, e in particolare che in ogni provvedimento riguardante i minorenni si tenga conto del "superiore interesse del minore" come considerazione preminente rispetto ad ogni altra .
2. Siano adottate tutte le misure necessarie perché ai minori rom presenti nella struttura di via Salaria, 971 siano garantiti la stessa protezione e gli stessi diritti riconosciuti ai minori cittadini, secondo quanto stabilito dalla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (artt. 20, 22) e dalla legislazione nazionale, con riferimento all'immediato collocamento in una struttura di accoglienza adeguata, al diritto alla salute e all'istruzione, al diritto al gioco ecc., e siano predisposti adeguati spazi specificamente destinati ai minori.
Auspichiamo per la città di Roma una politica dell'accoglienza vera, una politica che rispetti i diritti dell’infanzia e renda per i minori di etnia rom l'integrazione non solo un diritto ma un dato di fatto. Tutto ciò nella consapevolezza che la civiltà di un popolo o di una cultura si misura attraverso il rispetto per i più deboli, in primo luogo i bambini.
martedì 29 giugno 2010
la legge dei Verdi sulla estensione delle borse di studi
Oggi, 17 giugno, la 2 commissione legislativa del consiglio provinciale ha trattato la legge dei Verdi sulla estensione delle borse di studi per le lingue e per gli studenti universitari anche ai “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo”. La commissione ha votato contro a maggioranza al disegno di legge, che comunque sarà iscritto all’ordine del giorno in Consiglio provinciale e con l’impegno sia dell’assessora Kasslatter, sia dei consiglieri Svp, di votare a favore in aula qualora non sia stata prima approvata la legge nuova sull’immigrazione, che contiene le stesse norme che noi Verdi proponevamo nel nostro disegno di legge.
Dunque, buone notizie: o queste norme saranno comprese nel disegno di legge della giunta e questo sarà approvato, oppure – almeno per oggi – la maggioranza si è impegnata a approvare in aula il nostro disegno di legge.
Il funzionario inviato in commissione dalla Kasslatter mi ha mostrato la bozza del disegno di legge della giunta e effettivamente i “cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo” vi sono previsti e messi a pari condizioni sia per quanto riguarda il finanziamento di corsi all’estero per apprendere le lingue (sia straniere che le due lingue della provincia), sia per le borse di studio per studenti universitari in università fuori provincia, sia in Italia che all’estero. Nel disegno di legge della giunta sono contenute anche tante altre norme che non sono riuscito a vedere. Il funzionario ha detto che la giunta vorrebbe approvare il disegno di legge prima dell’estate. Ci riuscirà? Non lo so. Se le cose andranno storte c’è il “paracadute” d- almeno per quanto riguarda borse di studio per lingue e università – del disegno di legge dei verdi che andrà sull’ordine del giorno già a Luglio (ma al 150° posto, dunque passano mesi).
Ricordo a tutti che inserire da qualche parte in una legge provinciale la dizione “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo” consente di aprire le porta a 16.000 immigrati che in provincia di Bolzano hanno la “carta di soggiorno”, rispettando così la direttiva europea 2003/109/CE. Dopo di che va aperta la battaglia sui benefici sociali, a cominciare dall’edilizia pubblica (su questo nel disegno di legge della giunta non c’è nulla).
Questo per oggi è tutto.
Cari saluti,
Riccardo Dello Sbarba
Dunque, buone notizie: o queste norme saranno comprese nel disegno di legge della giunta e questo sarà approvato, oppure – almeno per oggi – la maggioranza si è impegnata a approvare in aula il nostro disegno di legge.
Il funzionario inviato in commissione dalla Kasslatter mi ha mostrato la bozza del disegno di legge della giunta e effettivamente i “cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo” vi sono previsti e messi a pari condizioni sia per quanto riguarda il finanziamento di corsi all’estero per apprendere le lingue (sia straniere che le due lingue della provincia), sia per le borse di studio per studenti universitari in università fuori provincia, sia in Italia che all’estero. Nel disegno di legge della giunta sono contenute anche tante altre norme che non sono riuscito a vedere. Il funzionario ha detto che la giunta vorrebbe approvare il disegno di legge prima dell’estate. Ci riuscirà? Non lo so. Se le cose andranno storte c’è il “paracadute” d- almeno per quanto riguarda borse di studio per lingue e università – del disegno di legge dei verdi che andrà sull’ordine del giorno già a Luglio (ma al 150° posto, dunque passano mesi).
Ricordo a tutti che inserire da qualche parte in una legge provinciale la dizione “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo” consente di aprire le porta a 16.000 immigrati che in provincia di Bolzano hanno la “carta di soggiorno”, rispettando così la direttiva europea 2003/109/CE. Dopo di che va aperta la battaglia sui benefici sociali, a cominciare dall’edilizia pubblica (su questo nel disegno di legge della giunta non c’è nulla).
Questo per oggi è tutto.
Cari saluti,
Riccardo Dello Sbarba
giovedì 17 giugno 2010
LEGGI SUI MIGRANTI - notizie dal consiglio provinciale
Oggi, 17 giugno, la 2 commissione legislativa del consiglio provinciale ha trattato la legge dei Verdi sulla estensione delle borse di studi per le lingue e per gli studenti universitari anche ai “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo”. La commissione ha votato contro a maggioranza al disegno di legge, che comunque sarà iscritto all’ordine del giorno in Consiglio provinciale e con l’impegno sia dell’assessora Kasslatter, sia dei consiglieri Svp, di votare a favore in aula qualora non sia stata prima approvata la legge nuova sull’immigrazione, che contiene le stesse norme che noi Verdi proponevamo nel nostro disegno di legge.
Dunque, buone notizie: o queste norme saranno comprese nel disegno di legge della giunta e questo sarà approvato, oppure – almeno per oggi – la maggioranza si è impegnata a approvare in aula il nostro disegno di legge.
Il funzionario inviato in commissione dalla Kasslatter mi ha mostrato la bozza del disegno di legge della giunta e effettivamente i “cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo” vi sono previsti e messi a pari condizioni sia per quanto riguarda il finanziamento di corsi all’estero per apprendere le lingue (sia straniere che le due lingue della provincia), sia per le borse di studio per studenti universitari in università fuori provincia, sia in Italia che all’estero. Nel disegno di legge della giunta sono contenute anche tante altre norme che non sono riuscito a vedere. Il funzionario ha detto che la giunta vorrebbe approvare il disegno di legge prima dell’estate. Ci riuscirà? Non lo so. Se le cose andranno storte c’è il “paracadute” d- almeno per quanto riguarda borse di studio per lingue e università – del disegno di legge dei verdi che andrà sull’ordine del giorno già a Luglio (ma al 150° posto, dunque passano mesi).
Ricordo a tutti che inserire da qualche parte in una legge provinciale la dizione “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo” consente di aprire le porta a 16.000 immigrati che in provincia di Bolzano hanno la “carta di soggiorno”, rispettando così la direttiva europea 2003/109/CE. Dopo di che va aperta la battaglia sui benefici sociali, a cominciare dall’edilizia pubblica (su questo nel disegno di legge della giunta non c’è nulla).
Questo per oggi è tutto.
Cari saluti,
Riccardo Dello Sbarba
Dunque, buone notizie: o queste norme saranno comprese nel disegno di legge della giunta e questo sarà approvato, oppure – almeno per oggi – la maggioranza si è impegnata a approvare in aula il nostro disegno di legge.
Il funzionario inviato in commissione dalla Kasslatter mi ha mostrato la bozza del disegno di legge della giunta e effettivamente i “cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo” vi sono previsti e messi a pari condizioni sia per quanto riguarda il finanziamento di corsi all’estero per apprendere le lingue (sia straniere che le due lingue della provincia), sia per le borse di studio per studenti universitari in università fuori provincia, sia in Italia che all’estero. Nel disegno di legge della giunta sono contenute anche tante altre norme che non sono riuscito a vedere. Il funzionario ha detto che la giunta vorrebbe approvare il disegno di legge prima dell’estate. Ci riuscirà? Non lo so. Se le cose andranno storte c’è il “paracadute” d- almeno per quanto riguarda borse di studio per lingue e università – del disegno di legge dei verdi che andrà sull’ordine del giorno già a Luglio (ma al 150° posto, dunque passano mesi).
Ricordo a tutti che inserire da qualche parte in una legge provinciale la dizione “cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo” consente di aprire le porta a 16.000 immigrati che in provincia di Bolzano hanno la “carta di soggiorno”, rispettando così la direttiva europea 2003/109/CE. Dopo di che va aperta la battaglia sui benefici sociali, a cominciare dall’edilizia pubblica (su questo nel disegno di legge della giunta non c’è nulla).
Questo per oggi è tutto.
Cari saluti,
Riccardo Dello Sbarba
martedì 15 giugno 2010
Commenti: appello alla Giunta provinciale
Al di là del merito e dei contenuti riteniamo assolutamente indispensabile l'apertura di un tavolo di confronto sia con le associazioni e rappresentanze degli stranieri sia con le parti sociali, senza il quale vi è il rischio di produrre una legge che rischia di morire sul nascere non risolvendo alcun problema e allontanando sempre di più l'obbiettivo di una reale integrazione, tanto più in presenza di un'immigrazione che non tende a fermarsi nonostante la crisi, sopratutto per la continua necessità i manodopera in alcuni settori chiave della nostra economia. Quindi si all'apertura del tavolo, da parte della CGIL-AGB, l'abbiamo sollecitato più volte anche partendo dalla sciagurata vicenda delle graduatorie dell' IPES e quindi lo faremo ancora nei confronti di Bizzo e di Durnwalder.
Saluti Lorenzo Sola
Saluti Lorenzo Sola
giovedì 27 maggio 2010
Sospensione del TAR della Lombardia discriminatoria per gli immigrati
IMMIGRAZIONE - DALL'INCA: TAR DELLA LOMBARDIA SOSPENDE ORDINANZA DISCRIMINATORIA PER GLI IMMIGRATI DENUNCIATA DA CGIL E CAMERA DEL LAVORO DI MONZA(2010-05-25)
L'INCA nazionale informa di una sentenza di sospensione del TAR della Lombardia discriminatoria per gli immigrati.
La Cgil Lombardia insieme alla Camera del Lavoro di Monza, ravvisando una discriminazione istituzionale nei confronti dei cittadini stranieri, ha denunciato, lo scorso mese di marzo, l’ordinanza del Sindaco di Brugherio, emanata nel febbraio 2010, la quale prevedeva per i soli immigrati che l’iscrizione all’anagrafe fosse subordinata non soltanto alla verifica dei tradizionali requisiti previsti dalla legge, ma anche all’accertamento, effettuato da parte del Comune, del decoro e delle condizioni di salubrità della dimora.
La motivazione del TAR che ha accolto il ricorso, è particolarmente significativa perché il giudice contesta che nelle attribuzioni dell’ente locale rientri il potere di regolamentare le materie dell’immigrazione, dell’anagrafe, dei rapporti dello Stato con l’Unione Europea, del diritto d’asilo e della condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea.
La Cgil - ha commentato Fulvia Colombini della segreteria Cgil Lombardia - ha già promosso numerosi ricorsi contro le ordinanze dei sindaci che risultavano discriminatorie, vincendoli tutti in Tribunale. Purtroppo sta accadendo sempre più spesso che a scopi di “ricerca di facile e immediato consenso” le Amministrazioni locali varino ordinanze che ledono i diritti degli stranieri.
"In Lombardia vivono oltre 1 milione di cittadine e cittadini provenienti da altri paesi, e - ha proseguito la Colombini - la Cgil ritiene che tutte le Amministrazioni, Comuni, Province e Regione debbano farsi carico di promuovere un modello di cittadinanza inclusivo, rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti e rivolge un appello alle forze politiche e a tutti gli Amministratori affinché cessino e si adoperino per far cessare le discriminazioni istituzionali contenute nelle varie ordinanze, e si persegua, con responsabilità, un modello di governo del territorio improntato alla pacifica convivenza e al rispetto".(25/05/2010-ITL/ITNET)
L'INCA nazionale informa di una sentenza di sospensione del TAR della Lombardia discriminatoria per gli immigrati.
La Cgil Lombardia insieme alla Camera del Lavoro di Monza, ravvisando una discriminazione istituzionale nei confronti dei cittadini stranieri, ha denunciato, lo scorso mese di marzo, l’ordinanza del Sindaco di Brugherio, emanata nel febbraio 2010, la quale prevedeva per i soli immigrati che l’iscrizione all’anagrafe fosse subordinata non soltanto alla verifica dei tradizionali requisiti previsti dalla legge, ma anche all’accertamento, effettuato da parte del Comune, del decoro e delle condizioni di salubrità della dimora.
La motivazione del TAR che ha accolto il ricorso, è particolarmente significativa perché il giudice contesta che nelle attribuzioni dell’ente locale rientri il potere di regolamentare le materie dell’immigrazione, dell’anagrafe, dei rapporti dello Stato con l’Unione Europea, del diritto d’asilo e della condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea.
La Cgil - ha commentato Fulvia Colombini della segreteria Cgil Lombardia - ha già promosso numerosi ricorsi contro le ordinanze dei sindaci che risultavano discriminatorie, vincendoli tutti in Tribunale. Purtroppo sta accadendo sempre più spesso che a scopi di “ricerca di facile e immediato consenso” le Amministrazioni locali varino ordinanze che ledono i diritti degli stranieri.
"In Lombardia vivono oltre 1 milione di cittadine e cittadini provenienti da altri paesi, e - ha proseguito la Colombini - la Cgil ritiene che tutte le Amministrazioni, Comuni, Province e Regione debbano farsi carico di promuovere un modello di cittadinanza inclusivo, rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti e rivolge un appello alle forze politiche e a tutti gli Amministratori affinché cessino e si adoperino per far cessare le discriminazioni istituzionali contenute nelle varie ordinanze, e si persegua, con responsabilità, un modello di governo del territorio improntato alla pacifica convivenza e al rispetto".(25/05/2010-ITL/ITNET)
mercoledì 12 maggio 2010
Giornata Internazionale dei Musei
ÖTZI auf Albanisch, Arabisch, Bosnisch und Serbo-Kroatisch, Chinesisch, Urdu und Hindi
Ötzi in Albanese, Arabo, Bosniaco- Serbo-Croato, Cinese, Urdu ed Hindi
Zum Internationalen Museumstag am 16.5.2010 bietet das Südtiroler Archäologiemuseum kostenlose Führungen zum Mann aus dem Eis außer in Deutsch und Italienisch in den Sprachen Albanisch, Arabisch, Bosnisch und Serbo-Kroatisch, Urdu und Hindi an. Für den Museumsrundgang auf Chinesisch hält das Museum ein Begleitheft bereit.
Die Führungen sind für Erwachsene und Familien mit Kindern geeignet.
Eintritt und Führungen sind kostenlos.
Führungszeiten:
10.30 Deutsch
11.00 Urdu/Hindi
11.30 Albanisch
12.00 Arabisch
12.30 Bosnisch/Serbo-Kroatisch
13.00 Italienisch
14.30 Deutsch
15.00 Urdu/Hindi
15.30 Albanisch
16.00: Arabisch
16.30: Bosniasch/Serbo-Kroatisch
17.00: Italienisch
Max. 20 Personen pro Führung. Reservierungen nimmt die Kassa des Museums entgegen.
****
Giornata Internazionale dei Musei
“Museums for Social Harmony – Musei per un’armonia sociale” è il tema proposto dall’ICOM (International Council of Museums) in occasione della Giornata Internazionale dei Musei 2010.
Nel corso della giornata il Museo Archeologico dell’Alto Adige offrirà alcune visite guidate, oltre che in italiano e tedesco, in lingue straniere: albanese, arabo, bosniaco-serbo-croato, urdu e hindi. Inoltre si potranno richiedere alla cassa dei testi in lingua cinese da supporto per la visita in museo.
Le visite guidate sono adatte per adulti e per famiglie con bambini.
L’ingresso e le visite guidate sono gratuiti.
Orario per le visite guidate:
10.30 tedesco
11.00 urdu/hindi
11.30 albanese
12.00 arabo
12.30 bosniaco/serbo-croato
13.00 italiano
14.30: tedesco
15.00: urdu/hindi
15.30: albanese
16.00: arabo
16.30: bosniaco/serbo-croato
17.00: italiano
Numero partecipanti: max. 20 per guida. Prenotazioni alla cassa del museo.
Südtiroler Archäologiemuseum, Museumstr. 43, 39100 Bozen. Tel. 0471-320100, www.iceman.it
Museo Archeologico dell’Alto Adige, Via Museo 43, 39100 Bolzano. Tel. 0471-320100, www.iceman.it
In Zusammenarbeit mit / in collaborazione con:
Associazione-Verein Porte Aperte / Offene Türen e Savera, Cooperativa Sociale
Dr. Giuliana Plotegher
Kulturvermittlerin/Mediatrice culturale
____________________________________________________________________________________
Südtiroler Archäologiemuseum/Museo Archeologico dell’Alto Adige/South Tyrol Museum of Archaeology
Südtiroler Landesmuseen/Musei Provinciali Altoatesini
Museumstr. 43 - Via Museo 43
I-39100 Bozen/Bolzano
office 0039-0471-320135
fax 0039-0471-320122
web www.iceman.it
Ötzi in Albanese, Arabo, Bosniaco- Serbo-Croato, Cinese, Urdu ed Hindi
Zum Internationalen Museumstag am 16.5.2010 bietet das Südtiroler Archäologiemuseum kostenlose Führungen zum Mann aus dem Eis außer in Deutsch und Italienisch in den Sprachen Albanisch, Arabisch, Bosnisch und Serbo-Kroatisch, Urdu und Hindi an. Für den Museumsrundgang auf Chinesisch hält das Museum ein Begleitheft bereit.
Die Führungen sind für Erwachsene und Familien mit Kindern geeignet.
Eintritt und Führungen sind kostenlos.
Führungszeiten:
10.30 Deutsch
11.00 Urdu/Hindi
11.30 Albanisch
12.00 Arabisch
12.30 Bosnisch/Serbo-Kroatisch
13.00 Italienisch
14.30 Deutsch
15.00 Urdu/Hindi
15.30 Albanisch
16.00: Arabisch
16.30: Bosniasch/Serbo-Kroatisch
17.00: Italienisch
Max. 20 Personen pro Führung. Reservierungen nimmt die Kassa des Museums entgegen.
****
Giornata Internazionale dei Musei
“Museums for Social Harmony – Musei per un’armonia sociale” è il tema proposto dall’ICOM (International Council of Museums) in occasione della Giornata Internazionale dei Musei 2010.
Nel corso della giornata il Museo Archeologico dell’Alto Adige offrirà alcune visite guidate, oltre che in italiano e tedesco, in lingue straniere: albanese, arabo, bosniaco-serbo-croato, urdu e hindi. Inoltre si potranno richiedere alla cassa dei testi in lingua cinese da supporto per la visita in museo.
Le visite guidate sono adatte per adulti e per famiglie con bambini.
L’ingresso e le visite guidate sono gratuiti.
Orario per le visite guidate:
10.30 tedesco
11.00 urdu/hindi
11.30 albanese
12.00 arabo
12.30 bosniaco/serbo-croato
13.00 italiano
14.30: tedesco
15.00: urdu/hindi
15.30: albanese
16.00: arabo
16.30: bosniaco/serbo-croato
17.00: italiano
Numero partecipanti: max. 20 per guida. Prenotazioni alla cassa del museo.
Südtiroler Archäologiemuseum, Museumstr. 43, 39100 Bozen. Tel. 0471-320100, www.iceman.it
Museo Archeologico dell’Alto Adige, Via Museo 43, 39100 Bolzano. Tel. 0471-320100, www.iceman.it
In Zusammenarbeit mit / in collaborazione con:
Associazione-Verein Porte Aperte / Offene Türen e Savera, Cooperativa Sociale
Dr. Giuliana Plotegher
Kulturvermittlerin/Mediatrice culturale
____________________________________________________________________________________
Südtiroler Archäologiemuseum/Museo Archeologico dell’Alto Adige/South Tyrol Museum of Archaeology
Südtiroler Landesmuseen/Musei Provinciali Altoatesini
Museumstr. 43 - Via Museo 43
I-39100 Bozen/Bolzano
office 0039-0471-320135
fax 0039-0471-320122
web www.iceman.it
mercoledì 5 maggio 2010
CON QUESTA FACCIA DA STRANIERO / MIT DIESEM AUSLAENDISCHEN GESICHT
Dopo il successo del progetto “Global Village 2009”, la Libera Università di Bolzano ospita la nuova edizione. Il Centro per la Pace del Comune di Bolzano / Friedenszentrum, oragnizza, all'interno del Global Village 2010 e in collaborazione con l'associazione degli studenti Aiesec l'incontro pubblico alle ore 18 quest'anno una interessantissima testimonianza di un immigrato che racconterà la fatica di integrarsi nel nostro Paese dove incombono le norme severe sui respingimenti e dove vige un clima di intolleranza e di xenofobia molto più forte e molto più marcato di un tempo. Cleophas Adrien Dioma ora vive a Parma ed è uno scrittore. Ha iniziato a a fare la raccolta di pomodori a Rosarno e ha passato tutte le fasi difficili di vita alla ricerca di una dignità e di un modo per radicarsi nel nostro Paese. Lavora come giornalista per alcune riviste importanti come Internazionale, dirige il Festival Ottobre africano ed è anche fotografo e poeta. Glo bal Village è una sorta di fiera della multiculturalità. A Bolzano l'evento è caratterizzato da due parti principali. La prima è costituita da una fiera all'interno della quale studenti dell'università provenienti da 22 paesi differenti hanno potuto presentare la loro cultura attraverso la storia, la musica, la gastronomia e tanto altro con l'allestimento di uno stand, la presentazione di video e di ricette tipiche. Alla fiera hanno preso parte anche varie organizzazioni quali: “Centro per la Pace”, “Emergency”, “Latinoamerica y su Gente”, “Altromercato”, “Young Caritas”, “OEW”, “Integration”, “Croce Rossa Italiana”, “Biblioteca Culture del Mondo” e “Centro Linguistico”. L'atmosfera della fiera è stata poi resa magica dalla presentazione di differenti performance di artiste e comunità etniche.Nella seconda parte è caratterizzata appunto dalla conferenza che quest'anno avrà come ospite appunto Cleophas Adrien Dioma.
mercoledì 28 aprile 2010
esposto contro gli spot di propaganda elettorale prodotti dalla Lega Nord di Bolzano
Alla
Procura della Repubblica Tribunale di Bolzano
Oggetto: esposto contro gli spot di propaganda elettorale prodotti dalla Lega Nord di Bolzano
Il sottoscritto Franco Zadra,
nato a Bolzano il 23 luglio 1953,
residente a Nova Ponente in via Schlossberg 35
Premesso che
L'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali".
La Direttiva europea 2000/43/CE del Consiglio 29 giugno 2000 "che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica", dopo aver ricordato i principi fondanti dell'Unione Europea in termini di tutela giuridica dei diritti di cittadinanza e di lotta contro ogni forma razzismo e xenofobia (azione comune adottata dal Consiglio il 15 luglio 1996 96/443/GAI), stabilisce all'articolo 2, comma 3, che "le molestie sono da considerarsi (...) una discriminazione (...) adottato per motivi di razza o di origine etnica e avente lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo."
Secondo la legislazione sopraccitata qualsiasi attività finalizzata alla discriminazione razziale non è quindi un'opinione, ma un grave reato perseguibile a termini di legge,
tutto ciò premesso,
Espone
nell'ambito della campagna elettorale per le elezioni comunali del 16 maggio 2010 il partito Lega Nord ha prodotto uno o più spot elettorali trasmessi dalle TV locali. In uno spot due persone in flash veloci e continui con tono duro e minaccioso ripetono alcune frasi tra le quali “Basta stranieri! Firmian al 38%”.
In uno spot differente, con toni più pacati ma dal pericoloso messaggio subliminale, si afferma: “Gli stranieri sono il 58%! Basta stranieri!” senza specificare 58% di cosa (della popolazione provinciale? Nazionale?) inviando così un messaggio falso, scorretto e mendace (stranieri maggioranza rispetto ai locali? Cosa che non corrispondente ai dati reali.) Inoltre la questione stranieri viene mescolata all’interno dello stesso spot a slogan contro l’inquinamento e la criminalità ( il messaggio che passa è l’ equazione stranieri=criminali), con la chiara finalità di diffondere nella popolazione sentimenti di paura e a creare un clima di ostilità e di odio nei confronti di tutti i cittadini stranieri. Infatti non si parla di clandestini o di irregolari, bensì di stranieri indistintamente. Ora essendo io coniugato con una straniera con regolare permesso di soggiorno, che svolge un dignitoso lavoro ed è di conseguenza contribuente della Stato italiano, ritengo il contenuto degli spot minacciosi nei confronti di mia moglie “straniera”, nonché offensivo della sua dignità.
Chiede
1. di verificare alla luce dell'esposto e delle sue premesse se negli spot in questione, vi siano eventuali elementi di reato ai sensi delle normative sopraccitate , in particolare per quanto riguarda la legge n.205 23 giugno 1993 (Legge Mancino), anche in considerazione della condanna emessa il 2 dicembre 2004 dalla sezione penale del Tribunale di Verona nei confronti di alcuni esponenti della Lega Nord.
2. di essere informato dell'eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari e/o dell'eventuale richiesta di archiviazione della presente istanza
Distinti saluti
Franco Zadra
Procura della Repubblica Tribunale di Bolzano
Oggetto: esposto contro gli spot di propaganda elettorale prodotti dalla Lega Nord di Bolzano
Il sottoscritto Franco Zadra,
nato a Bolzano il 23 luglio 1953,
residente a Nova Ponente in via Schlossberg 35
Premesso che
L'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali".
La Direttiva europea 2000/43/CE del Consiglio 29 giugno 2000 "che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica", dopo aver ricordato i principi fondanti dell'Unione Europea in termini di tutela giuridica dei diritti di cittadinanza e di lotta contro ogni forma razzismo e xenofobia (azione comune adottata dal Consiglio il 15 luglio 1996 96/443/GAI), stabilisce all'articolo 2, comma 3, che "le molestie sono da considerarsi (...) una discriminazione (...) adottato per motivi di razza o di origine etnica e avente lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo."
Secondo la legislazione sopraccitata qualsiasi attività finalizzata alla discriminazione razziale non è quindi un'opinione, ma un grave reato perseguibile a termini di legge,
tutto ciò premesso,
Espone
nell'ambito della campagna elettorale per le elezioni comunali del 16 maggio 2010 il partito Lega Nord ha prodotto uno o più spot elettorali trasmessi dalle TV locali. In uno spot due persone in flash veloci e continui con tono duro e minaccioso ripetono alcune frasi tra le quali “Basta stranieri! Firmian al 38%”.
In uno spot differente, con toni più pacati ma dal pericoloso messaggio subliminale, si afferma: “Gli stranieri sono il 58%! Basta stranieri!” senza specificare 58% di cosa (della popolazione provinciale? Nazionale?) inviando così un messaggio falso, scorretto e mendace (stranieri maggioranza rispetto ai locali? Cosa che non corrispondente ai dati reali.) Inoltre la questione stranieri viene mescolata all’interno dello stesso spot a slogan contro l’inquinamento e la criminalità ( il messaggio che passa è l’ equazione stranieri=criminali), con la chiara finalità di diffondere nella popolazione sentimenti di paura e a creare un clima di ostilità e di odio nei confronti di tutti i cittadini stranieri. Infatti non si parla di clandestini o di irregolari, bensì di stranieri indistintamente. Ora essendo io coniugato con una straniera con regolare permesso di soggiorno, che svolge un dignitoso lavoro ed è di conseguenza contribuente della Stato italiano, ritengo il contenuto degli spot minacciosi nei confronti di mia moglie “straniera”, nonché offensivo della sua dignità.
Chiede
1. di verificare alla luce dell'esposto e delle sue premesse se negli spot in questione, vi siano eventuali elementi di reato ai sensi delle normative sopraccitate , in particolare per quanto riguarda la legge n.205 23 giugno 1993 (Legge Mancino), anche in considerazione della condanna emessa il 2 dicembre 2004 dalla sezione penale del Tribunale di Verona nei confronti di alcuni esponenti della Lega Nord.
2. di essere informato dell'eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari e/o dell'eventuale richiesta di archiviazione della presente istanza
Distinti saluti
Franco Zadra
mercoledì 21 aprile 2010
La questione immigrazione è la questione strategica
La questione immigrazione è la questione strategica di tutte le nostre società europee. Una società futura integrata e pacifica dipende anche da come oggi trattiamo il tema della presenza di concittadini che provengono da tante parti del mondo.
La destra moderata o estremista costruisce le sue campagne elettorali sulla pelle degli immigrati giocando con gli istinti più bassi e fomentando paure, discriminazioni e guerre fra poveri.
Il centrosinistra moderato parla, ma sottovoce, perchè il tema può far perdere voti; gli immigrati non possono votare. Fanno finta di niente anche molti “radicali” puri e duri che preferiscono parlare di altro.
Noi invece non vogliamo prendere in giro i cittadini raccontando bugie e brutte favole.
A Bolzano oltre il 12% dei cittadini provengono da altri stati, sono migranti. Una realtà grande, imprescindibile, una risorsa enorme per il futuro di Bolzano..
Non servono assessorati contro gli immigrati, come pensa il candidato del centrodestra.
Noi riteniamo invece che le parole d’ ordine debbano essere: inclusione sociale, confronto, convivenza.
Vanno superate tutte le forme di discriminazione per legge provinciale nel settore della casa, dell’ educazione, dei diritti sociali. I bisogni non si possono nascondere sotto il tappeto dell’ ipocrisia. Le risorse ci sono ed è cinico mettere i bisogni degli immigrati contro quelli degli autoctoni italiani.
Vanno sostenuti e rafforzati i servizi pubblici e dell’ associazionismo che si occupano di accoglienza e integrazione degli immigrati e va istituito un osservatorio comunale.
Vanno sostenuti percorsi autonomi di rappresentanza degli immigrati rafforzando i poteri della consulta comunale di Bolzano, prevedendo il consigliere aggiunto e vanno sostenute seriamente tutte le forme associative.
Va riconosciuto e sostenuto ( luoghi di incontro) il bisogno culturale e linguistico degli immigrati anche per mantenere come patrimonio lingua e cultura di origine e poterle poi elaborare e “contaminare” nel confronto con le nostre.
Vanno riconosciuti i bisogni religiosi degli immigrati - negarli è osceno-e va riconosciuto e sostenuto il diritto a luoghi di culto dignitosi per tutte le fedi, compresa ovviamente una delle maggioritarie cioè quella islamica. La parola moschea non deve far paura..
Vanno sostenute le famiglie immigrate che possono trovarsi in difficoltà nel passaggio da una società di origine alla nostra, le donne immigrate con le loro specificità e differenze di genere e soprattutto va fatto un grande investimento sociale, educativo e culturale sulle nuove generazioni, sui ragazzi e ragazze nati/e e cresciute/i nella nostra città. Questa sulle nuove generazioni è la sfida più importante.
Siamo consapevoli delle criticità e dei problemi. L’ immigrazione non è mai una passeggiata, nè per chi è stato costretto a cercare in altri paesi condizioni di vita migliori e neppure per la società di accoglienza che si trova di fronte a nuove sfide spesso difficili. Ma i seminatori di diffidenza, di odio e di paure ci portano verso un baratro di incomunicabilità, di separatezza e di conflitto. Un futuro da evitare e che non vogliamo.
Immaginiamo una città luogo di convivenza, di rispetto reciproco delle differenze. La Bolzano del futuro avrà entro breve fra i protagonisti della sua vita sociale, politica e culturale anche tanti figli di immigrati dal Marocco, dall’Albania, dall’ Ucraina o dal Pakistan.... Oggi possiamo gettare le basi per una Bolzano città aperta al mondo, capitale della convivenza, o al contrario per una città rancorosa e chiusa su se stessa.
Anche questo è in gioco il 16 maggio.
Luigi Gallo
La destra moderata o estremista costruisce le sue campagne elettorali sulla pelle degli immigrati giocando con gli istinti più bassi e fomentando paure, discriminazioni e guerre fra poveri.
Il centrosinistra moderato parla, ma sottovoce, perchè il tema può far perdere voti; gli immigrati non possono votare. Fanno finta di niente anche molti “radicali” puri e duri che preferiscono parlare di altro.
Noi invece non vogliamo prendere in giro i cittadini raccontando bugie e brutte favole.
A Bolzano oltre il 12% dei cittadini provengono da altri stati, sono migranti. Una realtà grande, imprescindibile, una risorsa enorme per il futuro di Bolzano..
Non servono assessorati contro gli immigrati, come pensa il candidato del centrodestra.
Noi riteniamo invece che le parole d’ ordine debbano essere: inclusione sociale, confronto, convivenza.
Vanno superate tutte le forme di discriminazione per legge provinciale nel settore della casa, dell’ educazione, dei diritti sociali. I bisogni non si possono nascondere sotto il tappeto dell’ ipocrisia. Le risorse ci sono ed è cinico mettere i bisogni degli immigrati contro quelli degli autoctoni italiani.
Vanno sostenuti e rafforzati i servizi pubblici e dell’ associazionismo che si occupano di accoglienza e integrazione degli immigrati e va istituito un osservatorio comunale.
Vanno sostenuti percorsi autonomi di rappresentanza degli immigrati rafforzando i poteri della consulta comunale di Bolzano, prevedendo il consigliere aggiunto e vanno sostenute seriamente tutte le forme associative.
Va riconosciuto e sostenuto ( luoghi di incontro) il bisogno culturale e linguistico degli immigrati anche per mantenere come patrimonio lingua e cultura di origine e poterle poi elaborare e “contaminare” nel confronto con le nostre.
Vanno riconosciuti i bisogni religiosi degli immigrati - negarli è osceno-e va riconosciuto e sostenuto il diritto a luoghi di culto dignitosi per tutte le fedi, compresa ovviamente una delle maggioritarie cioè quella islamica. La parola moschea non deve far paura..
Vanno sostenute le famiglie immigrate che possono trovarsi in difficoltà nel passaggio da una società di origine alla nostra, le donne immigrate con le loro specificità e differenze di genere e soprattutto va fatto un grande investimento sociale, educativo e culturale sulle nuove generazioni, sui ragazzi e ragazze nati/e e cresciute/i nella nostra città. Questa sulle nuove generazioni è la sfida più importante.
Siamo consapevoli delle criticità e dei problemi. L’ immigrazione non è mai una passeggiata, nè per chi è stato costretto a cercare in altri paesi condizioni di vita migliori e neppure per la società di accoglienza che si trova di fronte a nuove sfide spesso difficili. Ma i seminatori di diffidenza, di odio e di paure ci portano verso un baratro di incomunicabilità, di separatezza e di conflitto. Un futuro da evitare e che non vogliamo.
Immaginiamo una città luogo di convivenza, di rispetto reciproco delle differenze. La Bolzano del futuro avrà entro breve fra i protagonisti della sua vita sociale, politica e culturale anche tanti figli di immigrati dal Marocco, dall’Albania, dall’ Ucraina o dal Pakistan.... Oggi possiamo gettare le basi per una Bolzano città aperta al mondo, capitale della convivenza, o al contrario per una città rancorosa e chiusa su se stessa.
Anche questo è in gioco il 16 maggio.
Luigi Gallo
lunedì 12 aprile 2010
Incontri con cittadini di altri paesi
l'Associazione culturale Latinoamérica Y Su Gente di Bolzano
segnala questa interessante iniziativa culturale,
che consiste in incontri con cittadini di altri paesi,
documentari e assaggi di pietanze esotiche, appunto: Sapori dal Mondo!
La prima serata della serie di primavera, sempre di sabato,
avrà come paese da conoscere il Brasile,
sabato 17 aprile 2010 alle ore 19,30
presso il Caffé Carducci in via Carducci a Bolzano.
Il piatto della serata:
Prato misto brasileiro:
Bacalhau com suflê de batata ao forno
Verdura Julienne ao forno e riso branco
Sobremesa:
Bolo de abacaxí
Piatto misto brasiliano:
Baccalá con suflé di patate al forno
verdure julienne al forno
Dessert:
Torta di ananas
Prezzo: 12 Euro
Prenotazione obbligatoria!
Vi aspettiamo!
Danyella Caffé Carducci
Isabel Associazione culturale Latinoamérica Y Su Gente
allegato volantino!
Hallo!
Der Kulturverein Latinoamérica Y Su Gente von Bozen
gibt folgende interessante kulturelle Initiative bekannt,
die darin besteht Bürger fremder Länder kennen zu lernen,
Dokumentare zu besichtigen und exotische Speisen zu verkosten,
deshalb: Aromas der Welt!
Der erste Abend dieser Frühlingsserie, immer Samstags,
wird uns Brasilien näher bringen,
Samstag, den 17. April 2010 um 19,30 Uhr
im Caffé Carducci in der Carduccistrasse in Bozen!
Der Teller des Abends:
Prato misto brasileiro:
Bacalhau com suflê de batata ao forno
Verdura Julienne ao forno e riso branco
Sobremesa:
Bolo de abacaxí
Gemischter Brasilianischer Teller:
Stockfisch mit Kartoffelsouflé vom Rohr
Juliennegemüse vom Rohr
Dessert:
Ananaskuchen
Preis: 12 Euro
Vormerkung notwendig!
Wir erwarten euch alle!
Danyella, Caffé Carducci
Isabel, Kulturverein Latinoamérica Y Su Gente
Flugzettel anbei!
segnala questa interessante iniziativa culturale,
che consiste in incontri con cittadini di altri paesi,
documentari e assaggi di pietanze esotiche, appunto: Sapori dal Mondo!
La prima serata della serie di primavera, sempre di sabato,
avrà come paese da conoscere il Brasile,
sabato 17 aprile 2010 alle ore 19,30
presso il Caffé Carducci in via Carducci a Bolzano.
Il piatto della serata:
Prato misto brasileiro:
Bacalhau com suflê de batata ao forno
Verdura Julienne ao forno e riso branco
Sobremesa:
Bolo de abacaxí
Piatto misto brasiliano:
Baccalá con suflé di patate al forno
verdure julienne al forno
Dessert:
Torta di ananas
Prezzo: 12 Euro
Prenotazione obbligatoria!
Vi aspettiamo!
Danyella Caffé Carducci
Isabel Associazione culturale Latinoamérica Y Su Gente
allegato volantino!
Hallo!
Der Kulturverein Latinoamérica Y Su Gente von Bozen
gibt folgende interessante kulturelle Initiative bekannt,
die darin besteht Bürger fremder Länder kennen zu lernen,
Dokumentare zu besichtigen und exotische Speisen zu verkosten,
deshalb: Aromas der Welt!
Der erste Abend dieser Frühlingsserie, immer Samstags,
wird uns Brasilien näher bringen,
Samstag, den 17. April 2010 um 19,30 Uhr
im Caffé Carducci in der Carduccistrasse in Bozen!
Der Teller des Abends:
Prato misto brasileiro:
Bacalhau com suflê de batata ao forno
Verdura Julienne ao forno e riso branco
Sobremesa:
Bolo de abacaxí
Gemischter Brasilianischer Teller:
Stockfisch mit Kartoffelsouflé vom Rohr
Juliennegemüse vom Rohr
Dessert:
Ananaskuchen
Preis: 12 Euro
Vormerkung notwendig!
Wir erwarten euch alle!
Danyella, Caffé Carducci
Isabel, Kulturverein Latinoamérica Y Su Gente
Flugzettel anbei!
Sostegno a progetti specifici transnazionali nell'ambito del programma specifico Diritti fondamentali e cittadinanza
La Commissione europea - Direzione Giustizia, libertà e sicurezza ha pubblicato il call for proposals "Sostegno a progetti specifici transnazionali nell'ambito del programma specifico Diritti fondamentali e cittadinanza".
Scadenza presentazione proposte: 29 aprile 2010
Aree prioritarie per il 2010:
- tutela dei diritti del bambino;
- lotta al razzismo, alla xenofobia e all'antisemitismo;
- lotta contro l'omofobia: rafforzamento/miglioramento della comprensione e tolleranza;
- partecipazione attiva alla vita democratica dell'Unione;
- formazione e messa in rete delle professioni legali e gli avvocati praticanti;
- protezione dei dati e diritti della privacy.
Destinatari. Possono partecipare organizzazioni non governative, istituzioni e organizzazioni private e pubbliche, università, istituti di ricerca, autorità locali, regionali e nazionali, tutte le organizzazioni non-profit internazionali e nazionali con sede in uno dei paesi dell'Unione europea.
Budget. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento compreso tra 100mila e un milione di euro. Il contributo comunitario potrà coprire fino all'80% dei costi totali ammissibili del progetto.
Per maggiori informazioni consulta il bando e la documentazione per la presentazione delle proposte sul sito della Commissione europea - Direzione Giustizia, libertà e sicurezza.
Scadenza presentazione proposte: 29 aprile 2010
Aree prioritarie per il 2010:
- tutela dei diritti del bambino;
- lotta al razzismo, alla xenofobia e all'antisemitismo;
- lotta contro l'omofobia: rafforzamento/miglioramento della comprensione e tolleranza;
- partecipazione attiva alla vita democratica dell'Unione;
- formazione e messa in rete delle professioni legali e gli avvocati praticanti;
- protezione dei dati e diritti della privacy.
Destinatari. Possono partecipare organizzazioni non governative, istituzioni e organizzazioni private e pubbliche, università, istituti di ricerca, autorità locali, regionali e nazionali, tutte le organizzazioni non-profit internazionali e nazionali con sede in uno dei paesi dell'Unione europea.
Budget. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento compreso tra 100mila e un milione di euro. Il contributo comunitario potrà coprire fino all'80% dei costi totali ammissibili del progetto.
Per maggiori informazioni consulta il bando e la documentazione per la presentazione delle proposte sul sito della Commissione europea - Direzione Giustizia, libertà e sicurezza.
sabato 10 aprile 2010
Presentazione del libro
Il Centro per la Pace del Comune di Bolzano vi segnala due appuntamenti culturali realizzati con la collaborazione della Libreria Mardi Gras Vis, che ha sede a Bolzano in via Andreas Hofer 3.
Si tratta della presentazione di due libri dedicati alla tematica dell'immigrazione. Gli incontri vedranno la presenza dell'autore e saranno coordinati dal sociologo Adel Jabbar.
Lunedì 19 aprile 2010, Libreria Mardi Gras Vis, ore 18
Presentazione del libro
IL MURO DI VETRO. L'ITALIA DELLE RELIGIONI
(a cura di Brunetto Salvarani e Paolo Naso)
con l'autore PAOLO NASO, docente di Scienze Politiche. Giornalista per lungo tempo direttore di Confronti e poi direttore della rubrica religiosa in Rai "Protestantesimo". Valdese, si è occupato del ruolo delle religioni in vari scenari, in particolar modo di Medio Oriente, Irlanda del Nord, i Balcani, il Sudafrica. E' considerato uno dei massimi studiosi italiani di Martin Luther King. Nel 2007 è stato Visiting Professor alla Divinity School della Wake Forest University del North Carolina. E' stato consulente del Ministero della Solidarietà sociale con il ministro Paolo Ferrero.
Lunedì 26 aprile 2010, Libreria Mardi Gras Vis, ore 18
presentazione del libro
con l'autore PAOLO NASO, docente di Scienze Politiche. Giornalista per lungo tempo direttore di Confronti e poi direttore della rubrica religiosa in Rai "Protestantesimo". Valdese, si è occupato del ruolo delle religioni in vari scenari, in particolar modo di Medio Oriente, Irlanda del Nord, i Balcani, il Sudafrica. E' considerato uno dei massimi studiosi italiani di Martin Luther King. Nel 2007 è stato Visiting Professor alla Divinity School della Wake Forest University del North Carolina. E' stato consulente del Ministero della Solidarietà sociale con il ministro Paolo Ferrero.
Lunedì 26 aprile 2010, Libreria Mardi Gras Vis, ore 18
presentazione del libro
REGOLE E ROGHI. METAMORFOSI DEL RAZZISMO
Sarà presente l'autrice ANNAMARIA RIVERA, docente di Etnologia all'Università di Bari. Si è occupata delle storie di vita in etnologia e in antropologia delle culture contadine e delle religioni popolari.
Regole e Roghi. Passione civile e rigore intellettuale rendono compatta questa raccolta di articoli, preceduta e aggiornata da un ampio saggio sul razzismo «nell’epoca della sua riproducibilità mediatica», che si sofferma soprattutto sul caso italiano. Scritti nell’ultimo decennio per quotidiani e periodici, gli articoli, pur affrontando temi svariati, ruotano tutti intorno alla questione della realtà e delle rappresentazioni dei migranti e delle minoranze nelle società europee. Uno dei meriti della raccolta è di mostrare le tappe e lo sviluppo di tendenze oggi del tutto palesi: la manipolazione politica e mediatica di diversità culturali e religiose o di fatti di cronaca in funzione anti-immigrati e anti-rom; l’uso demagogico del tema della sicurezza e la strategia del capro espiatorio; il riemergere di forme di antisemitismo; la dialettica perversa fra il razzismo «democratico» e quello senza aggettivi. Il tema adombrato nel titolo coincide con la tesi principale del volume: il razzismo istituzionale, veicolato e rafforzato dal sistema mediatico, alimenta la xenofobia popolare e se ne serve per legittimarsi. Questo circolo vizioso, utile a deviare le ansie collettive e a catturare consenso, tende a ridurre migranti e minoranze a «nuda vita».
______________________________________________________________________________
Associazione Pax Christi Punto Pace Bolzano / Pax Christi Treffpunkt Bozen
Sede legale: piazza Gries, 18 – 39100 BOLZANO
Gestione del Centro per la Pace del Comune di Bolzano / Friedenszentrum der Gemeinde Bozen
Palazzo Altmann/ Haus Altmann: Piazza Gries – Grieser Platz 18 - 39100 Bolzano Bozen
Codice fiscale - Steuernummer: 94074690218
Tel.: 0471/402382 - Fax: 0471/404751.
E-mail: centropacebz@gmail.com
Appello alle associazioni, ai cittadini e cittadine
Appello alle associazioni, ai cittadini e cittadine
Si sta costituendo il Comitato referendario Acqua bene Comune - Provincia di
Bolzano.
Come nelle altre Regioni italiane il comitato avrà il compito di informare i
cittadini sul concreto rischio di privatizzazione della gestione dell’acqua
potabile, causato dall’ultimo decreto legislativo del Governo (l’art. 23 bis
L. 133/08 così come modificato dall’art. 15 L. 166/09, detto decreto
Ronchi), che è stato approvato arrogantemente con la fiducia sottraendosi a
qualsiasi discussione parlamentare.
Purtroppo il Governo ha voluto intrecciare la normativa sulla gestione dei
servizi pubblici essenziali (energia, acqua, nettezza urbana, ecc.) con il
rispetto delle leggi Europee alla libera concorrenza. Tale forzatura
politica mette a rischio anche la nostra Autonomia Provinciale, che si era
dotata di una buona legge sulla gestione dei servizi pubblici essenziali.
Anche se necessari, a poco serviranno le integrazioni agli statuti comunali
che ridefinisce l’acqua come bene non a rilevanza economica (come fatto a
Merano). Inoltre, quasi tutte le forze politiche in Alto Adige hanno
affermato di essere contrarie alla imposizione forzata di privatizzare il
servizio di gestione dell’acqua potabile, ma questo non garantisce il
diritto all’acqua pubblica dei cittadini italiani e sudtirolesi. La nuova
normativa obbliga le aziende pubbliche che gestiscono l'acqua potabile in
Sudtirolo entro il 31 dicembre 2011 alla vendita forzata del 40% del
capitale.
Non possiamo concedere agli interessi privati di pochi nemmeno uno spiraglio
legislativo, che ci possa privare del diritto all’acqua pubblica. Per questo
il Forum Italiano dei Movimento per l’acqua (www.acquabenecomune.org) ha
promosso la campagna referendaria con tre quesiti abrogativi. Tre mesi di
raccolta firme con inizio il 24 aprile 2010. Obbiettivo minimo: 500.000
firme.
Anche noi in Alto Adige dobbiamo fare la nostra parte!
Vi chiediamo:
• Aderire ufficialmente come ente/associazione/sindacato/partito alla
campagna referendaria
• Motivare i propri iscritti a contribuire nelle azioni di raccolta
firme
• Se tra i propri iscritti ci sono pubblici ufficiali invitarli a
presenziare i tavoli
• Inviare ai propri iscritti l’invito di andare a firmare nel proprio
comune di appartenenza
• Di informarci sulle vostre iniziative e feste in cui prevedere la
raccolta firme
• Attenzione alle feste del 25 aprile e del 1° maggio!
Vi offriamo
• Invio e ritiro dei moduli referendari a tutti i comuni del Sudtirolo
• Moduli di raccolta firme ufficiali della campagna referendaria
nazionale nella sede del Dachverband.
• Materiale informativo bilingue per i banchetti. (almeno in formato
elettronico)
• Coordinamento pubblici ufficiali (Dachverband area Bolzano)
Prossimi appuntamenti:
Lunedí 19 aprile alle ore 18.30 in Piazza del Grano 10 al Dachverband –
incontro organizzativo!
Sabato 24 aprile alle ore 9-13 in piazza Municipio a Bolzano, primo
banchetto referendario con mobilitazione popolare e conferenza stampa.
È in definizione un incontro con l’Assessore Laimer per ottenere una
adesione da parte del Consiglio Provinciale alla campagna referendaria.
Appell an alle Vereine und BürgerInnen
Es bildet sich gerade das Referendumskomitee Wasser öffentliches Gut –
Provinz Bozen
Auch in Südtirol hat dieses Komitee die Aufgabe die BürgerInnen über die
gefährlichen und arroganten Liberalisierungsmaßnahmen der
Trinkwasserversorgung (l’art. 23 bis L. 133/08 modificato dall’art. 15 L.
166/09 – sog. decreto Ronchi) der Regierung zu informieren, die mit völliger
Unterbindung einer parlamentarischen Diskussion nach Vertrauensfrage
durchgeboxt wurden.
Leider hat die italienische Regierung die Gesetzgebung bezüglich der
essentiellen Dienstleistungen der Daseinsvorsoge (Wasser, Energie,
Müllversorgung, usw.) mit den Ausführungsbestimmungen der EU-Verpflichtung
bei marktrelevanten öffentlichen Dienstleistungen verbunden. Diese
politische Forcierung bringt unsere Autonomie in Gefahr, auch wenn die
Landesregierung ein sehr gutes Gesetz zur Regelung der Daseinsvorsorge
anwendet. Die Integration und Veränderung der Gemeindestatuten, die
versuchen Wasser als nicht marktrelevantes Gut auszuklammern (Gemeinde
Meran), sind zwar notwendig, aber reichen nicht aus die
Liberalisierungsmaßnahmen zu stoppen. Fast alle Parteien haben sich negativ
zur Liberalisierung der Wasserversorgung ausgesprochen, aber dies schützt
die BürgerInnen nicht davor, dass sog. In house Betriebe vollständig
öffentlichen Gesellschaften die von den Gemeinden bestimmt werden, bis zum
Datum 31 Dezember 2011 aufgehoben oder 40 % der Kapitalaktien verkauft
werden müssen.
Wir können es uns nicht leisten, dass private Interessen einiger Wenigen uns
um das Recht auf Wasser berauben. Deshalb hat das Forum Italiano dei
Movimento per l’acqua (www.acquabenecomune.org) drei abrogative
Referendumsfragen einberufen. Die Unterschriftenaktion zur Unterstützung der
Referenden beginnt am 24 April 2010. Mindestziel: 500.000 Unterschriften in
ganz Italien.
Auch wir Südtrioler müssen unseren Beitrag geben!
Wir brauchen von Euch:
• Offizielle Adhäsion Eurer Vereinigung/Partei/Gewerkschaft zur
Verwirklichung der Referenden
• Eure Mitglieder zu motivieren bei der Unterschriftensammlung
mitzuarbeiten
• Falls zu Eurer Organisation Amtspersonen zählen, diese auffordern
bei den „Standln“ mitzuhelfen.
• Eure Mittglieder schriftlich aufzufordern bei der eigenen Gemeinde
die Referenden zu unterschreiben.
• Uns über Eure Initiativen und Feste zu informieren (25ter April und
1ter Mai!)
Was bieten wir Euch:
• Versand der Bogen zur Unterschriftensammlung an alle südtiroler
Gemeinden
• Zweisprachiges Infomaterial und Bogen zur Unterschriftensammlung im
Sitz des Dachverbands.
• Koordination der Amtspersonen (Dachverband Raum Bozen)
Nächsten Schritte:
Donnerstag 19ter April um 18.30 Uhr am Kornplatz 10 im Sitz des Dachverbands
– Treffen zur Organisation des Referendums in Südtirol.
Samstag 24ter April von 9-13 Uhr am Rathausplatz in Bozen - Kundgebung mit
Pressekonferenz und erstes Standl zur Unterschriftensammlung.
Wir versuchen gerade ein Treffen mit Assessor Laimer zu erhalten, um eine
offizielle Unterstützung der Referenden seitens der Landesregierung zu
erhalten.
RispondiRispondi a tuttiSposta...AMIRARCHIVIOBANCAConvegniCORSO-PNLDOCUMENTIElezioni comunaliINDIKARproposte bozza 0508Rete NewsRete-legge-integrazi...ReteSHAHNAZ
Si sta costituendo il Comitato referendario Acqua bene Comune - Provincia di
Bolzano.
Come nelle altre Regioni italiane il comitato avrà il compito di informare i
cittadini sul concreto rischio di privatizzazione della gestione dell’acqua
potabile, causato dall’ultimo decreto legislativo del Governo (l’art. 23 bis
L. 133/08 così come modificato dall’art. 15 L. 166/09, detto decreto
Ronchi), che è stato approvato arrogantemente con la fiducia sottraendosi a
qualsiasi discussione parlamentare.
Purtroppo il Governo ha voluto intrecciare la normativa sulla gestione dei
servizi pubblici essenziali (energia, acqua, nettezza urbana, ecc.) con il
rispetto delle leggi Europee alla libera concorrenza. Tale forzatura
politica mette a rischio anche la nostra Autonomia Provinciale, che si era
dotata di una buona legge sulla gestione dei servizi pubblici essenziali.
Anche se necessari, a poco serviranno le integrazioni agli statuti comunali
che ridefinisce l’acqua come bene non a rilevanza economica (come fatto a
Merano). Inoltre, quasi tutte le forze politiche in Alto Adige hanno
affermato di essere contrarie alla imposizione forzata di privatizzare il
servizio di gestione dell’acqua potabile, ma questo non garantisce il
diritto all’acqua pubblica dei cittadini italiani e sudtirolesi. La nuova
normativa obbliga le aziende pubbliche che gestiscono l'acqua potabile in
Sudtirolo entro il 31 dicembre 2011 alla vendita forzata del 40% del
capitale.
Non possiamo concedere agli interessi privati di pochi nemmeno uno spiraglio
legislativo, che ci possa privare del diritto all’acqua pubblica. Per questo
il Forum Italiano dei Movimento per l’acqua (www.acquabenecomune.org) ha
promosso la campagna referendaria con tre quesiti abrogativi. Tre mesi di
raccolta firme con inizio il 24 aprile 2010. Obbiettivo minimo: 500.000
firme.
Anche noi in Alto Adige dobbiamo fare la nostra parte!
Vi chiediamo:
• Aderire ufficialmente come ente/associazione/sindacato/partito alla
campagna referendaria
• Motivare i propri iscritti a contribuire nelle azioni di raccolta
firme
• Se tra i propri iscritti ci sono pubblici ufficiali invitarli a
presenziare i tavoli
• Inviare ai propri iscritti l’invito di andare a firmare nel proprio
comune di appartenenza
• Di informarci sulle vostre iniziative e feste in cui prevedere la
raccolta firme
• Attenzione alle feste del 25 aprile e del 1° maggio!
Vi offriamo
• Invio e ritiro dei moduli referendari a tutti i comuni del Sudtirolo
• Moduli di raccolta firme ufficiali della campagna referendaria
nazionale nella sede del Dachverband.
• Materiale informativo bilingue per i banchetti. (almeno in formato
elettronico)
• Coordinamento pubblici ufficiali (Dachverband area Bolzano)
Prossimi appuntamenti:
Lunedí 19 aprile alle ore 18.30 in Piazza del Grano 10 al Dachverband –
incontro organizzativo!
Sabato 24 aprile alle ore 9-13 in piazza Municipio a Bolzano, primo
banchetto referendario con mobilitazione popolare e conferenza stampa.
È in definizione un incontro con l’Assessore Laimer per ottenere una
adesione da parte del Consiglio Provinciale alla campagna referendaria.
Appell an alle Vereine und BürgerInnen
Es bildet sich gerade das Referendumskomitee Wasser öffentliches Gut –
Provinz Bozen
Auch in Südtirol hat dieses Komitee die Aufgabe die BürgerInnen über die
gefährlichen und arroganten Liberalisierungsmaßnahmen der
Trinkwasserversorgung (l’art. 23 bis L. 133/08 modificato dall’art. 15 L.
166/09 – sog. decreto Ronchi) der Regierung zu informieren, die mit völliger
Unterbindung einer parlamentarischen Diskussion nach Vertrauensfrage
durchgeboxt wurden.
Leider hat die italienische Regierung die Gesetzgebung bezüglich der
essentiellen Dienstleistungen der Daseinsvorsoge (Wasser, Energie,
Müllversorgung, usw.) mit den Ausführungsbestimmungen der EU-Verpflichtung
bei marktrelevanten öffentlichen Dienstleistungen verbunden. Diese
politische Forcierung bringt unsere Autonomie in Gefahr, auch wenn die
Landesregierung ein sehr gutes Gesetz zur Regelung der Daseinsvorsorge
anwendet. Die Integration und Veränderung der Gemeindestatuten, die
versuchen Wasser als nicht marktrelevantes Gut auszuklammern (Gemeinde
Meran), sind zwar notwendig, aber reichen nicht aus die
Liberalisierungsmaßnahmen zu stoppen. Fast alle Parteien haben sich negativ
zur Liberalisierung der Wasserversorgung ausgesprochen, aber dies schützt
die BürgerInnen nicht davor, dass sog. In house Betriebe vollständig
öffentlichen Gesellschaften die von den Gemeinden bestimmt werden, bis zum
Datum 31 Dezember 2011 aufgehoben oder 40 % der Kapitalaktien verkauft
werden müssen.
Wir können es uns nicht leisten, dass private Interessen einiger Wenigen uns
um das Recht auf Wasser berauben. Deshalb hat das Forum Italiano dei
Movimento per l’acqua (www.acquabenecomune.org) drei abrogative
Referendumsfragen einberufen. Die Unterschriftenaktion zur Unterstützung der
Referenden beginnt am 24 April 2010. Mindestziel: 500.000 Unterschriften in
ganz Italien.
Auch wir Südtrioler müssen unseren Beitrag geben!
Wir brauchen von Euch:
• Offizielle Adhäsion Eurer Vereinigung/Partei/Gewerkschaft zur
Verwirklichung der Referenden
• Eure Mitglieder zu motivieren bei der Unterschriftensammlung
mitzuarbeiten
• Falls zu Eurer Organisation Amtspersonen zählen, diese auffordern
bei den „Standln“ mitzuhelfen.
• Eure Mittglieder schriftlich aufzufordern bei der eigenen Gemeinde
die Referenden zu unterschreiben.
• Uns über Eure Initiativen und Feste zu informieren (25ter April und
1ter Mai!)
Was bieten wir Euch:
• Versand der Bogen zur Unterschriftensammlung an alle südtiroler
Gemeinden
• Zweisprachiges Infomaterial und Bogen zur Unterschriftensammlung im
Sitz des Dachverbands.
• Koordination der Amtspersonen (Dachverband Raum Bozen)
Nächsten Schritte:
Donnerstag 19ter April um 18.30 Uhr am Kornplatz 10 im Sitz des Dachverbands
– Treffen zur Organisation des Referendums in Südtirol.
Samstag 24ter April von 9-13 Uhr am Rathausplatz in Bozen - Kundgebung mit
Pressekonferenz und erstes Standl zur Unterschriftensammlung.
Wir versuchen gerade ein Treffen mit Assessor Laimer zu erhalten, um eine
offizielle Unterstützung der Referenden seitens der Landesregierung zu
erhalten.
RispondiRispondi a tuttiSposta...AMIRARCHIVIOBANCAConvegniCORSO-PNLDOCUMENTIElezioni comunaliINDIKARproposte bozza 0508Rete NewsRete-legge-integrazi...ReteSHAHNAZ
martedì 6 aprile 2010
INTERROGAZIONE
Al presidente
del consiglio provinciale di Bolzano
INTERROGAZIONE
Edilizia agevolata: rilievi della Corte dei Conti alle delibere della giunta provinciale?
Negli ultimi mesi la giunta provinciale ha approvato due importanti delibere nel campo dell’edilizia agevolata, e cioè:
DELIBERA 3109 DEL 30.12.2009;
DELIBERA 331 DEL 01.03.2010.
Entrambe hanno un significativo effetto in particolare sulla elargizione di alloggi e contributi dedicati ai cittadini extracomunitari. Infatti,
Nella delibera 3109/2009 si fissa per la prima volta il termine dei primi 4 mesi dell’anno (gennaio-aprile) per presentare le domande di sussidio da parte dei cittadini extracomunitari (art.1, c. 6) e si dispone l’iscrizione al 1.1.2010 delle comande presentate di cittadini extracomunitari presentate ma non approvato nell’anno 2009.
Nella delibera 331/2010 si fissano le cosiddette quote di sussidi e alloggi per i cittadini extracomunitari, con relativo sistema di calcolo.
Si chiede
Ad oggi le due delibere sono valide e in vigore in ogni loro parte, o l’applicazione di alcune loro parti è stata sospesa, o abrogata, o modificata? Se sì, quali parti, e con quali atti sono state sospese, abrogate o modificate?
Corrisponde al vero che su una delle due delibere (o su entrambe) la Corte dei conti ha avanzato osservazioni critiche?
Se sì, su quale delibera e su quali suoi punti e con quali argomentazioni sono state avanzate le citate osservazioni? La giunta ha presentato sue controdeduzioni, e se sì, con quale argomentazione?
Si richiede copia integrale delle osservazioni della Corte dei Conti e delle eventuali risposte ufficiali fornite dalla giunta provinciale.
Bolzano, 31 marzo 2010
Firmato Consiglieri
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss
del consiglio provinciale di Bolzano
INTERROGAZIONE
Edilizia agevolata: rilievi della Corte dei Conti alle delibere della giunta provinciale?
Negli ultimi mesi la giunta provinciale ha approvato due importanti delibere nel campo dell’edilizia agevolata, e cioè:
DELIBERA 3109 DEL 30.12.2009;
DELIBERA 331 DEL 01.03.2010.
Entrambe hanno un significativo effetto in particolare sulla elargizione di alloggi e contributi dedicati ai cittadini extracomunitari. Infatti,
Nella delibera 3109/2009 si fissa per la prima volta il termine dei primi 4 mesi dell’anno (gennaio-aprile) per presentare le domande di sussidio da parte dei cittadini extracomunitari (art.1, c. 6) e si dispone l’iscrizione al 1.1.2010 delle comande presentate di cittadini extracomunitari presentate ma non approvato nell’anno 2009.
Nella delibera 331/2010 si fissano le cosiddette quote di sussidi e alloggi per i cittadini extracomunitari, con relativo sistema di calcolo.
Si chiede
Ad oggi le due delibere sono valide e in vigore in ogni loro parte, o l’applicazione di alcune loro parti è stata sospesa, o abrogata, o modificata? Se sì, quali parti, e con quali atti sono state sospese, abrogate o modificate?
Corrisponde al vero che su una delle due delibere (o su entrambe) la Corte dei conti ha avanzato osservazioni critiche?
Se sì, su quale delibera e su quali suoi punti e con quali argomentazioni sono state avanzate le citate osservazioni? La giunta ha presentato sue controdeduzioni, e se sì, con quale argomentazione?
Si richiede copia integrale delle osservazioni della Corte dei Conti e delle eventuali risposte ufficiali fornite dalla giunta provinciale.
Bolzano, 31 marzo 2010
Firmato Consiglieri
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss
lunedì 22 marzo 2010
Creazione di una piattaforma politica.
Amici, il Comitato Nazionale Primo Marzo, ha deciso di continuare ad organizzare iniziative varie che vadano nella direzione di sensibilizzare l’oppinione pubblica sul fenomeno dell’immigrazione e hanno proposto la creazione di una piattaforma politica. Piattaforma che verrebbe sviluppata negli incontri stabiliti, uno regionale il 27 o 28/03 in luogo da definire e un incontro nazionale l’11/04 a Roma.
La Rete per i diritti dei senza voce insieme a Voi deve prendere una decisione su l’adesione al Comitato Nazionale in quanto noi abbiamo conformato il Comitato per la provincia di Bolzano.
La Rete considera sia importante tenere i contatti con una realtà nazionale organizzata, però è consapevole della difficoltà che rappresenta portare avanti iniziative locali che rifletteranno le richieste specifiche in provincia e agire anche in contemporaneo secondo le richieste di un organismo nazionale.
Attendiamo il vostro parere e le vostre riflessioni.
A presto,
Teodora
Rete per i diritti dei senza voce
La Rete per i diritti dei senza voce insieme a Voi deve prendere una decisione su l’adesione al Comitato Nazionale in quanto noi abbiamo conformato il Comitato per la provincia di Bolzano.
La Rete considera sia importante tenere i contatti con una realtà nazionale organizzata, però è consapevole della difficoltà che rappresenta portare avanti iniziative locali che rifletteranno le richieste specifiche in provincia e agire anche in contemporaneo secondo le richieste di un organismo nazionale.
Attendiamo il vostro parere e le vostre riflessioni.
A presto,
Teodora
Rete per i diritti dei senza voce
mercoledì 17 marzo 2010
Giornata mondiale dell’acqua ONU
Invito a partecipare – Giornata mondiale dell’acqua ONU
Operation Daywork, OEW e Centro Pace del Comune di Bolzano organizzano per venerdì 19 marzo alle ore 18.30 nella sala delle rappresentanze del comune di Bolzano una conferenza con ospiti dal Salvador ed esperti locali sul tema “Acqua – diritto o bene economico?” (v. volantino allegato).
La speranza dei ragazzi che compongono l’associazione Operation Daywork (www.operationdaywork.org) è che durante la discussione pubblica di venerdì si possa costituire anche a Bolzano un comitato locale trasversale fra tutti gli attori impegnati nel sociale o nel politico per la raccolta delle firme per la presentazione dei quesiti referendari volti alla abrogazione delle norma del Governo che potrebbe privatizzare l’acqua con l’obiettivo di ribadire una questione di giustizia sostanziale: l’acqua è un bene comune non monetizzabile. La raccolta delle firme da parte di cittadini consapevoli, affinché questi quesiti referendari vengano approvati, è un momento di democrazia partecipativa cui anche la realtà locale non può sottrarsi.
Einladung – Weltwassertag der UNO
Operation Daywork, OEW und Friedenszentrum der Gemeinde Bozen organisieren am Freitag den 19ten März um 18.30 Uhr im Festsaal der Gemeinde Bozen in der Gummergasse 7 eine Diskussionsrunde mit Gästen aus Salvador und lokalen Experten zum Thema „Wasser – Menschenrecht oder Wirtschaftsgut“. (siehe Flyer)
Die Hoffnung der StudentInnen von Operation Daywork (www.operationdaywork.org) ist, dass bei der öffentlichen Diskussion am Freitag einzelne Bürger, Sozialverbände und Parteien die Basis für die Bildung einer breiten transversalen Arbeitsgruppe legen, um die Unterschriftensammlung für das abrogative Referendum (abschaffendes Volksentschied) des Dekrets Ronchi zu koordinieren. Mit der Abschaffung einiger gezielter Gesetzesartikel unterstreicht man unmissverständlich, dass Wasser kein kommerzielles Gut ist aus dem man Profit schlagen kann. Di Unterschriftensammlung seitens bewusster Bürger ist ein partizipierter demokratischer Prozess, dem sich auch unsere lokale Gesellschaft stellen muss.
Operation Daywork, OEW e Centro Pace del Comune di Bolzano organizzano per venerdì 19 marzo alle ore 18.30 nella sala delle rappresentanze del comune di Bolzano una conferenza con ospiti dal Salvador ed esperti locali sul tema “Acqua – diritto o bene economico?” (v. volantino allegato).
La speranza dei ragazzi che compongono l’associazione Operation Daywork (www.operationdaywork.org) è che durante la discussione pubblica di venerdì si possa costituire anche a Bolzano un comitato locale trasversale fra tutti gli attori impegnati nel sociale o nel politico per la raccolta delle firme per la presentazione dei quesiti referendari volti alla abrogazione delle norma del Governo che potrebbe privatizzare l’acqua con l’obiettivo di ribadire una questione di giustizia sostanziale: l’acqua è un bene comune non monetizzabile. La raccolta delle firme da parte di cittadini consapevoli, affinché questi quesiti referendari vengano approvati, è un momento di democrazia partecipativa cui anche la realtà locale non può sottrarsi.
Einladung – Weltwassertag der UNO
Operation Daywork, OEW und Friedenszentrum der Gemeinde Bozen organisieren am Freitag den 19ten März um 18.30 Uhr im Festsaal der Gemeinde Bozen in der Gummergasse 7 eine Diskussionsrunde mit Gästen aus Salvador und lokalen Experten zum Thema „Wasser – Menschenrecht oder Wirtschaftsgut“. (siehe Flyer)
Die Hoffnung der StudentInnen von Operation Daywork (www.operationdaywork.org) ist, dass bei der öffentlichen Diskussion am Freitag einzelne Bürger, Sozialverbände und Parteien die Basis für die Bildung einer breiten transversalen Arbeitsgruppe legen, um die Unterschriftensammlung für das abrogative Referendum (abschaffendes Volksentschied) des Dekrets Ronchi zu koordinieren. Mit der Abschaffung einiger gezielter Gesetzesartikel unterstreicht man unmissverständlich, dass Wasser kein kommerzielles Gut ist aus dem man Profit schlagen kann. Di Unterschriftensammlung seitens bewusster Bürger ist ein partizipierter demokratischer Prozess, dem sich auch unsere lokale Gesellschaft stellen muss.
lunedì 15 marzo 2010
ITALIA: Razzismo, un sito web per denunciare la discriminazione in tv o in rete
13 marzo 2010 9:51
ITALIA: Razzismo, un sito web per denunciare la discriminazione in tv o in rete
E' attivo da pochi giorni su un sito web un servizio che consente ai cittadini di segnalare articoli, siti, blog e servizi radiotelevisivi a contenuto razzista o discriminatorio. Lo rende noto l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che opera presso il Ministero per le Pari Opportunita', in relazione alla notizia dell'individuazione del responsabile del sito razzista della sezione italiana del Ku Klux Klan, ad opera della Polizia postale.
Massimiliano Monnanni, direttore dell'Unar, sottolinea come l'Ufficio, come autorita' preposta al contrasto di ogni forma di discriminazione razziale, aveva immediatamente denunciato lo scorso 2 novembre alla Procura della Repubblica l'esistenza del sito del Ku Klux Klan. E 'proprio per contrastare in maniera sempre piu' efficace e tempestiva ogni fenomeno razzista o xenofobo sul web - aggiunge Monnanni - l'Unar ha reso operativo in questi giorni un servizio centralizzato di rilevazione e denuncia dei fenomeni discriminatori nei media e sul web'. Un servizio attivo 24 ore su 24 sul sito www.unar.it (http://www.unar.it).
'Le segnalazioni verranno inserite, una volta effettuate le opportune verifiche e valutazioni, all'interno del data base del Contact Center che ne curera' la relativa trattazione secondo procedure analoghe a quelle previste per le segnalazioni on line, procedendo all'immediato inoltro alla Polizia Postale' conclude.
ITALIA: Razzismo, un sito web per denunciare la discriminazione in tv o in rete
E' attivo da pochi giorni su un sito web un servizio che consente ai cittadini di segnalare articoli, siti, blog e servizi radiotelevisivi a contenuto razzista o discriminatorio. Lo rende noto l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che opera presso il Ministero per le Pari Opportunita', in relazione alla notizia dell'individuazione del responsabile del sito razzista della sezione italiana del Ku Klux Klan, ad opera della Polizia postale.
Massimiliano Monnanni, direttore dell'Unar, sottolinea come l'Ufficio, come autorita' preposta al contrasto di ogni forma di discriminazione razziale, aveva immediatamente denunciato lo scorso 2 novembre alla Procura della Repubblica l'esistenza del sito del Ku Klux Klan. E 'proprio per contrastare in maniera sempre piu' efficace e tempestiva ogni fenomeno razzista o xenofobo sul web - aggiunge Monnanni - l'Unar ha reso operativo in questi giorni un servizio centralizzato di rilevazione e denuncia dei fenomeni discriminatori nei media e sul web'. Un servizio attivo 24 ore su 24 sul sito www.unar.it (http://www.unar.it).
'Le segnalazioni verranno inserite, una volta effettuate le opportune verifiche e valutazioni, all'interno del data base del Contact Center che ne curera' la relativa trattazione secondo procedure analoghe a quelle previste per le segnalazioni on line, procedendo all'immediato inoltro alla Polizia Postale' conclude.
domenica 14 marzo 2010
non toccare il mio amico
COMUNICATO STAMPA
di SOS Razzismo Italia
“non toccare il mio amico”
Nel 1989, quando un giovane sudafricano, Jerry Hassan Masslo, fu ucciso nelle campagne di Villa Literno, l’Italia intera scese in piazza nella Capitale, rispondendo all’appello di tutti i partiti politici, dei sindacati e delle associazioni.
Vent’anni più tardi, a Rosarno, si è verificato un vero e proprio “Pogrom” che con il pretesto di difendere gli immigrati africani dalla violenza razzista di matrice economico-mafiosa, ha dato luogo alla deportazione “legale” ed umanitaria di centinaia di lavoratori immigrati. Questa volta la manifestazione di protesta ha coinvolto solo 2.000 persone. Ed alcuni partiti di destra hanno aggiunto alla violenza fisica quella verbale.
E’ evidente che in questi anni, paure, dubbi, inadeguatezza, più o meno colpevoli silenzi, politiche insufficienti, legislazioni restrittive hanno determinato un indebolimento della coscienza democratica di questo Paese. Per questo la nostra sensibilità antirazzista ci impone di riprendere in mano risolutamente la battaglia dei diritti, identificando una serie di obbiettivi strategici che consentano a tutti di recuperare il senso e la percezione della gravità della situazione. Dobbiamo ritrovare e rafforzare l’entusiasmo perduto, diffonderlo ed alimentarlo affinché vittime di discriminazioni o di umiliazioni a causa del colore della pelle, religione , sesso, provenienza, non restino sole.
Questo scenario è riconducibile a diverse cause :
Ø l’ assenza di uno Stato di diritto,
(buona parte della legislazione in materia di immigrazione è in contrasto
stridente con il dettato costituzionale e i Diritti Umani);
Ø la decomposizione della società civile,
( la globalizzazione e la crisi hanno rappresentato un formidabile pretesto per ridefinire l’assetto sociale e istituzionale del Paese ponendo in secondo piano i valori della solidarietà);
Ø la sinergia tra Lega Nord e Mafia,
(Il razzismo viene alimentato e strumentalizzato per imporre scelte autoritarie a livello politico e condizionare il mercato del lavoro).
Oggi l’ immigrato rappresenta il capro espiatorio , responsabile di ogni disagio.
Questo il motivo che ci ha spinti ad elaborare, insieme alla casa madre francese , SOS Racisme, un manifesto di intenti sottoscritto da personalità della società civile, da Dario Fo a Roberto Saviano, da Moni Ovadia ad Oliviero Toscani, al quale hanno aderito ad oggi oltre 4000 persone. “Non toccare il mio amico” , una iniziativa , la nostra che si inserisce nel quadro della “primavera antirazzista” e che ci vede impegnati nella settimana antirazzista e ad oltranza in iniziative di sensibilizzazione sul territorio nazionale a partire dallo scorso 26 febbraio ( www.nontoccareilmioamico.net ).
La nostra resistenza costituisce dunque un rinnovato impegno democratico ispirato alla non violenza e alla difesa intransigente della legalità costituzionale e della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.
Alla conferenza stampa parteciperanno, pertanto, oltre alla delegazione di SOS Racisme France nella persona del presidente Dominique Sopo, ed a quella italiana rappresentata dal segretario generale Angela Scalzo; attori autorevoli quali: la Commissione diritti umani del Senato, l’onorevole Fabio Porta ed alcune personalità della società civile che hanno aderito al manifesto.
Vi aspettiamo alla Conferenza Stampa presso la Camera dei Deputati - sala del Mappamondo-
via della Missione n.4
17 marzo 2010 alle ore 11,30.
Riferimenti:
Segreteria SOS Razzismo Italia : Gloria Vatti 338 7530561 /338 6833245 sos.razzismo@uni.net
Segreteria On. Fabio Porta : dott.ssa Rosanna Cocco rosanna.cocco@camera.it
N.B. Si ricorda che è indispensabile l’accreditamento presso le segreterie indicate, il documento di riconoscimento, giacca e cravatta per gli uomini.
di SOS Razzismo Italia
“non toccare il mio amico”
Nel 1989, quando un giovane sudafricano, Jerry Hassan Masslo, fu ucciso nelle campagne di Villa Literno, l’Italia intera scese in piazza nella Capitale, rispondendo all’appello di tutti i partiti politici, dei sindacati e delle associazioni.
Vent’anni più tardi, a Rosarno, si è verificato un vero e proprio “Pogrom” che con il pretesto di difendere gli immigrati africani dalla violenza razzista di matrice economico-mafiosa, ha dato luogo alla deportazione “legale” ed umanitaria di centinaia di lavoratori immigrati. Questa volta la manifestazione di protesta ha coinvolto solo 2.000 persone. Ed alcuni partiti di destra hanno aggiunto alla violenza fisica quella verbale.
E’ evidente che in questi anni, paure, dubbi, inadeguatezza, più o meno colpevoli silenzi, politiche insufficienti, legislazioni restrittive hanno determinato un indebolimento della coscienza democratica di questo Paese. Per questo la nostra sensibilità antirazzista ci impone di riprendere in mano risolutamente la battaglia dei diritti, identificando una serie di obbiettivi strategici che consentano a tutti di recuperare il senso e la percezione della gravità della situazione. Dobbiamo ritrovare e rafforzare l’entusiasmo perduto, diffonderlo ed alimentarlo affinché vittime di discriminazioni o di umiliazioni a causa del colore della pelle, religione , sesso, provenienza, non restino sole.
Questo scenario è riconducibile a diverse cause :
Ø l’ assenza di uno Stato di diritto,
(buona parte della legislazione in materia di immigrazione è in contrasto
stridente con il dettato costituzionale e i Diritti Umani);
Ø la decomposizione della società civile,
( la globalizzazione e la crisi hanno rappresentato un formidabile pretesto per ridefinire l’assetto sociale e istituzionale del Paese ponendo in secondo piano i valori della solidarietà);
Ø la sinergia tra Lega Nord e Mafia,
(Il razzismo viene alimentato e strumentalizzato per imporre scelte autoritarie a livello politico e condizionare il mercato del lavoro).
Oggi l’ immigrato rappresenta il capro espiatorio , responsabile di ogni disagio.
Questo il motivo che ci ha spinti ad elaborare, insieme alla casa madre francese , SOS Racisme, un manifesto di intenti sottoscritto da personalità della società civile, da Dario Fo a Roberto Saviano, da Moni Ovadia ad Oliviero Toscani, al quale hanno aderito ad oggi oltre 4000 persone. “Non toccare il mio amico” , una iniziativa , la nostra che si inserisce nel quadro della “primavera antirazzista” e che ci vede impegnati nella settimana antirazzista e ad oltranza in iniziative di sensibilizzazione sul territorio nazionale a partire dallo scorso 26 febbraio ( www.nontoccareilmioamico.net ).
La nostra resistenza costituisce dunque un rinnovato impegno democratico ispirato alla non violenza e alla difesa intransigente della legalità costituzionale e della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.
Alla conferenza stampa parteciperanno, pertanto, oltre alla delegazione di SOS Racisme France nella persona del presidente Dominique Sopo, ed a quella italiana rappresentata dal segretario generale Angela Scalzo; attori autorevoli quali: la Commissione diritti umani del Senato, l’onorevole Fabio Porta ed alcune personalità della società civile che hanno aderito al manifesto.
Vi aspettiamo alla Conferenza Stampa presso la Camera dei Deputati - sala del Mappamondo-
via della Missione n.4
17 marzo 2010 alle ore 11,30.
Riferimenti:
Segreteria SOS Razzismo Italia : Gloria Vatti 338 7530561 /338 6833245 sos.razzismo@uni.net
Segreteria On. Fabio Porta : dott.ssa Rosanna Cocco rosanna.cocco@camera.it
N.B. Si ricorda che è indispensabile l’accreditamento presso le segreterie indicate, il documento di riconoscimento, giacca e cravatta per gli uomini.
Bass Faye: intervento per il 20 marzo a nome del comitato del 1 marzo
INTERVENTO PER IL 20 MARZO
Salve a tutti, mi chiamo Bass, sono uno dei promotori della giornata del “1ー Marzo un giorno senza di noi”, e sono qui, oggi, a nome del comitato di organizzazione di Rimini per parlarvi del perché è stata concepita questa grande manifestazione.
Era non violenta, indirizzata a fare capire all'opinione pubblica quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla crescita e allo sviluppo della societa e come sia importante che gli italiani vecchie e nuove generazioni si impegnino insieme per la difesa dei diritti fondamentali della persona, combattere il razzismo e superare la contrapposizione tra noi e loro.
E per sostenere questa tesi che ci siamo posti una sola domanda: “cosa succederebbe se 4 milioni e 1/2 di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?”.
Lo scorso primo marzo con la collaborazione di associazioni locali di italiani ed immigrati, cittadini attivi e rappresentanze politiche, come la giovanile democratica di Rimini della quale sono membro attivo, ・stata effettivamente organizzata una manifestazione, ed è stata un grande successo.
Chiaramente il 1ー Marzo 2010 “ 24 ore senza di noi” ・stato solo l'inizio, il movimento proseguir・il suo cammino e avra come incarico la lotta contro i pregiudizi culturali, contro il razzismo e cerchera di coinvolgere il maggior numero di italiani, migranti o solo persone assetate di giustizia ed equita per far capire a tutti qual è il peso dell'immigrato nel sociale e sull'economia, portare a porsi la domanda: “cosa sarebbe l'Italia senza di noi?”.
Oggi, piu che mai, è di attualita parlare di immigrazione ed integrazione, temi ovviamente molto sensibili che richiedono un'attenzione specifica ed una ricerca profonda sull'argomento.
Parlare di immigrazione ed integrazione ci porta al di la della nostra identita ma anche della nostra umanita e ci mette davanti ad un problema piu complesso rispetto a quello della paura e della sicurezza, ma anche del razzismo e dell'intolleranza.
Sento spesso dire che l'immigrazione ・sfruttamento e degrado, parole
vere e molto importanti, ma accanto a questo aspetto abbastanza inquietante l'immigrazione ne rappresenta un altro altrettanto rassicurante, anche se molti vogliono negarlo, l'immigrazione ・crescita ・sviluppo economico e sociale.
Per questo io credo che ・opportuno oggi lavorare per l'integrazione del cittadino straniero: per il riconoscimento dei diritti fondamentali alla cittadinanza, alla casa, alle cure mediche, alla scuola e ad un aiuto concreto e per il rispetto dei doveri fondamentali di chi si trova a vivere in un contesto di ( societa civile).
Concludendo, l'immigrazione ・una cosa seria e non l'oggetto di una
contesa politica.
L'esempio di Rosarno ・rivelatore di un clima esplosivo nella situazione del Paese.
Ora come sempre la palla ・nel campo dei politici che devono dare segnali forti e chiari di aver capito di cosa si sta parlando.
Salve a tutti, mi chiamo Bass, sono uno dei promotori della giornata del “1ー Marzo un giorno senza di noi”, e sono qui, oggi, a nome del comitato di organizzazione di Rimini per parlarvi del perché è stata concepita questa grande manifestazione.
Era non violenta, indirizzata a fare capire all'opinione pubblica quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla crescita e allo sviluppo della societa e come sia importante che gli italiani vecchie e nuove generazioni si impegnino insieme per la difesa dei diritti fondamentali della persona, combattere il razzismo e superare la contrapposizione tra noi e loro.
E per sostenere questa tesi che ci siamo posti una sola domanda: “cosa succederebbe se 4 milioni e 1/2 di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?”.
Lo scorso primo marzo con la collaborazione di associazioni locali di italiani ed immigrati, cittadini attivi e rappresentanze politiche, come la giovanile democratica di Rimini della quale sono membro attivo, ・stata effettivamente organizzata una manifestazione, ed è stata un grande successo.
Chiaramente il 1ー Marzo 2010 “ 24 ore senza di noi” ・stato solo l'inizio, il movimento proseguir・il suo cammino e avra come incarico la lotta contro i pregiudizi culturali, contro il razzismo e cerchera di coinvolgere il maggior numero di italiani, migranti o solo persone assetate di giustizia ed equita per far capire a tutti qual è il peso dell'immigrato nel sociale e sull'economia, portare a porsi la domanda: “cosa sarebbe l'Italia senza di noi?”.
Oggi, piu che mai, è di attualita parlare di immigrazione ed integrazione, temi ovviamente molto sensibili che richiedono un'attenzione specifica ed una ricerca profonda sull'argomento.
Parlare di immigrazione ed integrazione ci porta al di la della nostra identita ma anche della nostra umanita e ci mette davanti ad un problema piu complesso rispetto a quello della paura e della sicurezza, ma anche del razzismo e dell'intolleranza.
Sento spesso dire che l'immigrazione ・sfruttamento e degrado, parole
vere e molto importanti, ma accanto a questo aspetto abbastanza inquietante l'immigrazione ne rappresenta un altro altrettanto rassicurante, anche se molti vogliono negarlo, l'immigrazione ・crescita ・sviluppo economico e sociale.
Per questo io credo che ・opportuno oggi lavorare per l'integrazione del cittadino straniero: per il riconoscimento dei diritti fondamentali alla cittadinanza, alla casa, alle cure mediche, alla scuola e ad un aiuto concreto e per il rispetto dei doveri fondamentali di chi si trova a vivere in un contesto di ( societa civile).
Concludendo, l'immigrazione ・una cosa seria e non l'oggetto di una
contesa politica.
L'esempio di Rosarno ・rivelatore di un clima esplosivo nella situazione del Paese.
Ora come sempre la palla ・nel campo dei politici che devono dare segnali forti e chiari di aver capito di cosa si sta parlando.
giovedì 4 marzo 2010
EMIR KUSTURICA - La guerra, l'amore, la pace
EMIR KUSTURICA - La guerra, l'amore, la pace
Tipo: Incontri - Riunione informativa
Data: lunedì 22 marzo 2010
Ora: 20.00 - 23.00
Luogo: Bolzano, Teatro Cristallo, via Dalmazia 30
DescrizioneATTENZIONE
L'incontro è ad INGRESSO LIBERO ma i BIGLIETTI GRATUITI, da ritirare alla cassa del Teatro la sera dell'incontro, VANNO PRENOTATI chiamando il numero 0471 402382 (se c'è la segreteria telefonica pronunciare in modo chiaro il nome e il cognome e lasciare un recapito telefonico) o scrivendo all'indirizzo email centropace@comune.bolzano.it
- - -
EMIR KUSTURICA, uno dei più grandi registi viventi, visita Bolzano su iniziativa del CENTRO PER LA PACE del Comune del capoluogo altoatesino.
L'incontro di Kusturica con il pubblico a Bolzano rientra in un giro di conferenze che l'artista serbo sta facendo in varie parti d'Italia per promuovere il progetto relativo a KUESTENDORF, il festival/concorso ospitato dall'omonimo villaggio sito in Serbia (al confine con la Bosnia) che annualmente, a partire dal 2008, riunisce un gruppo di giovani cineasti provenienti da tutto il mondo, per dare loro occasione incontrarsi e confrontarsi con i più grandi registi e attori. La prospettiva è quella di promuovere il cinema indipendente, d'autore, in una magica location dove Kusturica ha girato ben due film.
E' la prima volta che Kusturica viene a Bolzano ed è una occasione importante per ascoltare e vedere l'immaginario di Kusturica attraverso i temi di fondo del Centro per la Pace che sono quelli legati alla rifessione sulla guerra e sulla ricerca di pace. Insieme al musicista Bregovic Kusturica si era impegnato per fare di Sarajevo una città della pace e della convivenza, un luogo in cui le ferite di guerra venivano risdarcite con un impegno totalizzante per la pace e la salvaguardia dei diritti umani e culturali.
L'incontro organizzato dal Centro per la Pace si tiene al TEATRO CRISTALLO. Aderiscono alcune associazioni attive sull'universo balcaninco come l'OSSERVATORIO SUI BALCANI di Trento, la FONDAZIONE ALEXANDER LANGER.
L'iniziativa è sostenuta anche dalla FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO della provincia di Bolzano e dall'ASSESSORATO ALLA CULTURA ITALIANA della Provincia Autonoma di Bolzano.
PROGRAMMA DELL'INCONTRO
ORE 20: proiezione di BLUE GIPSY, il cortometraggio che Kusturica ha realizzato nel 2005 per il film corale ALL THE INVISIBLE CHILDREN, dedicato alla vita quotidiana dei bambini "invisibili" in diverse parti del mondo. La proiezione sarà accompagnata da una breve introduzione all'immaginario di Kusturica affidata a SANDRO TARTER, insegnante e critico cinematografico.
ORE 20.30: saluto degli organizzatori e delle autorità
ORE 20.45: intervista di PAOLO RUMIZ ad EMIR KUSTURICA e successivo dibattito
EMIR KUSTURICA
Ha innovato il cinema con uno sguardo visionario, grottesco ma anche molto interno alle culture che racconta, quelle delle popolazioni balcaniche, zingare, dell'est. Ha raccontato la guerra come nessun altro, l'ha intrecciata con la vita e quindi con l'amore con il sogno di pace. Artista poliedrico (è anche musicista e sportivo) ha conquistato due palme d'oro a Cannes e ha realizzato, con il capolavoro Underground, una sorta di storia della ex Jugoslavia, dalla seconda guera mondiale, al regime di Tito fino all'ultima carneficina con lo smembramento del Paese.
Kusturica sta ora lavorando ad un nuovo progetto dedicato all'eroe messicano Pancho Villa, che vede protagonista l'attore Jonny Depp, già ospite d'onore quest'anno in gennaio alla terza edizione di Kuestendorf Film and Music Festival.
Tipo: Incontri - Riunione informativa
Data: lunedì 22 marzo 2010
Ora: 20.00 - 23.00
Luogo: Bolzano, Teatro Cristallo, via Dalmazia 30
DescrizioneATTENZIONE
L'incontro è ad INGRESSO LIBERO ma i BIGLIETTI GRATUITI, da ritirare alla cassa del Teatro la sera dell'incontro, VANNO PRENOTATI chiamando il numero 0471 402382 (se c'è la segreteria telefonica pronunciare in modo chiaro il nome e il cognome e lasciare un recapito telefonico) o scrivendo all'indirizzo email centropace@comune.bolzano.it
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EMIR KUSTURICA, uno dei più grandi registi viventi, visita Bolzano su iniziativa del CENTRO PER LA PACE del Comune del capoluogo altoatesino.
L'incontro di Kusturica con il pubblico a Bolzano rientra in un giro di conferenze che l'artista serbo sta facendo in varie parti d'Italia per promuovere il progetto relativo a KUESTENDORF, il festival/concorso ospitato dall'omonimo villaggio sito in Serbia (al confine con la Bosnia) che annualmente, a partire dal 2008, riunisce un gruppo di giovani cineasti provenienti da tutto il mondo, per dare loro occasione incontrarsi e confrontarsi con i più grandi registi e attori. La prospettiva è quella di promuovere il cinema indipendente, d'autore, in una magica location dove Kusturica ha girato ben due film.
E' la prima volta che Kusturica viene a Bolzano ed è una occasione importante per ascoltare e vedere l'immaginario di Kusturica attraverso i temi di fondo del Centro per la Pace che sono quelli legati alla rifessione sulla guerra e sulla ricerca di pace. Insieme al musicista Bregovic Kusturica si era impegnato per fare di Sarajevo una città della pace e della convivenza, un luogo in cui le ferite di guerra venivano risdarcite con un impegno totalizzante per la pace e la salvaguardia dei diritti umani e culturali.
L'incontro organizzato dal Centro per la Pace si tiene al TEATRO CRISTALLO. Aderiscono alcune associazioni attive sull'universo balcaninco come l'OSSERVATORIO SUI BALCANI di Trento, la FONDAZIONE ALEXANDER LANGER.
L'iniziativa è sostenuta anche dalla FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO della provincia di Bolzano e dall'ASSESSORATO ALLA CULTURA ITALIANA della Provincia Autonoma di Bolzano.
PROGRAMMA DELL'INCONTRO
ORE 20: proiezione di BLUE GIPSY, il cortometraggio che Kusturica ha realizzato nel 2005 per il film corale ALL THE INVISIBLE CHILDREN, dedicato alla vita quotidiana dei bambini "invisibili" in diverse parti del mondo. La proiezione sarà accompagnata da una breve introduzione all'immaginario di Kusturica affidata a SANDRO TARTER, insegnante e critico cinematografico.
ORE 20.30: saluto degli organizzatori e delle autorità
ORE 20.45: intervista di PAOLO RUMIZ ad EMIR KUSTURICA e successivo dibattito
EMIR KUSTURICA
Ha innovato il cinema con uno sguardo visionario, grottesco ma anche molto interno alle culture che racconta, quelle delle popolazioni balcaniche, zingare, dell'est. Ha raccontato la guerra come nessun altro, l'ha intrecciata con la vita e quindi con l'amore con il sogno di pace. Artista poliedrico (è anche musicista e sportivo) ha conquistato due palme d'oro a Cannes e ha realizzato, con il capolavoro Underground, una sorta di storia della ex Jugoslavia, dalla seconda guera mondiale, al regime di Tito fino all'ultima carneficina con lo smembramento del Paese.
Kusturica sta ora lavorando ad un nuovo progetto dedicato all'eroe messicano Pancho Villa, che vede protagonista l'attore Jonny Depp, già ospite d'onore quest'anno in gennaio alla terza edizione di Kuestendorf Film and Music Festival.
martedì 2 marzo 2010
COMUNICATO STAMPA DELLA GIUNTA PROVINCIALE.
Bolzano, 1 marzo 2010, ore 15,12.
"I cittadini di Paesi extracomunitari, nel corso del 2010, potranno ottenere contributi nel campo dell'edilizia abitativa agevolata per un massimo del 9,11% del totale. Si tratta di circa 12,8 dei 140 milioni complessivi elargiti in questo settore.
"Il principio - ha sottolineato il presidente della giunta provinciale - è quello di creare una graduatoria separata che si concretizzi in un parametro ponderato in grado di tener conto di due criteri: da un lato la consistenza della popolazione extracomunitaria rispetto al totale, e dall'altro il fabbisogno reale".
L'obiettivo del provvedimento è quello di contenere il rischio di un'esplosione dei contributi assegnati a cittadini extracomunitari, in maniera particolare per quanto riguarda il sussidio casa. ... Mostra tutto
"Nel 2008 - ha aggiunto Durnwalder - su oltre 11mila domande, ben 3.450 erano di cittadini extra UE: con l'elaborazione di questo nuovo indice riusciremo a ridurre i contributi elargiti a questa fetta di popolazione di oltre la metà".
In risposta alle proteste riguardanti i presunti favoritismi ai cittadini extracomunitari, il presidente Luis Durnwalder ha citato i dati 2008 dell'Ipes: "Sui 450 alloggi sociali assegnati in Provincia di Bolzano, solo 38 sono andati a cittadini non appartenenti ad uno dei paesi dell'Unione Europea. L'allarmismo mi sembra dunque ingiustificato".
"I cittadini di Paesi extracomunitari, nel corso del 2010, potranno ottenere contributi nel campo dell'edilizia abitativa agevolata per un massimo del 9,11% del totale. Si tratta di circa 12,8 dei 140 milioni complessivi elargiti in questo settore.
"Il principio - ha sottolineato il presidente della giunta provinciale - è quello di creare una graduatoria separata che si concretizzi in un parametro ponderato in grado di tener conto di due criteri: da un lato la consistenza della popolazione extracomunitaria rispetto al totale, e dall'altro il fabbisogno reale".
L'obiettivo del provvedimento è quello di contenere il rischio di un'esplosione dei contributi assegnati a cittadini extracomunitari, in maniera particolare per quanto riguarda il sussidio casa. ... Mostra tutto
"Nel 2008 - ha aggiunto Durnwalder - su oltre 11mila domande, ben 3.450 erano di cittadini extra UE: con l'elaborazione di questo nuovo indice riusciremo a ridurre i contributi elargiti a questa fetta di popolazione di oltre la metà".
In risposta alle proteste riguardanti i presunti favoritismi ai cittadini extracomunitari, il presidente Luis Durnwalder ha citato i dati 2008 dell'Ipes: "Sui 450 alloggi sociali assegnati in Provincia di Bolzano, solo 38 sono andati a cittadini non appartenenti ad uno dei paesi dell'Unione Europea. L'allarmismo mi sembra dunque ingiustificato".
lunedì 22 febbraio 2010
Adesione alla manifestazione di primo marzo in Alto Adige
Fino adesso hanno aderito alla manifestazione di primo marzo qui in Alto Adige:
Consulta immigranti di Bolzano
Consulta immigranti di Merano
ANPI (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI)
CENTRO PER LA PACE
OEW
Associazione culturale Latinoamérica Y Su Gente
Associazione multietnica Integration
associazione nevo drom
Associazione Porte Aperte
Associazione culturale MINHAJ
CARITAS
Associazione Senegal
Verdi,
Sel
PRC (partito della rifondazione comunista)
PD
CGIL/AGB
La UIL-SGK partecipa alla campagna “Primavera antirazzista”
Pdci (partito dei comunisti italiani),
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL)
Merano Social Forum
Area Umanitaria della FP
Cooperativa Sociale Xenia
associazione culturale ( peruviana) "Ama sua, Ama Lulla, Ama Quella"
la Cooperativa Sociale Jona
Pari Opportunità GPO-CTS della FP
Consulta immigranti di Bolzano
Consulta immigranti di Merano
ANPI (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI)
CENTRO PER LA PACE
OEW
Associazione culturale Latinoamérica Y Su Gente
Associazione multietnica Integration
associazione nevo drom
Associazione Porte Aperte
Associazione culturale MINHAJ
CARITAS
Associazione Senegal
Verdi,
Sel
PRC (partito della rifondazione comunista)
PD
CGIL/AGB
La UIL-SGK partecipa alla campagna “Primavera antirazzista”
Pdci (partito dei comunisti italiani),
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL)
Merano Social Forum
Area Umanitaria della FP
Cooperativa Sociale Xenia
associazione culturale ( peruviana) "Ama sua, Ama Lulla, Ama Quella"
la Cooperativa Sociale Jona
Pari Opportunità GPO-CTS della FP
venerdì 19 febbraio 2010
Appello dalle università, oltre 200 docenti con “Primo Marzo”
Appello dalle università, oltre 200 docenti con “Primo Marzo”
________________________________________
To: university teaching staff
Lettera dei/delle docenti universitari/e contro il razzismo a sostegno del primo marzo, “una giornata senza di noi”
Noi docenti precari/e e docenti non precari/e delle università italiane abbiamo deciso di aderire alla giornata del primo marzo, “una giornata senza di noi”, presentando ai nostri studenti e alle nostre studentesse, dove possibile anche durante le ore di attività didattica nei giorni che precedono il primo marzo, dapprima la lettera dei lavoratori africani di Rosarno, riunitisi in assemblea a Roma alla fine di gennaio, e poi il testo che leggeremo alla fine della loro lettera e invitandoli/e a partecipare alle iniziative della giornata:
“I mandarini e le olive non cadono dal cielo
In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l´Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane. Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica. Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i generi. Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri sfruttatori. Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie...prelevati, qualcuno è sparito per sempre.
Ci hanno sparato addosso, per gioco o per l´interesse di qualcuno. Abbiamo continuato a lavorare. Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani.
Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. Ci siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra esistenza.
La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno che non esiste? Le autorità e le forze dell’ordine sono arrivate e ci hanno deportati dalla città perché non eravamo più al sicuro. Gli abitanti di Rosarno si sono messi a darci la caccia, a linciarci, questa volta organizzati in vere e proprie squadre di caccia all´uomo.
Siamo stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci sono ancora, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle città del Sud. Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza un posto dove dormire, senza i nostri bagagli e con i salari ancora non pagati nelle mani dei nostri sfruttatori. Noi diciamo di essere degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. I mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono.
Eravamo riusciti a trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché abbiamo domandato di essere trattati come esseri umani. Non siamo venuti in Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve all´Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte speranze. Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare le nostre richieste:
domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motive umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci ha lasciato senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada. Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue responsabilità e ci garantisca la possibilità di lavorare con dignità.
L´Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma”
Dapprima in Francia, poi in Italia, in Spagna, in Grecia e in altri paesi europei, la giornata del primo marzo è stata proclamata “una giornata senza di noi” con l’intento da parte dei/delle migranti che vivono in questi paesi di far percepire, per un giorno, l’importanza della loro presenza economica e sociale sia attraverso lo sciopero sia attraverso altre forme di protesta come l'astensione dai consumi. Ispirata alla giornata del primo maggio del 2006, quando in varie città degli Stati Uniti i/le migranti privi/e di documenti di soggiorno erano riusciti/e a bloccare la vita economica e sociale di quelle città attraverso una massiccia astensione dal lavoro e fluviali manifestazioni in cui ricordavano a tutti che “We are America”, questa giornata ci sembra di particolare importanza anche per iniziare una necessaria riflessione sulle forme della nostra esistenza comune di cittadini/e e non cittadini/e, migranti e non.
Per questo, abbiamo deciso di assumere come parte del nostro testo quello sottoscritto da alcuni lavoratori africani di Rosarno. Riteniamo, infatti, che quanto accaduto a Rosarno nei primi giorni di gennaio – le intimidazioni e le violenze sui migranti, la rivolta dei lavoratori africani, la “caccia al nero” dei giorni successivi, il coinvolgimento di alcune parti della mafia nella “gestione dell’ordine pubblico”, il trasferimento d’urgenza di tutti i lavoratori africani, la loro detenzione nei centri di identificazione ed espulsione e la minaccia di espulsione per quelli privi di permesso di soggiorno – sia il precipitato, soltanto più visibile, delle scelte politiche con cui negli ultimi anni i governi che si sono succeduti hanno affrontato e voluto gestire il fenomeno globale delle migrazioni. Il risultato, innanzitutto, di una volontà di generale clandestinizzazione della presenza dei/lle migranti e dei lavoratori e delle lavoratrici migranti che ha permesso, non solo a Rosarno, ma nel Sud come nel Nord del paese, tra i campi di agrumi e le serre così come nelle fabbriche e le piccole imprese, o nelle famiglie, forme di assoluto sfruttamento della forza lavoro possibili grazie a un’illegalità diffusa del mercato del lavoro generata proprio dalle leggi che normano l’immigrazione. Ricordiamo di seguito alcuni dei provvedimenti e dei fatti che stanno alla base di quanto accaduto a Rosarno così come di quanto accade quotidianamente nel resto d’Italia: l’istituzione dei centri di detenzione nel lontano 1998, con cui si apriva il capitolo del doppio binario giuridico, uno per i cittadini, un altro per i non cittadini, passibili di pene detentive in assenza di reato; il nesso inscindibile tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, con la legge del 2001, che spianava la strada a ogni forma di ricattabilità da parte dei datori di lavoro sulla forza lavoro migrante, compresa la ricattabilità sessuale delle lavoratrici migranti impiegate nel lavoro domestico; gli innumerevoli provvedimenti delle recenti norme previste dai pacchetti sicurezza ispirati tutti a un orizzonte di discriminazione e razzismo (l’aggravante di clandestinità, il reato di clandestinità, il prolungamento a sei mesi della detenzione amministrativa, l’interdipendenza tra permesso di soggiorno e atti dello stato civile, tra cui il riconoscimento dei figli e il matrimonio, l’istituzione di corpi speciali privati per il mantenimento dell’ordine pubblico); i respingimenti verso la Libia iniziati nel maggio del 2009 volti a risolvere il problema degli arrivi sulle coste italiane con la deportazione verso i campi di concentramento della Libia finanziati dallo stato italiano di donne, uomini e bambini, spesso potenziali rifugiati provenienti dai luoghi di guerra delle ex-colonie italiane. La criminalizzazione dei migranti privi di permesso di soggiorno produce effetti a cascata su tutti/e i/le migranti che vivono in Italia, rendendo precaria la condizione degli/delle stessi/e migranti “regolari”, esponendoli/e a continue discriminazioni e alla possibilità sempre presente di ricadere nell’“irregolarità”. “Come può manifestare qualcuno che non esiste?” si chiedono i lavoratori africani nella lettera che vi abbiamo letto, descrivendo prima di questa domanda l’esistenza quotidiana “di chi non esiste”, dalla giornata lavorativa alle notti prive di acqua e elettricità e costellate di episodi di violenza e intimidazioni. “Come può esistere chi non esiste” è, infatti, secondo noi, la domanda di fondo diventata sempre più impellente in Italia e generata da una forma pervasiva di razzismo istituzionale che permette e legittima forme di razzismo, intolleranza, xenofobia sociali che stanno ormai erodendo la vivibilità comune delle nostre città. O, meglio, come possono esistere tutti e tutte coloro che, pur essendo “attori della vita economica di questo paese”, con differenti dispositivi sono continuamente sospinti verso una presenza marginale e una vita non vivibile costellata di mille ostacoli (dai tempi biblici del rinnovo del permesso di soggiorno all’assenza di ogni possibilità di regolarizzazione, dagli innumerevoli modi in cui si elude il riconoscimento dello stato di rifugiato alle norme che entrano in modo discriminatorio nelle scelte di vita affettiva concedendo ai migranti “affetti di serie b”, sino ai mesi di detenzione previsti per chi non ha o ha perso il permesso di soggiorno e all’ultima proposta del “permesso di soggiorno a punti”)?
Aderiamo a questa giornata perché riteniamo che questa domanda coinvolga la vita di tutti e di tutte, migranti e non, studenti, studentesse, lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate, in Italia così come nel resto d’Europa e in altri paesi del mondo. In quanto docenti, sappiamo che nelle università, anziché come studenti e studentesse nelle nostre aule è più facile incontrare i/le migranti come lavoratori e lavoratrici delle cooperative di servizi, assunti/e con bassi salari e senza garanzie.
La scandalosa difficoltà nell’accesso a un permesso di soggiorno per studi universitari, attraverso una politica delle “quote” anche nel campo del sapere che rende quest’ultimo esclusivo privilegio dei cittadini, è parte integrante della chiusura nei confronti dei/delle migranti che caratterizza il nostro paese. Per questo ci impegniamo a lottare anche per garantire la piena accessibilità dell’Università ai/alle migranti. Siamo più in generale convinti che soltanto cancellando il razzismo istituzionale e sociale come pratica quotidiana di sfruttamento sarà possibile costruire spazi di convivenza futuri.
Docenti precari/e e docenti non precari/e delle Università italiane
Primi firmatari:
Fabio Amaya (Università di Bergamo)
Anna Curcio (Università di Messina)
Umberto Galimberti (Università di Venezia)
Maria Grazia Meriggi (Università di Bergamo)
Sandro Mezzadra (Università di Bologna)
Renata Pepicelli (Università di Bologna)
Luca Queirolo Palmas (Università di Genova)
Antonello Petrillo (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli)
Federico Rahola (Università di Genova)
Fabio Raimondi (Università di Salerno)
Maurizio Ricciardi (Università di Bologna)
Anna Maria Rivera (Università di Bari)
Gigi Roggero (Università di Bologna)
Pier Aldo Rovatti (Università di Trieste)
Devi Sacchetto (Università di Padova)
Anna Simone (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli)
Federica Sossi (Università di Bergamo)
Alessandro Triulzi (Università di Napoli L’Orientale)
Tiziana Terranova (Università di Napoli L’Orientale)
Fulvio Vassallo Paleologo (Università di Palermo)
Sincerely,
________________________________________
To: university teaching staff
Lettera dei/delle docenti universitari/e contro il razzismo a sostegno del primo marzo, “una giornata senza di noi”
Noi docenti precari/e e docenti non precari/e delle università italiane abbiamo deciso di aderire alla giornata del primo marzo, “una giornata senza di noi”, presentando ai nostri studenti e alle nostre studentesse, dove possibile anche durante le ore di attività didattica nei giorni che precedono il primo marzo, dapprima la lettera dei lavoratori africani di Rosarno, riunitisi in assemblea a Roma alla fine di gennaio, e poi il testo che leggeremo alla fine della loro lettera e invitandoli/e a partecipare alle iniziative della giornata:
“I mandarini e le olive non cadono dal cielo
In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l´Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane. Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica. Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i generi. Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri sfruttatori. Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie...prelevati, qualcuno è sparito per sempre.
Ci hanno sparato addosso, per gioco o per l´interesse di qualcuno. Abbiamo continuato a lavorare. Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani.
Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. Ci siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra esistenza.
La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno che non esiste? Le autorità e le forze dell’ordine sono arrivate e ci hanno deportati dalla città perché non eravamo più al sicuro. Gli abitanti di Rosarno si sono messi a darci la caccia, a linciarci, questa volta organizzati in vere e proprie squadre di caccia all´uomo.
Siamo stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci sono ancora, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle città del Sud. Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza un posto dove dormire, senza i nostri bagagli e con i salari ancora non pagati nelle mani dei nostri sfruttatori. Noi diciamo di essere degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. I mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono.
Eravamo riusciti a trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché abbiamo domandato di essere trattati come esseri umani. Non siamo venuti in Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve all´Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte speranze. Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare le nostre richieste:
domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motive umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci ha lasciato senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada. Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue responsabilità e ci garantisca la possibilità di lavorare con dignità.
L´Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma”
Dapprima in Francia, poi in Italia, in Spagna, in Grecia e in altri paesi europei, la giornata del primo marzo è stata proclamata “una giornata senza di noi” con l’intento da parte dei/delle migranti che vivono in questi paesi di far percepire, per un giorno, l’importanza della loro presenza economica e sociale sia attraverso lo sciopero sia attraverso altre forme di protesta come l'astensione dai consumi. Ispirata alla giornata del primo maggio del 2006, quando in varie città degli Stati Uniti i/le migranti privi/e di documenti di soggiorno erano riusciti/e a bloccare la vita economica e sociale di quelle città attraverso una massiccia astensione dal lavoro e fluviali manifestazioni in cui ricordavano a tutti che “We are America”, questa giornata ci sembra di particolare importanza anche per iniziare una necessaria riflessione sulle forme della nostra esistenza comune di cittadini/e e non cittadini/e, migranti e non.
Per questo, abbiamo deciso di assumere come parte del nostro testo quello sottoscritto da alcuni lavoratori africani di Rosarno. Riteniamo, infatti, che quanto accaduto a Rosarno nei primi giorni di gennaio – le intimidazioni e le violenze sui migranti, la rivolta dei lavoratori africani, la “caccia al nero” dei giorni successivi, il coinvolgimento di alcune parti della mafia nella “gestione dell’ordine pubblico”, il trasferimento d’urgenza di tutti i lavoratori africani, la loro detenzione nei centri di identificazione ed espulsione e la minaccia di espulsione per quelli privi di permesso di soggiorno – sia il precipitato, soltanto più visibile, delle scelte politiche con cui negli ultimi anni i governi che si sono succeduti hanno affrontato e voluto gestire il fenomeno globale delle migrazioni. Il risultato, innanzitutto, di una volontà di generale clandestinizzazione della presenza dei/lle migranti e dei lavoratori e delle lavoratrici migranti che ha permesso, non solo a Rosarno, ma nel Sud come nel Nord del paese, tra i campi di agrumi e le serre così come nelle fabbriche e le piccole imprese, o nelle famiglie, forme di assoluto sfruttamento della forza lavoro possibili grazie a un’illegalità diffusa del mercato del lavoro generata proprio dalle leggi che normano l’immigrazione. Ricordiamo di seguito alcuni dei provvedimenti e dei fatti che stanno alla base di quanto accaduto a Rosarno così come di quanto accade quotidianamente nel resto d’Italia: l’istituzione dei centri di detenzione nel lontano 1998, con cui si apriva il capitolo del doppio binario giuridico, uno per i cittadini, un altro per i non cittadini, passibili di pene detentive in assenza di reato; il nesso inscindibile tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, con la legge del 2001, che spianava la strada a ogni forma di ricattabilità da parte dei datori di lavoro sulla forza lavoro migrante, compresa la ricattabilità sessuale delle lavoratrici migranti impiegate nel lavoro domestico; gli innumerevoli provvedimenti delle recenti norme previste dai pacchetti sicurezza ispirati tutti a un orizzonte di discriminazione e razzismo (l’aggravante di clandestinità, il reato di clandestinità, il prolungamento a sei mesi della detenzione amministrativa, l’interdipendenza tra permesso di soggiorno e atti dello stato civile, tra cui il riconoscimento dei figli e il matrimonio, l’istituzione di corpi speciali privati per il mantenimento dell’ordine pubblico); i respingimenti verso la Libia iniziati nel maggio del 2009 volti a risolvere il problema degli arrivi sulle coste italiane con la deportazione verso i campi di concentramento della Libia finanziati dallo stato italiano di donne, uomini e bambini, spesso potenziali rifugiati provenienti dai luoghi di guerra delle ex-colonie italiane. La criminalizzazione dei migranti privi di permesso di soggiorno produce effetti a cascata su tutti/e i/le migranti che vivono in Italia, rendendo precaria la condizione degli/delle stessi/e migranti “regolari”, esponendoli/e a continue discriminazioni e alla possibilità sempre presente di ricadere nell’“irregolarità”. “Come può manifestare qualcuno che non esiste?” si chiedono i lavoratori africani nella lettera che vi abbiamo letto, descrivendo prima di questa domanda l’esistenza quotidiana “di chi non esiste”, dalla giornata lavorativa alle notti prive di acqua e elettricità e costellate di episodi di violenza e intimidazioni. “Come può esistere chi non esiste” è, infatti, secondo noi, la domanda di fondo diventata sempre più impellente in Italia e generata da una forma pervasiva di razzismo istituzionale che permette e legittima forme di razzismo, intolleranza, xenofobia sociali che stanno ormai erodendo la vivibilità comune delle nostre città. O, meglio, come possono esistere tutti e tutte coloro che, pur essendo “attori della vita economica di questo paese”, con differenti dispositivi sono continuamente sospinti verso una presenza marginale e una vita non vivibile costellata di mille ostacoli (dai tempi biblici del rinnovo del permesso di soggiorno all’assenza di ogni possibilità di regolarizzazione, dagli innumerevoli modi in cui si elude il riconoscimento dello stato di rifugiato alle norme che entrano in modo discriminatorio nelle scelte di vita affettiva concedendo ai migranti “affetti di serie b”, sino ai mesi di detenzione previsti per chi non ha o ha perso il permesso di soggiorno e all’ultima proposta del “permesso di soggiorno a punti”)?
Aderiamo a questa giornata perché riteniamo che questa domanda coinvolga la vita di tutti e di tutte, migranti e non, studenti, studentesse, lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate, in Italia così come nel resto d’Europa e in altri paesi del mondo. In quanto docenti, sappiamo che nelle università, anziché come studenti e studentesse nelle nostre aule è più facile incontrare i/le migranti come lavoratori e lavoratrici delle cooperative di servizi, assunti/e con bassi salari e senza garanzie.
La scandalosa difficoltà nell’accesso a un permesso di soggiorno per studi universitari, attraverso una politica delle “quote” anche nel campo del sapere che rende quest’ultimo esclusivo privilegio dei cittadini, è parte integrante della chiusura nei confronti dei/delle migranti che caratterizza il nostro paese. Per questo ci impegniamo a lottare anche per garantire la piena accessibilità dell’Università ai/alle migranti. Siamo più in generale convinti che soltanto cancellando il razzismo istituzionale e sociale come pratica quotidiana di sfruttamento sarà possibile costruire spazi di convivenza futuri.
Docenti precari/e e docenti non precari/e delle Università italiane
Primi firmatari:
Fabio Amaya (Università di Bergamo)
Anna Curcio (Università di Messina)
Umberto Galimberti (Università di Venezia)
Maria Grazia Meriggi (Università di Bergamo)
Sandro Mezzadra (Università di Bologna)
Renata Pepicelli (Università di Bologna)
Luca Queirolo Palmas (Università di Genova)
Antonello Petrillo (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli)
Federico Rahola (Università di Genova)
Fabio Raimondi (Università di Salerno)
Maurizio Ricciardi (Università di Bologna)
Anna Maria Rivera (Università di Bari)
Gigi Roggero (Università di Bologna)
Pier Aldo Rovatti (Università di Trieste)
Devi Sacchetto (Università di Padova)
Anna Simone (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli)
Federica Sossi (Università di Bergamo)
Alessandro Triulzi (Università di Napoli L’Orientale)
Tiziana Terranova (Università di Napoli L’Orientale)
Fulvio Vassallo Paleologo (Università di Palermo)
Sincerely,
martedì 16 febbraio 2010
festeggiamenti Natale di Muhammad (“Pace e benedizione su di lui”)
Invito
Oggetto: festeggiamenti Natale di Muhammad (“Pace e benedizione su di lui”)
Con la presente comunico che il giorno 21 febbraio 2010, presso la Sala di rappresentanza del comune di Bolzano Vicolo Gumer 39100 Bolzano avranno luogo i festeggiamenti della nascita di Muhammad (“Pace e benedizione su di lui”).
La durata della cerimonia è prevista dalle 14:00 alle ore 19:00.
Parteciperanno inoltre alcuni rappresentanti delle associazioni Culturali MINHAJ Italia da Arezzo,
Carpi (MO) e Milano.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale MINHAJ Alto Adige, la quale ha invitato anche alcuni rappresentanti del mondo delle Associazioni e delle Istituzioni politiche e sociali della nostra Provincia.
Avremmo molto piacere nel poterla salutare alla nostra festa, nel qual caso le chiediamo, per motivi organizzativi, di confermare la sua partecipazione.
Cordialmente,
Il segretario
ABDUL JABBAR
ASSOCIAZIONE CULTURALE MINHAJ
Tel. 3288419722
Email minhaj.Bressanone@yahoo.it
www.minhaj.org; www.minhaj.it
Oggetto: festeggiamenti Natale di Muhammad (“Pace e benedizione su di lui”)
Con la presente comunico che il giorno 21 febbraio 2010, presso la Sala di rappresentanza del comune di Bolzano Vicolo Gumer 39100 Bolzano avranno luogo i festeggiamenti della nascita di Muhammad (“Pace e benedizione su di lui”).
La durata della cerimonia è prevista dalle 14:00 alle ore 19:00.
Parteciperanno inoltre alcuni rappresentanti delle associazioni Culturali MINHAJ Italia da Arezzo,
Carpi (MO) e Milano.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale MINHAJ Alto Adige, la quale ha invitato anche alcuni rappresentanti del mondo delle Associazioni e delle Istituzioni politiche e sociali della nostra Provincia.
Avremmo molto piacere nel poterla salutare alla nostra festa, nel qual caso le chiediamo, per motivi organizzativi, di confermare la sua partecipazione.
Cordialmente,
Il segretario
ABDUL JABBAR
ASSOCIAZIONE CULTURALE MINHAJ
Tel. 3288419722
Email minhaj.Bressanone@yahoo.it
www.minhaj.org; www.minhaj.it
ROSARNO, ITALIA, MONDO
ROSARNO, ITALIA, MONDO
Siamo dei cittadini italiani residenti in Francia e dei cittadini francesi che si occupano, professionalmente, dell’Italia. Per questo, di fronte ai fatti accaduti a Rosarno esprimiamo la nostra indignazione.
Gli immigrati di Rosarno, come tutti i migranti nel mondo, costituiscono un vero e proprio esperimento biopolitico per i poteri. Prima sono ammassati in condizioni disperate, poi sono sfruttati implacabilmente sul posto di lavoro, infine sono espulsi vergognosamente verso destinazioni misteriose. A queste tre fasi, ordinarie, nella vita di un immigrato, se ne aggiunge spesso, soprattutto negli ultimi tempi, un’altra. Gli immigrati sono vittime di una vera e propria caccia all’uomo : seguiti, pedinati, braccati, bastonati, finalmente uccisi o espulsi.
E’ successo altrove, in Spagna o alla frontiera messicana, si è ripetuto a Rosarno.
Per qualche lungo giorno gli abitanti della cittadina calabrese hanno rincorso, impaurito, sprangato, sparato contro i lavoratori immigrati. La reazione del potere statale è stata la solita: per placare gli animi della « brava gente » si è attuata la pulizia etnica, deportando i migranti.
La storia si ripete, quando le vittime erano proprio gli italiani, nelle miniere belghe, nelle campagne americane o nelle saline francesi1.
Si tratta di denunciare, senza tergiversare le quattro fasi che sono inestricabilmente connesse. In termini più chiari, non si può essere indignati per la « caccia al negro » se non si afferma il principio della regolarizzazione dei lavoratori immigrati, non è lecito impietosirsi sulle condizioni di vita degli immigrati se non si è, fino in fondo, contro lo sfruttamento che essi subiscono in quanto lavoratori meno protetti.
La maggior parte di noi lavora nel mondo dell’educazione. Non possiamo far a meno di sottolineare il legame fra questi tragici avvenimenti e la cancellazione della memoria storica. Gli italiani « brava gente », democratici, hanno espunto dai loro ricordi le avventure sanguinarie della colonizzazione italica e, figli del « boom » economico, hanno voluto dimenticare il loro passato di « hobo », di « Macaroni », di « Degos », con la valigia di cartone.
E non possiamo fare a meno neanche di sottolineare il legame fra queste esplosioni razziste e la questione dell’istruzione e dei saperi. Negli stessi giorni dei fatti di Calabria, il ministro
1 Si veda a questo proposito il libro recente di Gérard Noiriel, Le massacre des Italiens, Aigues-Mortes 17 août 1893, Paris, Fayard, 2010.
Gelmini annunciava un tetto massimo di 30% di studenti stranieri nelle classi italiane. Proposta insensata e irresponsabile, il cui unico scopo, propagandistico, è quello di rafforzare il sentimento di insicurezza e di paura.
Questo si chiama qui da noi, in Francia, « dibattito » sull’identità nazionale, pulizia della « giungla » di Calais, rafforzamento e creazione di nuovi centri di « permanenza temporanea » per immigrati, passaggio forzato della nuova legge sull’autonomia delle università, perché « Gelmini » è il nome italiano di un progetto di riforma, altrettanto discriminatorio, che, dappertutto in Europa, punta alla distruzione dell’università pubblica, seguendo i dettami del cosidetto processo di Bologna.
C’è razzismo laddove c’è ignoranza. È per questo anche che ci sentiamo colpiti, come insegnanti – e non solo – minacciati dalle riforme in corso, da quanto è accaduto a Rosarno.
Gli immigrati di Rosarno, prima di essere banditi, si sono rivoltati.
Che facciamo di fronte a questo atto di renitenza ?
Non ascoltarlo, sarebbe sprofondare ancora di più nell’intollerabile, nella bassezza, nella volgarità che secernono le nostre democrazie–per–il–mercato. Ascoltarlo, non significa tuttavia voler « aiutare » gli immigrati. Gli immigrati si sono riscattati da soli. Sono loro che ci ri–apprendono a dire no. Non ci indicano nessuna strada, se non quella dell’emancipazione. Non hanno chiesto nulla, hanno solo imposto le loro esigenze.
Riprendere il loro gesto, significa allora innanzitutto combattere contro lo sfruttamento. Ribellarsi non in generale contro la schiavitù, ma concretamente contro le ingiustizie capitalistiche, contro le storture che il sistema, tormentato da una crisi da cui non esce, riprodurrà sempre più violentemente.
Noi che viviamo e che lavoriamo in Francia, aderiamo allo sciopero dei migranti indetto per il 1 marzo in Italia, auspicando che questa giornata diventi il primo atto di uno sciopero generale europeo di « tutti » i lavoratori (migranti e non, regolari e non) contro lo sfruttamento e il razzismo, concreta sua deriva. C’è urgenza : si tratta di inventare, contro il falso e ripugnante « universale » che il capitale incarna, la pratica di un nuovo senso del comune, con i senza voce, dei senza voce, da Rosamo al mondo.
http://www.lapetition.be/en-ligne/rosarno-italie-monde-6262.html
Saverio Ansaldi, Université Montpellier 3
Carlo Arcuri, Université d’Amiens
Etienne Balibar, Université Paris X
Michèle Bompard-Porte, Université de Bretagne Occidentale
François Bouchard, Université de Tours
Marina Caruso
Leonardo Casalino, Université Grenoble III
Collectif Univers.Cité Lille 3
Alina Curioni
Marta Di Nuccio
Anne François
Christian Hartmann
Costanza Jori, Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle
Frank La Brasca, Université de Tours
Enrica Lippolis
Luigi Magri, direttore di cinema, Tremblay-en-France
Jean-Paul Manganaro, Université Lille 3
Christophe Mileschi, Université Paris 10
Sandra Millot, insegnante di italiano, Saint-Denis
Aldo Pardi, Université Lille 3
Giorgio Passerone, Université Lille 3
Veronica Riva
Anne-Marie Saint Marc
Jean-Claude Saint Marc
Luca Salza, Université Lille 3
Italo Stellon, INCA CGIL
Jean Marie Straub, regista
Cristina Terrile, Université de Tours
André Tosel, Université de Nice
Jean-Charles Vegliante, Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle
Siamo dei cittadini italiani residenti in Francia e dei cittadini francesi che si occupano, professionalmente, dell’Italia. Per questo, di fronte ai fatti accaduti a Rosarno esprimiamo la nostra indignazione.
Gli immigrati di Rosarno, come tutti i migranti nel mondo, costituiscono un vero e proprio esperimento biopolitico per i poteri. Prima sono ammassati in condizioni disperate, poi sono sfruttati implacabilmente sul posto di lavoro, infine sono espulsi vergognosamente verso destinazioni misteriose. A queste tre fasi, ordinarie, nella vita di un immigrato, se ne aggiunge spesso, soprattutto negli ultimi tempi, un’altra. Gli immigrati sono vittime di una vera e propria caccia all’uomo : seguiti, pedinati, braccati, bastonati, finalmente uccisi o espulsi.
E’ successo altrove, in Spagna o alla frontiera messicana, si è ripetuto a Rosarno.
Per qualche lungo giorno gli abitanti della cittadina calabrese hanno rincorso, impaurito, sprangato, sparato contro i lavoratori immigrati. La reazione del potere statale è stata la solita: per placare gli animi della « brava gente » si è attuata la pulizia etnica, deportando i migranti.
La storia si ripete, quando le vittime erano proprio gli italiani, nelle miniere belghe, nelle campagne americane o nelle saline francesi1.
Si tratta di denunciare, senza tergiversare le quattro fasi che sono inestricabilmente connesse. In termini più chiari, non si può essere indignati per la « caccia al negro » se non si afferma il principio della regolarizzazione dei lavoratori immigrati, non è lecito impietosirsi sulle condizioni di vita degli immigrati se non si è, fino in fondo, contro lo sfruttamento che essi subiscono in quanto lavoratori meno protetti.
La maggior parte di noi lavora nel mondo dell’educazione. Non possiamo far a meno di sottolineare il legame fra questi tragici avvenimenti e la cancellazione della memoria storica. Gli italiani « brava gente », democratici, hanno espunto dai loro ricordi le avventure sanguinarie della colonizzazione italica e, figli del « boom » economico, hanno voluto dimenticare il loro passato di « hobo », di « Macaroni », di « Degos », con la valigia di cartone.
E non possiamo fare a meno neanche di sottolineare il legame fra queste esplosioni razziste e la questione dell’istruzione e dei saperi. Negli stessi giorni dei fatti di Calabria, il ministro
1 Si veda a questo proposito il libro recente di Gérard Noiriel, Le massacre des Italiens, Aigues-Mortes 17 août 1893, Paris, Fayard, 2010.
Gelmini annunciava un tetto massimo di 30% di studenti stranieri nelle classi italiane. Proposta insensata e irresponsabile, il cui unico scopo, propagandistico, è quello di rafforzare il sentimento di insicurezza e di paura.
Questo si chiama qui da noi, in Francia, « dibattito » sull’identità nazionale, pulizia della « giungla » di Calais, rafforzamento e creazione di nuovi centri di « permanenza temporanea » per immigrati, passaggio forzato della nuova legge sull’autonomia delle università, perché « Gelmini » è il nome italiano di un progetto di riforma, altrettanto discriminatorio, che, dappertutto in Europa, punta alla distruzione dell’università pubblica, seguendo i dettami del cosidetto processo di Bologna.
C’è razzismo laddove c’è ignoranza. È per questo anche che ci sentiamo colpiti, come insegnanti – e non solo – minacciati dalle riforme in corso, da quanto è accaduto a Rosarno.
Gli immigrati di Rosarno, prima di essere banditi, si sono rivoltati.
Che facciamo di fronte a questo atto di renitenza ?
Non ascoltarlo, sarebbe sprofondare ancora di più nell’intollerabile, nella bassezza, nella volgarità che secernono le nostre democrazie–per–il–mercato. Ascoltarlo, non significa tuttavia voler « aiutare » gli immigrati. Gli immigrati si sono riscattati da soli. Sono loro che ci ri–apprendono a dire no. Non ci indicano nessuna strada, se non quella dell’emancipazione. Non hanno chiesto nulla, hanno solo imposto le loro esigenze.
Riprendere il loro gesto, significa allora innanzitutto combattere contro lo sfruttamento. Ribellarsi non in generale contro la schiavitù, ma concretamente contro le ingiustizie capitalistiche, contro le storture che il sistema, tormentato da una crisi da cui non esce, riprodurrà sempre più violentemente.
Noi che viviamo e che lavoriamo in Francia, aderiamo allo sciopero dei migranti indetto per il 1 marzo in Italia, auspicando che questa giornata diventi il primo atto di uno sciopero generale europeo di « tutti » i lavoratori (migranti e non, regolari e non) contro lo sfruttamento e il razzismo, concreta sua deriva. C’è urgenza : si tratta di inventare, contro il falso e ripugnante « universale » che il capitale incarna, la pratica di un nuovo senso del comune, con i senza voce, dei senza voce, da Rosamo al mondo.
http://www.lapetition.be/en-ligne/rosarno-italie-monde-6262.html
Saverio Ansaldi, Université Montpellier 3
Carlo Arcuri, Université d’Amiens
Etienne Balibar, Université Paris X
Michèle Bompard-Porte, Université de Bretagne Occidentale
François Bouchard, Université de Tours
Marina Caruso
Leonardo Casalino, Université Grenoble III
Collectif Univers.Cité Lille 3
Alina Curioni
Marta Di Nuccio
Anne François
Christian Hartmann
Costanza Jori, Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle
Frank La Brasca, Université de Tours
Enrica Lippolis
Luigi Magri, direttore di cinema, Tremblay-en-France
Jean-Paul Manganaro, Université Lille 3
Christophe Mileschi, Université Paris 10
Sandra Millot, insegnante di italiano, Saint-Denis
Aldo Pardi, Université Lille 3
Giorgio Passerone, Université Lille 3
Veronica Riva
Anne-Marie Saint Marc
Jean-Claude Saint Marc
Luca Salza, Université Lille 3
Italo Stellon, INCA CGIL
Jean Marie Straub, regista
Cristina Terrile, Université de Tours
André Tosel, Université de Nice
Jean-Charles Vegliante, Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle
martedì 9 febbraio 2010
norme edilizia abitativa agevolata
DOCUMENTO VOTO allegato al Bilancio 2010
OGGETTO: norme edilizia abitativa agevolata
Premesso che
durante la discussione in Consiglio Comunale del Bilancio Sociale dell'Azienda Servizi Sociali di Bolzano (ASSB) i vertici dell'azienda hanno reso noto che nei primi mesi del 2009 l'erogazione del reddito minimo di inserimento è già aumentata rispetto al 2008 di oltre il 75%;
nel 2008 sono state 1769 le persone che hanno usufruito delll'assistenza economica, 137 in più dell'anno precedente, ma nei primi 5 mesi del 2009 si sono registrati aumenti del 50% con punte fino al 75% nei quartieri di Oltrisarco e Don Bosco, relative a richieste legate in maggior parte al problema del apgamento degli affitti;
tale situazione esplosiva rappresenta il prevedibile risultato negativo dell'attuazione dell'articolo 5, comma 7 della Legge Provinciale 17.12.1998 n. 13 sull'ordinamento dell'edilizia abitativa agevolata, così come è stato sostituito, dalle norme della legge provinciale 13.10.2008 n.9, approvate frettolosamente in piena campagna elettorale per le elezioni ultime provinciali, che hanno abolito di fatto il criterio del bisogno reale per i cittadini migranti extracomunitari;
tali norme, infatti, hanno prodotto una secca riduzione di circa un terzo della quota di risorse e di alloggi IPES per i migranti extracomunitari, i quali, con lo scopo di poter continuare a rispettare i requisiti necessari per il permesso di soggiorno, in particolare, quelli legati alla casa, trovandosi in situazione di emergenza economica senza più la concreta possibilità di poter concorrere all'assegnazione di un alloggio IPES, sono stati costretti a rivolgersi ai servizi sociali Comuni e alle associazioni di volontariato;
tale fenomeno è concentrato particolarmente sul Capoluogo e l'attuale situazione è destinata ad aggravarsi a causa della Delibera n. 1885 approvata dalla Giunta provinciale nella seduta del 20.07.2009 che per attuare le norme di legge sopracitate prevede mediante un arbitrario sistema di calcolo della media ponderata tra consistenza numerica dei migranti e fabbisogno, un' ulteriore drastica riduzione delle risorse e degli alloggi disponibili con il risultato che, da oggi alla fine dell'anno la quota di alloggi disponibili è già esaurita e che sono già stati spesi 8,5 milioni di euro sui 10,5 stanziati nel bilancio;
Tutto ciò premesso, considerati gli inaccettabili e disastrosi risultati in termini di emergenza sociale, umana e civile che rischiano di sconvolgere la vita cittadina e di mettere in crisi i servizi e le finanze comunali anche per il 2010, il Consiglio Comunale IMPEGNA la Giunta Comunale a
aprire una trattativa con al Giunta provinciale e in sede di Consorzio dei Comuni, con il coinvolgimento delle forze economiche e sociali, per affrontare l'attuale emergenza e per rivedere complessivamente le norme controproducenti e inaccettabili approvate frettolosamente a ottobre;
verificare la legittimità della delibera della Giunta Provinciale n. 1885 nella parte relativa al calcolo arbitrario della media ponderata tra consistenza numerica della popolazione migrante di origine extracomunitaria e fabbisogno reale, considerato che il calcolo della popolazione e del fabbisogno sono artificiosamente sottostimati.
Consigliere Comunale Guido Margheri
OGGETTO: norme edilizia abitativa agevolata
Premesso che
durante la discussione in Consiglio Comunale del Bilancio Sociale dell'Azienda Servizi Sociali di Bolzano (ASSB) i vertici dell'azienda hanno reso noto che nei primi mesi del 2009 l'erogazione del reddito minimo di inserimento è già aumentata rispetto al 2008 di oltre il 75%;
nel 2008 sono state 1769 le persone che hanno usufruito delll'assistenza economica, 137 in più dell'anno precedente, ma nei primi 5 mesi del 2009 si sono registrati aumenti del 50% con punte fino al 75% nei quartieri di Oltrisarco e Don Bosco, relative a richieste legate in maggior parte al problema del apgamento degli affitti;
tale situazione esplosiva rappresenta il prevedibile risultato negativo dell'attuazione dell'articolo 5, comma 7 della Legge Provinciale 17.12.1998 n. 13 sull'ordinamento dell'edilizia abitativa agevolata, così come è stato sostituito, dalle norme della legge provinciale 13.10.2008 n.9, approvate frettolosamente in piena campagna elettorale per le elezioni ultime provinciali, che hanno abolito di fatto il criterio del bisogno reale per i cittadini migranti extracomunitari;
tali norme, infatti, hanno prodotto una secca riduzione di circa un terzo della quota di risorse e di alloggi IPES per i migranti extracomunitari, i quali, con lo scopo di poter continuare a rispettare i requisiti necessari per il permesso di soggiorno, in particolare, quelli legati alla casa, trovandosi in situazione di emergenza economica senza più la concreta possibilità di poter concorrere all'assegnazione di un alloggio IPES, sono stati costretti a rivolgersi ai servizi sociali Comuni e alle associazioni di volontariato;
tale fenomeno è concentrato particolarmente sul Capoluogo e l'attuale situazione è destinata ad aggravarsi a causa della Delibera n. 1885 approvata dalla Giunta provinciale nella seduta del 20.07.2009 che per attuare le norme di legge sopracitate prevede mediante un arbitrario sistema di calcolo della media ponderata tra consistenza numerica dei migranti e fabbisogno, un' ulteriore drastica riduzione delle risorse e degli alloggi disponibili con il risultato che, da oggi alla fine dell'anno la quota di alloggi disponibili è già esaurita e che sono già stati spesi 8,5 milioni di euro sui 10,5 stanziati nel bilancio;
Tutto ciò premesso, considerati gli inaccettabili e disastrosi risultati in termini di emergenza sociale, umana e civile che rischiano di sconvolgere la vita cittadina e di mettere in crisi i servizi e le finanze comunali anche per il 2010, il Consiglio Comunale IMPEGNA la Giunta Comunale a
aprire una trattativa con al Giunta provinciale e in sede di Consorzio dei Comuni, con il coinvolgimento delle forze economiche e sociali, per affrontare l'attuale emergenza e per rivedere complessivamente le norme controproducenti e inaccettabili approvate frettolosamente a ottobre;
verificare la legittimità della delibera della Giunta Provinciale n. 1885 nella parte relativa al calcolo arbitrario della media ponderata tra consistenza numerica della popolazione migrante di origine extracomunitaria e fabbisogno reale, considerato che il calcolo della popolazione e del fabbisogno sono artificiosamente sottostimati.
Consigliere Comunale Guido Margheri
Che amarezza e delusione... Commenti.
@Complimenti, mi sembra un ottimo intervento, ciao luisa
@Per quello che serve sono dalla vostra parte. Ti prego comunica ai firmatari dell’articolo che almeno una famiglia di Merano è dalla loro parte e se mai decideste di aprire un centro culturale o una moschea sotto casa mia ne saremmo onorati e vi pregheremmo di accoglierci (noi e il nostro piccolo figlio di due anni e mezzo) per farci meglio conoscere la vostra cultura e le vostre tradizioni. Spero che gli idioti che ora vi scacciano cambino idea. Se è vero che gli imbecilli sono tanti non cadete nell’errore di credere che siamo tutti così e darla vinta all’odio (i fascisti di Unitalia vogliono aizzare gli italiani contro di voi ma anche voi contro gli italiani). Siamo tutti esseri umani e, per fortuna, moltissimi italiani non sono idioti.
Simpatia e auguri
Aaron Belotti
@comprendo lo stegno espresso da chi si vede negato
il diritto di esprimere e praticare la propria cultura e religione
in un ambiente degno della sua comunità.
ne sono spiaciuto
c´è spazio per tutti.
se ci rispettiamo a vicenda
e se apprezziamo le diversità come ricchezza
e non gìà le stigmatizziamo come pericolo
sempre presupposto
che l´espressione avvenga in modo pacifico,
riconoscendo la Costituzione e le leggi dello Stato,
come valide in tutti i sensi anche per se stessi.
Così io appenderei nelle classi delle scuole ed asili
un simbolo caratteristico per ciascuna cultura / religione
dei bambini / scolari presenti in classe...
non toglierei i crocifissi, ma aggiungerei gli altri simboli...
togliere è negare, è stroncare, comporta mancanza di rispetto
aggiungere significa rispettarsi, apprezzare le diversità,
invitare a conoscersi, a dialogare,
ad accettare la variopinta realtà della vita.
Cordialmente
Karl Trojer, Terlano
@Purtroppo l'ignoranza (la paura dello sconosciuto) e' uno dei mali peggiori e pericolosi di questa societa' e Bolzano ne dimostra l'esistenza in tutta la sua decadenza.. Qui tutto cio' che e' "fuori dal normale" (cosa e chi e' normale?) e "chi non riga dritto" ha la vita assai dura!!! Io come cittadina del mondo e come minuscolo puntino nell'universo solidarizzo totalmente con voi fratelli e sorelle.... Don't give up!!! Franca
@Per quello che serve sono dalla vostra parte. Ti prego comunica ai firmatari dell’articolo che almeno una famiglia di Merano è dalla loro parte e se mai decideste di aprire un centro culturale o una moschea sotto casa mia ne saremmo onorati e vi pregheremmo di accoglierci (noi e il nostro piccolo figlio di due anni e mezzo) per farci meglio conoscere la vostra cultura e le vostre tradizioni. Spero che gli idioti che ora vi scacciano cambino idea. Se è vero che gli imbecilli sono tanti non cadete nell’errore di credere che siamo tutti così e darla vinta all’odio (i fascisti di Unitalia vogliono aizzare gli italiani contro di voi ma anche voi contro gli italiani). Siamo tutti esseri umani e, per fortuna, moltissimi italiani non sono idioti.
Simpatia e auguri
Aaron Belotti
@comprendo lo stegno espresso da chi si vede negato
il diritto di esprimere e praticare la propria cultura e religione
in un ambiente degno della sua comunità.
ne sono spiaciuto
c´è spazio per tutti.
se ci rispettiamo a vicenda
e se apprezziamo le diversità come ricchezza
e non gìà le stigmatizziamo come pericolo
sempre presupposto
che l´espressione avvenga in modo pacifico,
riconoscendo la Costituzione e le leggi dello Stato,
come valide in tutti i sensi anche per se stessi.
Così io appenderei nelle classi delle scuole ed asili
un simbolo caratteristico per ciascuna cultura / religione
dei bambini / scolari presenti in classe...
non toglierei i crocifissi, ma aggiungerei gli altri simboli...
togliere è negare, è stroncare, comporta mancanza di rispetto
aggiungere significa rispettarsi, apprezzare le diversità,
invitare a conoscersi, a dialogare,
ad accettare la variopinta realtà della vita.
Cordialmente
Karl Trojer, Terlano
@Purtroppo l'ignoranza (la paura dello sconosciuto) e' uno dei mali peggiori e pericolosi di questa societa' e Bolzano ne dimostra l'esistenza in tutta la sua decadenza.. Qui tutto cio' che e' "fuori dal normale" (cosa e chi e' normale?) e "chi non riga dritto" ha la vita assai dura!!! Io come cittadina del mondo e come minuscolo puntino nell'universo solidarizzo totalmente con voi fratelli e sorelle.... Don't give up!!! Franca
Gentili signori, chiedo scusa a voi ed a tutta la vostra comunita'.
Gentili signori, chiedo scusa a voi ed a tutta la vostra comunita'. Lo faccio come bolzanino che si vergogna del modo in cui la sua citta' si e' comportata e si sta comportando nei vostri confronti, rinnegando nella sostanza valori di accoglienza e di rispetto che dovrebbero essere automatici. Chiedo scusa anche come giornalista che ha dovuto aspettare questa vostra illuminante lettera che non avreste mai dovuto scrivere se solo il mio mondo dei media avesse fatto meglio la propria parte: le vostre considerazioni ed i vostri sentimenti sarebbero gia' stati conosciuti ed apprezzati.
Si', la campagna elettorale puo' spiegare molto ma non tutto: e' un periodo in cui, purtroppo, si tira fuori il peggio dalle persone.
La strada del rispetto e della convivenza e' spesso lunga e tortuosa. Ed anche la più' faticosa, che richiede tanta energia ma anche tanta pazienza. Ma, da sempre, e' l"unica che ci porta a buoni frutti. Grazie per questa lettera: non siete soli.
Antonio Visentini
Si', la campagna elettorale puo' spiegare molto ma non tutto: e' un periodo in cui, purtroppo, si tira fuori il peggio dalle persone.
La strada del rispetto e della convivenza e' spesso lunga e tortuosa. Ed anche la più' faticosa, che richiede tanta energia ma anche tanta pazienza. Ma, da sempre, e' l"unica che ci porta a buoni frutti. Grazie per questa lettera: non siete soli.
Antonio Visentini
lunedì 8 febbraio 2010
Che amarezza e delusione le ultime polemiche sulla Nuova Moschea di viale Trento !
Spett.Le
CORRIERE DELL'ALTO ADIGE
Che amarezza e delusione le ultime polemiche sulla Nuova Moschea di viale Trento !
Rappresentiamo la Comunita’ Pakistana in Alto Adige, composta ormai da oltre 4000 persone.
Siamo presenti in Alto Adige da oltre 20 anni. Siamo sicuramente una delle 3 Comunita’ straniere piu’ grande.
Siamo stati costretti ad emigrare dal nostro Paese, ed abbiamo scelto di venire a vivere in Alto Adige in quanto la mescolanza di etnie qui presenti pensavamo ci avrebbe accolto meglio che in altre regioni d’Italia.
Avrebbe accolto noi per vivere la nostra vita in serenita’, ed avrebbe dato un futuro ai nostri figli.
Non siamo in Italia per rubare, per spacciare, per far prostituire le nostre mogli. Nessuno dei nostri connazionali si e’ mai distinto per queste attivita’.
Lavoriamo soprattutto nella ristorazione: lavapiatti, camerieri, ma anche cuochi e qualche chef.
A differenza di altre etnie, siamo venuti in Italia per rimanere qui a vivere, e ce la mettiamo tutta per provare ad integrarci al meglio nel tessuto sociale.
Abbiamo sempre rispettato le leggi che sono diventate subito anche le nostre leggi.
Ai nostri figli insegniamo ad amare la terra dove sono nati: l’ Italia.
Nessuno dei nostri connazionali ha mai alzato la voce. Nessuno dei nostri connazionali ha mai dato disturbo.
Siamo un popolo orgoglioso: se vediamo che qualche nostro connazionale fa qualcosa che potrebbe danneggiare il rispetto che avete sempre avuto verso la nostra comunita’, lo riprendiamo subito, riportandolo sulla retta via.
Ora Bolzano, dopo tanti anni di perfetta convivenza e di rispetto reciproco, ci accoltella alle spalle. Perche’ ?
Forse perche’ siamo in un periodo elettorale, e fa comodo a qualcuno apparire in prima pagina, quale paladino nella protezione di che cosa ?
Perche’ nessuno dei Bolzanini dice niente in nostro favore ?
Non abbiamo mai fatto del male a nessuno.
Perche’ proprio ora la nostra presenza spaventa cosi tanto i bolzanini ?
Sono oltre 8 anni che preghiamo in Viale Trento a Bolzano, cosi come in altri luoghi a Bolzano.
Nessuno, fino ad oggi, dei vicini di Viale Trento, si era mai lamentato di noi. Non abbiamo creato alcun tipo di disturbo, alcun rumore.
Fino a quando abbiamo deciso di acquistare ( senza chiedere a nessuno dei soldi ) uno spazio un po’ piu’ grande, capace di accogliere una trentina di persone.
Sfortunatamente, il momento che abbiamo scelto per acquistare questo immobile coincide proprio con la campagna elettorale.
Da questo momento sono incominciati, per noi, i guai: articoli sui giornali, sit-in, proteste, addirittura la televisione.
Esultate e festeggiate con striscioni come se aveste vinto il Mondiale di calcio, facendovi fotografare sorridenti come dei vip.
Per quale motivo dovete umiliarci in questo modo ? Avete sconfitto una squadra avversaria? Avete ucciso una preda e vi fotografate accanto ?
Vi nascondete dietro ai termini quali “tutela e patrocinio dei legittimi interessi dei cittadini…attraverso la ricerca ed il confronto …dialogo aperto … dando spazio e voce alla gente”; parlate inoltre di “ essere contro alla moschea perche’ inserita all’interno di un caseggiato”.
Tutto cio’ e ‘ semplicemente falso: nessuno di noi e’ mai stato in alcun modo interpellato e quindi alcun confronto e’ mai stato richiesto.
Anche noi siamo dei cittadini. A differenza vostra, pero’ non abbiamo voce.
Quella che voi chiamate “moschea” e’ per noi un centro culturale, creato per ricordare a noi ed ai nostri figli le nostre origini.
Il fatto che soprattutto nella giornata del venerdi possa venir utilizzata anche per pregare non significa che noi all’interno vi facciamo propaganda politica per Osama Bin Laden o che vi costruiamo delle bombe, o arruoliamo dei kamikaze per gli attentati sugli aeroplani.
La Signora Adele Bacchiega, come scrive, puo’ “da oggi finalmente vivere tranquilla ed asciugarsi le lacrime”.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Potra’ vivere tranquillo anche il proprietario dell’appartamento che si trova proprio sopra il locale che avremmo destinato a centro culturale, messo immediatamente in vendita. Da questa notizia probabilmete trarra’ un profitto maggiore.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Potra’ vivere tranquillo il consigliere di Unitalia Luigi Schiatti: e’ “la Sua vittoria e quella del Suo Comitato di Viale Trento”: rivendica lui a gran voce il Merito del ritiro del progetto.
Da oggi tutti sapranno che stato lui a Bolzano a riportare l’Ordine.
Potra’ vivere tranquilla Maria Luisa Cologna: “scampato pericolo”, come lei dice.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Anche Dario Schanung ci informa tramite la carta stampata che non mollera’: “non si puo’ mettere una moschea in mezzo alle case”
Non dimentichi pero’ ne’ Dario Schanung ne’ Luigi Schiatti che proprio Bolzano promuove la creazione di centri religiosi quale la Nuova Chiesa nel quartiere Firmian, appunto al piano terra di un palazzo destinato ad abitazioni.
Troviamo veramente triste e non degno di rispetto un comportamento di alcuni, capace di infondere nella gente comune il sentimento di paura per gli stranieri.
E’ un comportamento che purtroppo in altri stati e tempi ha portato a dei risvolti drammatici per quelli che venivano considerati diversi da loro: e’ un comportamento pericoloso.
Veramente non capiamo il motivo per il quale avete paura di noi.
Nessuno ce l’ha ancora mai detto.
Pensateci bene, Cari Concittadini.
Mettetevi una mano sul cuore ( che sia a sinistra o a destra ) la prossima volta che cenate in un ristorante tipico di Bolzano: con tutta probabilita’ i Canederli allo Speck o la Salsa Bolzanina degli Asparagi che avete ordinato sono stati preparati dagli stessi pakistani ai quali il giorno prima avete sputato in faccia.
Associazione Jinnah Pakistan - Bolzano -
Anwar Shahid – Commerciante ( Bolzano )
Pervez Akhtar – Ristoratore ( Bolzano )
Tasswar Iqbal – Libero Professionista ( Bolzano )
CORRIERE DELL'ALTO ADIGE
Che amarezza e delusione le ultime polemiche sulla Nuova Moschea di viale Trento !
Rappresentiamo la Comunita’ Pakistana in Alto Adige, composta ormai da oltre 4000 persone.
Siamo presenti in Alto Adige da oltre 20 anni. Siamo sicuramente una delle 3 Comunita’ straniere piu’ grande.
Siamo stati costretti ad emigrare dal nostro Paese, ed abbiamo scelto di venire a vivere in Alto Adige in quanto la mescolanza di etnie qui presenti pensavamo ci avrebbe accolto meglio che in altre regioni d’Italia.
Avrebbe accolto noi per vivere la nostra vita in serenita’, ed avrebbe dato un futuro ai nostri figli.
Non siamo in Italia per rubare, per spacciare, per far prostituire le nostre mogli. Nessuno dei nostri connazionali si e’ mai distinto per queste attivita’.
Lavoriamo soprattutto nella ristorazione: lavapiatti, camerieri, ma anche cuochi e qualche chef.
A differenza di altre etnie, siamo venuti in Italia per rimanere qui a vivere, e ce la mettiamo tutta per provare ad integrarci al meglio nel tessuto sociale.
Abbiamo sempre rispettato le leggi che sono diventate subito anche le nostre leggi.
Ai nostri figli insegniamo ad amare la terra dove sono nati: l’ Italia.
Nessuno dei nostri connazionali ha mai alzato la voce. Nessuno dei nostri connazionali ha mai dato disturbo.
Siamo un popolo orgoglioso: se vediamo che qualche nostro connazionale fa qualcosa che potrebbe danneggiare il rispetto che avete sempre avuto verso la nostra comunita’, lo riprendiamo subito, riportandolo sulla retta via.
Ora Bolzano, dopo tanti anni di perfetta convivenza e di rispetto reciproco, ci accoltella alle spalle. Perche’ ?
Forse perche’ siamo in un periodo elettorale, e fa comodo a qualcuno apparire in prima pagina, quale paladino nella protezione di che cosa ?
Perche’ nessuno dei Bolzanini dice niente in nostro favore ?
Non abbiamo mai fatto del male a nessuno.
Perche’ proprio ora la nostra presenza spaventa cosi tanto i bolzanini ?
Sono oltre 8 anni che preghiamo in Viale Trento a Bolzano, cosi come in altri luoghi a Bolzano.
Nessuno, fino ad oggi, dei vicini di Viale Trento, si era mai lamentato di noi. Non abbiamo creato alcun tipo di disturbo, alcun rumore.
Fino a quando abbiamo deciso di acquistare ( senza chiedere a nessuno dei soldi ) uno spazio un po’ piu’ grande, capace di accogliere una trentina di persone.
Sfortunatamente, il momento che abbiamo scelto per acquistare questo immobile coincide proprio con la campagna elettorale.
Da questo momento sono incominciati, per noi, i guai: articoli sui giornali, sit-in, proteste, addirittura la televisione.
Esultate e festeggiate con striscioni come se aveste vinto il Mondiale di calcio, facendovi fotografare sorridenti come dei vip.
Per quale motivo dovete umiliarci in questo modo ? Avete sconfitto una squadra avversaria? Avete ucciso una preda e vi fotografate accanto ?
Vi nascondete dietro ai termini quali “tutela e patrocinio dei legittimi interessi dei cittadini…attraverso la ricerca ed il confronto …dialogo aperto … dando spazio e voce alla gente”; parlate inoltre di “ essere contro alla moschea perche’ inserita all’interno di un caseggiato”.
Tutto cio’ e ‘ semplicemente falso: nessuno di noi e’ mai stato in alcun modo interpellato e quindi alcun confronto e’ mai stato richiesto.
Anche noi siamo dei cittadini. A differenza vostra, pero’ non abbiamo voce.
Quella che voi chiamate “moschea” e’ per noi un centro culturale, creato per ricordare a noi ed ai nostri figli le nostre origini.
Il fatto che soprattutto nella giornata del venerdi possa venir utilizzata anche per pregare non significa che noi all’interno vi facciamo propaganda politica per Osama Bin Laden o che vi costruiamo delle bombe, o arruoliamo dei kamikaze per gli attentati sugli aeroplani.
La Signora Adele Bacchiega, come scrive, puo’ “da oggi finalmente vivere tranquilla ed asciugarsi le lacrime”.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Potra’ vivere tranquillo anche il proprietario dell’appartamento che si trova proprio sopra il locale che avremmo destinato a centro culturale, messo immediatamente in vendita. Da questa notizia probabilmete trarra’ un profitto maggiore.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Potra’ vivere tranquillo il consigliere di Unitalia Luigi Schiatti: e’ “la Sua vittoria e quella del Suo Comitato di Viale Trento”: rivendica lui a gran voce il Merito del ritiro del progetto.
Da oggi tutti sapranno che stato lui a Bolzano a riportare l’Ordine.
Potra’ vivere tranquilla Maria Luisa Cologna: “scampato pericolo”, come lei dice.
I delinquenti pakistani non pregheranno sotto alle sue finestre.
Anche Dario Schanung ci informa tramite la carta stampata che non mollera’: “non si puo’ mettere una moschea in mezzo alle case”
Non dimentichi pero’ ne’ Dario Schanung ne’ Luigi Schiatti che proprio Bolzano promuove la creazione di centri religiosi quale la Nuova Chiesa nel quartiere Firmian, appunto al piano terra di un palazzo destinato ad abitazioni.
Troviamo veramente triste e non degno di rispetto un comportamento di alcuni, capace di infondere nella gente comune il sentimento di paura per gli stranieri.
E’ un comportamento che purtroppo in altri stati e tempi ha portato a dei risvolti drammatici per quelli che venivano considerati diversi da loro: e’ un comportamento pericoloso.
Veramente non capiamo il motivo per il quale avete paura di noi.
Nessuno ce l’ha ancora mai detto.
Pensateci bene, Cari Concittadini.
Mettetevi una mano sul cuore ( che sia a sinistra o a destra ) la prossima volta che cenate in un ristorante tipico di Bolzano: con tutta probabilita’ i Canederli allo Speck o la Salsa Bolzanina degli Asparagi che avete ordinato sono stati preparati dagli stessi pakistani ai quali il giorno prima avete sputato in faccia.
Associazione Jinnah Pakistan - Bolzano -
Anwar Shahid – Commerciante ( Bolzano )
Pervez Akhtar – Ristoratore ( Bolzano )
Tasswar Iqbal – Libero Professionista ( Bolzano )
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